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22 November 2024
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Editoriale

Un sogno infranto

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Il collegio estero immiserito dalla questione morale

“Il giorno dell’insediamento, nel mio intervento al parlamento italiano, volli considerarmi il rappresentante di tutti gli italiani, della platea di italiani che andava al di là dei confini fisici della nostra Patria che abbracciava tutti voi.

La legge per il voto agli italiani all’estero ha fatto il primo grande passo. Nel prossimo decennio avrete i vostri rappresentanti nel parlamento italiano.

Una responsabilità grossa sarà sulle spalle di coloro che voi eleggerete nel parlamento italiano.

E quindi devono essere capaci di arricchire il parlamento.

Devono essere capaci di mantenersi liberi da condizionamenti, pur nelle proprie idee politiche che certamente avranno, ma in grado di apportare al parlamento italiano una ricchezza rappresentata dalla loro diversità.

Essi sono italiani, ma italiani che portano nel parlamento  l’esperienza, i problemi, la visione di persone che vivono fuori dai confini dell’Italia.

Questo trovo sia importante e solo in questo senso si giustifica la circoscrizione mondo.

È un compito difficile che implica soprattutto e in primo luogo, una grande dirittura morale. È fondamentale.

È sempre fondamentale la dirittura morale ma lo sarà soprattutto per loro.

Certo nel parlamento italiano non devono essere degli estranei, devono viverlo quel parlamento, devono darle qualcosa di più che quel parlamento non ha.

E cioè l’esperienza di vivere l’Italia in altre realtà sociali, la realtà di tutto il mondo.

Quindi c’è da attendersi molto. Mi auguro che da coloro che voi eleggerete venga sentito questo mandato speciale questa funzione che viene a loro data.

Penso al compito per coloro che verranno eletti dalle comunità italiane in Europa.

L’Unione europea è una realtà, non una espressione retorica, o una indicazione geografica del continente europeo.

Essa è una realtà vera, economica, sociale, politica, che di giorno in giorno sempre più unisce (nonostante la Brexit dell’oggi Ndr. ) i paesi che fanno parte dell’Unione europea pur nella conferma della loro diversità.

La nuova realtà europea, e voi certo la sentite, ci sta cambiando.

Sono da anni che uso chiamarmi cittadino europeo nato in terra d’Italia.

Ormai si avverte questa vera cittadinanza europea, questo legame che ci unisce tutti quanti.

Sono contento che il nostro incontro avvenga nella sede dell’Istituto di Cultura.

La cultura è modo di essere, di vivere, condotta di vita che si ispira a valori.

Cultura, lavoro, formazione. Qui mi rivolgo ai vostri figli.

I loro genitori, i loro nonni hanno vissuto l’emigrazione nei momenti duri. Non era scelta. Era costrizione. Sono venuti in paesi diversi quando le mentalità erano diverse. Hanno dovuto subire tutta la durezza dell’inserimento nella nuova realtà

Oggi siamo qui insieme nel nome dell’Italia, persone giovani e meno giovani. Sta per finire un secolo, Inizia un nuovo millennio.

Un secolo che ha visto i popoli d’Europa fra loro in guerra, contrapposti in conflitti insensati, perché animati da nazionalismi deteriori e ideologie aberranti.

L’idea dell’Europa è nata proprio dalla consapevolezza che bisognava superare quel modo di pensare, quel modo di essere.

Io stesso ricordo di essere diventato europeista proprio perché non potesse più accadere quello che è accaduto nella prima metà del nostro secolo. È con questo spirito che vi rivolgo il mio saluto.

Ringraziando il vostro rappresentante Gianni Farina per le bellissime cose che ha detto e che esprimono lo stato d’animo di tutti voi.”

Questo il toccante saluto alla comunità italiana del presidente della repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, nell’ottobre del 1999 all’Istituto Italiano di Cultura a Parigi.

L’augurio perché i futuri eletti nel parlamento repubblicano fossero all’altezza della straordinaria novità storica e morale.

L’Italia sanava una ferita, ideava il tracciato per un nuovo virtuoso cammino.

La delusione è quindi grande di fronte agli scandali, le manipolazioni, la pochezza morale in cui sono incorsi, nel corso delle tre legislature, tanti eletti dall’estero in parlamento.

L’ultimo caso è di questi giorni. In passato assistemmo a candidati eletti dopo aver falsificato il requisito indispensabile della residenza all’estero.

Un marciume senza fine che ha inferto un duro colpo e una perdita di credibilità al diritto di rappresentanza della comunità italiana in Europa e nel mondo.

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