Lo sfogo di una lettrice che si trova in una situazione difficile
Mi trovo in una situazione davvero pesante e voglio condividere con voi questa mia triste esperienza. Sono in Svizzera da moltissimi anni e dopo tutto questo tempo in cui ho sempre lavorato oggi mi trovo senza niente.
Vi racconto cosa è successo: a settembre di quest’anno sono stata impiegata per la signora Steinmann*, una vedova che ha avuto un ictus e che ha bisogno di essere accompagnata e curata.
Sono stata disposta ad andare in un altro cantone lontano, mi sono trasferita. Ho portato tutto quello che avevo in Italia perché in futuro ho l’intenzione di tornare lì: in casa Steinmann, con vitto e alloggio, non mi serviva nient’altro che i miei vestiti.
Tutti i dettagli erano ottimi, sia la paga che le altre condizioni e ho accettato con piacere questo posto di lavoro, anche perché quando ci siamo conosciute con la signora Steinmann mi sono trovata molto bene. Il trasloco inoltre non era un problema dato che sono sola, i miei figli sono grandi e sono sposati, quindi mi potevo spostare tranquillamente.
Nel periodo del trasloco, mi ha sostituito la signora che puliva, non so cosa è successo nel frattempo, però subito dopo aver iniziato l’amica della signora Steinmann mi ha licenziata.
Già prima, subito dopo aver accettato il primo contratto firmato con il figlio della signora Steinmann, questa sua amica, che ha la procura e che si intromette in tutte le faccende della signora, mi ha fatto firmare un secondo contratto in cui invece di due giorni liberi mi aveva inserito solo un giorno libero, ma anche questo per me non era un problema.
Dopo sette giorni dall’inizio del periodo di lavoro, l’amica mi dice di aver notato che io non ero felice lì e che quindi me ne sarei potuta andare. Mi voleva pagare in nero ciò che mi toccava così che me ne andassi subito, ma io non ho accettato. Non so perché, ma mi hanno buttata fuori e mi sono trovata da un momento all’altro senza un lavoro, senza un tetto e senza soldi, senza niente in pratica.
Non hanno pensato neanche un attimo a me o al fatto che io mi sono trasferita in un altro cantone solo per questo lavoro e che sarei rimasta senza niente. Non avrei mai immaginato di trovarmi così, per strada! Quello che mi fa male anche è che dopo tanti anni in cui ho lavorato come una matta qui in Svizzera, ora devo ricorrere all’assistenza sociale, mi fa stare davvero male.
Sulla signora Steinmann voglio anche aggiungere che con i figli il rapporto è turbato per diversi motivi, innanzitutto la signora non vuole avere i nipoti in casa perché dice che disturbano, poi non ha buoni rapporti con la moglie di un figlio mentre la moglie dell’altro figlio che vive a Hong Kong neanche la conosce. Secondo me influisce molto la presenza di questa amica, che mette mani tra le relazioni che la signora Steinmann ha con i figli già da quando il marito è morto, quindi più di dieci anni fa.
Vi racconto tutto questo non solo per sfogarmi, ma per farvi capire come i ricchi trattano le persone che hanno bisogno di lavorare e come se ne approfittano. Evidentemente non tutti sono uguali, però spesso dove ci sono tanti soldi c’è poca anima, poco cuore e poca umiltà, questo è quello che penso io. Loro credono che con i soldi si possa comprare tutto, ma non è così, i rapporti umani non si possono comprare! Ho conosciuto anche la ragazza che ci lavorava prima, che ha una bambina piccola e lei mi ha aiutato tanto, a lei l’hanno buttato fuori dopo che per sette anni aveva lavorato per la signora giorno e notte senza mai chiedere un giorno libero.
Vi prego davvero di scrivere a La Pagina se avete un posto di lavoro per me, sono disposta a fare diversi lavori, anche nel campo della ristorazione, non riesco a stare senza lavorare, ho lavorato tutta la mia vita e mi sento male a non fare niente.
La vostra lettrice A.R.
*Nome di fantasia