Mentre il destino dei vitalizi di cui godono gli ex parlamentari è attualmente in discussione in Senato, viene approvata la pensione aggiuntiva per tutti i parlamentari neoeletti
Alla fine è arrivato il giorno fatale, quello in cui si doveva decidere sul destino delle tasche dei parlamentari italiani neoeletti. Dopo mesi e mesi di polemiche sull’argomento, il giorno è arrivato: pensioni aggiuntive per tutti!
La decisione è stata presa giovedì 15 settembre scorso e con essa viene decretato il diritto ai circa 600 parlamentari ad una pensione che si aggira intorno ai 1000 euro e che potranno incassare, se non saranno rieletti, a 65 anni. Non si tratta cioè di vitalizi ma di una pensione aggiuntiva che i parlamentari potranno avere ben due anni prima del termine dei comuni mortali, 67 anni secondo la legge Fornero, e avendo alle spalle una sola legislatura. E se le legislature sono due? Il parlamentare potrà ricevere la sua pensione aggiuntiva già a 60 anni e da 1000 € la cifra aumenterebbe a circa 1500 €.
La pensione aggiuntiva viene calcolata con il sistema contributivo, scatta dopo 4 anni e sei mesi di legislatura e riguarda tutti i deputati e senatori neoeletti nell’attuale legislatura. E siccome le elezioni del 2013 portarono ad un grosso numero di nuovi membri sia alla Camera sia al Senato, la pensione toccherà a circa 2 parlamentari su 3. Inclusi gli 88 deputati e 35 senatori M5S. Ma ad usufruirne sono anche ben oltre cento parlamentari Dem e diversi esponenti di FI, gruppo Misto, Scelta Civica e anche Sinistra Italiana (nell’elenco anche il presidente della Camera Laura Boldrini e del Senato Pietro Grasso).
Tutti i parlamentari che, se saranno rieletti, potranno passare all’incasso già a 60 anni.
Promessa di rinuncia del M5s
“Ce l’avete fatta. Complimenti. Avete maturato il diritto a occupare la vostra nuvoletta nel paradiso della casta”, si legge sul blog di Beppe Grillo, anche se il M5s fa parte del pacchetto e come tutti gli altri hanno diritto alla pensione aggiuntiva. Anzi il Movimento è il gruppo politico che in proporzione ha il numero di aventi diritto più alto poiché sono tutti alla prima legislatura e quindi tutti maturano il diritto alla pensione integrativa. Ma il M5s promette però di rinunciare alla pensione aggiuntiva con “con un impegno scritto”.
“Permettete ai 5 stelle di andare in pensione come tutti i comuni mortali. Si può fare – afferma in conferenza stampa Alessandro Di Battista, – questa è giustizia sociale!”.
I pentastellati quindi pretenderanno di andare in pensione come un qualsiasi altro italiano per cui vale la legge Fornero, vale a dire che se si va in pensione a 67 anni, per i 5 Stelle varrà lo stesso e non, come da legge sulle pensioni dei neoeletti, a 65 anni se hai fatto una legislatura o a 60 se ne hai fatte due. Inoltre, aggiungono “chiederemo di dirottare i nostri contributi alle casse di appartenenza di ogni singolo parlamentare o all’Inps per chi non aveva aperta una posizione previdenziale prima di entrare in Parlamento”.
E i vitalizi?
Ma quello discusso lo scorso 15 settembre riguarda nello specifico il diritto di una pensione aggiuntiva che non ha nulla a che vedere con i vitalizi tanto discussi. Attualmente è in discussione al Senato la proposta di legge che vorrebbe abolire i vitalizi maturati dagli ex parlamentari. Si tratta di circa 2600 parlamentari o eredi che continuano a riscuotere i famosi vitalizi che il Ddl Richetti vorrebbe abolire.
Il testo è appoggiato dai 5 Stelle, dalla Lega e dal Pd anche se molti dei Dem si mostrano dubbiosi. Sulla proposta, infatti, pende il rischio di incostituzionalità, in quanto l’obiettivo è quello di equiparare le pensioni dei parlamentari a quelle di tutti gli altri dipendenti pubblici, ma anche quello di abolirle definitivamente trasformandole in pensione contributiva, con un conseguente ricalcolo dell’assegno.
Chi è contro il ddl sostiene che lede i principi costituzionali dell’irretroattività, perché andrebbe a toccare diritti acquisiti. Si teme, infatti, una pioggia di ricorsi da parte di chi si vedrà sottratto l’assegno.
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foto: Ansa
Chi e in quanti?
Sono 558 i parlamentari neoeletti su 608 che a partire dal 15 settembre hanno diritto alla pensione aggiunta, per il maggior numero del M5s e del Pd:
379 sono alla Camera
179 sono al Senato
209 su 301 deputati del PD
71 senatori su 113 del PD
88 deputati del M5s
35 senatori del M5s
Quando?
I parlamentari italiani matureranno il diritto alla pensione aggiuntiva dopo 4 anni, 6 mesi e 1 giorno. Nel momento in cui non vengono raggiunti questi tempi, i parlamentari perdono tutti i contributi versati che rimangono nella disponibilità della cassa del Parlamento