In occasione della “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo” che si terrà dal 20 al 26 novembre 2017, facciamo un viaggio nel gusto, tra i sapori e le prelibatezze della nostra terra
Che l’arte culinaria sia una delle maggiori eccellenze italiane lo possiamo testimoniare per primi proprio noi migrati: quanti, tornando nei paesi d’origine, facciamo il pieno dei prodotti nostrani? Quante valige, partite semivuote, fanno ritorno celando, tra una calzamaglia e una giacca di lana,
il barattolo di conserve della nonna, l’olio di paese, il vino della cantina sotto casa, i biscotti secchi del panificio del centro, i salumi del contadino? È in questi piccoli assaggi trafugati che, come tesori preziosi, portiamo con noi, si cela il segreto della diffusione della cucina italiana nel mondo.
“La prima cosa che faccio quando torno a casa è passare dalla pasticceria migliore del paese per magiare una buona brioche col gelato, la brioche col “tuppo”, non la trovi fuori dalla Sicilia, per questo quando torno ne porto sempre qualcuna, anche per farla assaggiare agli amici” afferma Tonino originario di Grammichele (Ct). È grazie a noi, migranti italiani sparsi in tutti gli angoli del mondo, che molte primizie della cucina italiana hanno viaggiato negli anni e si sono affermate, si sono diffusi e soprattutto hanno deliziato il palato di tutto il mondo. Rimanendo in Sicilia, da cui prende avvio il nostro viaggio gastronomico tra i piaceri della tavola nostrana, non possiamo non citare i cannoli, l’arancino (o arancina) al ragù, la pasta alla Norma, la pasta cu la muddica, la parmigiana di melanzane, il tonno alla siciliana, le sarde a beccaficu come alcune delle delizie culinarie della nostra isola ai piedi dello Stivale.
Attraversando lo stretto è l’aria piccante della Calabria ad accoglierci, nella terra dei famosissimi Bronzi i piatti della tradizione, semplici ma pieni di carattere, vanno dalle bruschette con pomodorino e cipolla di Tropea, alle bruschetta con la ‘nduja, dagli strozzapreti, ai strangugghi o Fileja, dalla soppressata, al capicollo. Proseguendo, continua l’escalation d
i varietà mantenendo intatta però la qualità d
ei prodotti, come quelli di terra dai sapori decisi e genuini della Basilicata, la focaccia materana, i calzoni di verdura, i fusilli mollica di pane, peperoni cruschi e salsiccia, la pizza ‘chiena’ (pasta frolla ricotta e salsiccia), il salame di Cancellara e il percorino di Moliterno.
In Puglia non possiamo soffermarci ad assaporare i famosissimi cavatelli con le cozze, le orecchiette con le cime di rapa, il riso al forno alla barese, condito con patate e cozze in quel connubio perfetto di mare e monti che questa terra rappresenta.
Meriterebbe un capitolo a parte la pizza: quando dici ‘pizza’ l’Italia è servita in tutte le tavole del mondo. È la Campania la terra d’origine di questa eccellenza italiana che davvero tutti ci ammirano e ci scimmiottano in tutte le salse, per rimanere in tema. Ma il paese di pulcinella ha tante e diverse squisitezze che hanno spopolato nel mondo, la mozzarella di bufala, la pepata di cozze, la zuppa di vongole, le braciole ripiene, gli struffoli, la pastiera, le sfogliatelle, e il mitico babà al rum. Anche il Molise non si fa mancare piatti di gran gusto come le fascadielle, la carne di maiale con peperoni o la coscia di agnello ripiena di lardo, ma anche il baccalà fritto, cucinato al forno con le patate o i dolci caucini, ripieni di pasta di ceci.
La cucina laziale è fatta di specialità importanti, difficile da dimenticare bucatini cacio e pepe, gli gnocchi alla romana, gli spaghetti alla carbonara, il caratteristico abbacchio alla cacciatora, la coda alla vaccinara, i saltimbocca alla romana e i famosissimi bucatini all’amatriciana.
Tra i sapori forti e robusti della cucina abruzzese si ricordano i tajarill con fagioli e pancetta, l’agnello cacio e uova cotto al forno e ricoperto da una salsa a base di formaggio pecorino e gli arrosticini.
“Nella mia memoria è la schiacciata con prosciutto crudo o con mortadella la merenda che mi faceva trovare mia nonna il pomeriggio, quando andavamo a trovarla. Ed è questa la pietanza che mi riporta direttamente alla mia infanzia, alla mia terra. Ma in Toscana non mancano di certo prelibatezze come la bistecca fiorentina, il cacciucco livornese, pappa al pomodoro, il castagnaccio…” ricorda con non poca malinconia il signor Giulio A. originario della provincia di Arezzo. E ancora il lardo di colonnata, i cantucci, la ribollita, la cecina, tra le colline toscane le bontà sembrano infinite, il tutto sempre ben accompagnato magari da un buon Chianti o Brunello di Montalcino.
Alla bellezza della Sardegna corrisponde una gastronomia genuina ma decisa. Tra i prodotti tipici della meravigliosa isola c’è il famoso pane carasau e i famosi formaggi alla base di tante ricette tipiche come le cassatedde fritte di tuma, a base di acciughe salate e tuma (formaggio di capra), e il mitico porcetto alla sarda. In Umbria domina il tartufo nero di Norcia, ingrediente di molti primi piatti della zona, altre pietanze rinomatesono gli spaghetti alla norcina o il colombaccio selvatico allo spiedo, mentre la gastronomia Marchigiana viaggia in tutto il mondo grazie alla bontà della famosa porchetta, insieme alle gustosissime olive ascolane.
L’Emilia Romagna è una fonte infinita di prelibatezze culinarie che il mondo ci invidia come la piadina, gli anolini parmensi, i cappelletti alla romagnola, i tortellini in brodo e le lasagne alla bolognese, non sono solo delle pietanze, ma marchi di qualità e gusto impareggiabile del made in Italy.
E poi il nord con quella ricchezza di sapori caserecci e difficili da non apprezzare. La Liguria ha affermato la sua presenza nel mondo grazie al pesto genovese, mentre le montagne valdostane ci deliziano con polenta concia e la Fontina DOP. Il Piemonte è ricco di ricette laboriose e molto gustose come il brasato al barolo, la bagna caoda, il vitello tonnato, la panna cotta e i savoiardi. Una cucina molto rustica è quella friuliana che è famosa nel mondo per uno dei dolci più apprezzati e diffusi in assoluto, il tiramisù la cui paternità al Friuli Venezia Giulia è stata confermata da poco visto che a lungo tempo è stata contesa con il Veneto, a cui però non gli mancano di certo primizie di cui vantarsi. Polenta e baccalà, radicchio trevigiano o
gli zaeti sono solo alcuni esempi. E poi i vini, tutta l’Italia ha una produzione di vini di grande rilievo ma il Veneto merita una menzione a parte in questo settore del quale è davvero un grande produttore di eccellenze partire dal prosecco.
L’Italia è tutta una tavolata imbandita di gusti e sapori, primizie e pietanze, di tradizioni, varietà e contaminazioni pregiate che rendono la cosiddetta ‘dieta mediterranea’ unica al mondo.
La tavola italiana non ha bisogno di orpelli e centrotavola di abbellimento perché è imbandita dai dagli stessi piatti, è arricchita dai sapori della terra e del mare nostrani, è resa esclusiva dallo spontaneo piacere conviviale dei commensali di dividere e condividere la consumazione un buon pasto ed è anche per questo che la cucina italiana meritatamente si è aggiudicata un posto di riguardo nel mondo.
Parmigiano Reggiano
Le origini del Parmigiano Reggiano risalgono al Medioevo e vengono generalmente collocate attorno al XII secolo. Presso i monasteri benedettini e cistercensi di Parma di Reggio Emilia e in questa zona circoscritta dell’Emilia si diffuse la produzione di un formaggio a pasta dura, ottenuto attraverso la lavorazione del latte in ampie caldaie. Si tratta di un formaggio non solo buono ma anche sano e nutriente, frutto della lunga tradizione produttiva e del legame col territorio di origine che ne hanno fatto uno dei simboli del Made in Italy alimentare.
Il caffé della moka nasce insieme all’invenzione della moka, una caffettiera ideata da Alfonso Bialetti nel 1933.
Il caffè espresso, oggi noto in tutto il mondo, è nato a Torino nel 1884, in seguito all’invenzione della macchina per produrlo, brevettata da
Angelo Moriondo.
“La cucina italiana è diventata famosa grazie agli emigranti, quindi grazie ai nostri avi che sono dovuti emigrare a causa di guerre, carestie o per la mancanza di lavoro. C’era chi andava in America, in Australia portandosi dietro i prodotti e le tradizioni della propria terra: l’olio, i pomodorini, il formaggio e i salumi: la famosa “valigia di cartone”. Questa è stata la vera fortuna della cucina italiana”
Carlo Cracco