Alcuni comportamenti possono ridurre le difese del nostro organismo
Gli specialisti dell’immuno Center dell’Humanitas di Milano, centro per le malattie immuno-infiammatorie che per la ricerca si avvale di competenze cliniche in gastroenterologia, pneumologia e allergologia, dermatologia e reumatologia, ha messo in guardia sui comportamenti che potrebbero portare il nostro organismo a diventare più vulnerabile alle malattie.
Una delle cattive abitudini che può contribuire a questo rischioso abbassamento delle difese immunitarie è il frequente ricorso agli antibiotici che, a giudizio degli specialisti, minano la comunicazione fra il sistema immunitario e i batteri buoni e cattivi che ci sono nell’organismo, riducendone notevolmente la capacità di resistenza alle malattie. Bisognerebbe dunque lasciare, ovviamente quando possibile e sempre sotto il controllo medico, che il corpo combattesse senza aiuti esterni alcuni disturbi più lievi per evitare che l’uso-abuso di antibiotici anche solo per un semplice mal di gola possa aumentare il rischio di sviluppare malattie croniche intestinali, come suggerisce Silvio Danese, responsabile del Centro malattie infiammatorie croniche intestinali e docente di Humanitas University. Un’altra cattiva abitudine nemica del sistema immunitario è quella di bere tanti alcolici: l’alcol, essendo un soppressore del sistema immunitario, riduce l’efficacia dei globuli bianchi nell’attaccare i batteri nocivi e mina la capacità dell’organismo di produrre cellule in grado di resistere ai virus. Anche il sovrappeso è una condizione da evitare: può infatti portare ad un’alterazione nel numero di globuli bianchi, riducendo così la capacità dell’organismo di resistere alle malattie.
Anche in quest’ottica non giova condurre quindi una vita sedentaria: oltre a favorire l’aumento di peso, infatti, la scarsa attività fisica, secondo una ricerca pubblicata sul British Journal of Sports Medicine, può allungare il decorso delle malattie: lo studio ha infatti evidenziato come le infezioni alle vie respiratorie durassero il 42% del tempo in più nei volontari che facevano attività fisica una volta a settimana o anche meno, rispetto a coloro che svolgevano esercizi aerobici 5 o più volte a settimana. Una costante attività fisica sarebbe dunque utile ad evitare il sovrappeso e migliorare la reattività del nostro organismo alle malattie, combattendo così due delle principali cause che minano il corretto funzionamento del sistema immunitario.
Sempre in questa duplice ottica, è consigliabile anche controllare la propria alimentazione, cercando di evitare i grassi saturi che mandano il sistema immunitario fuori giri, scatenando l’infiammazione; al contrario, gli omega 3 hanno naturali proprietà antinfiammatorie e aiutano l’organismo a controllare le proteine in grado di riconoscere gli agenti patogeni. Anche un regolare ciclo sonno-veglia ha la sua importanza: durante il sonno, infatti, l’organismo intensifica la risposta immunitaria contro virus e batteri, come conferma un ulteriore studio preso in esame dagli specialisti, secondo il quale dormire un numero insufficiente di ore non permette al corpo di combattere le malattie in modo efficace: il nostro sistema immunitario funziona infatti diversamente a seconda delle ore della giornata e nelle ore di sonno riesce a raggiungere la sua massima efficienza. In ultimo è da considerare anche il sistema immunitario del partner ed eventualmente intervenire anche su quello oltre che sul proprio: in genere, infatti, le persone che vivono insieme hanno lo stesso ambiente e tendono ad adottare le medesime abitudini.
“È probabile che questo sia legato alla condivisone della flora batterica intestinale, ma anche orale che si è dimostrato essere scambiata anche con un bacio”, ha ipotizzato il professor Carlo Selmi, responsabile di Reumatologia e Immunologia Clinica all’Humanitas, suggerendo dunque un doppio controllo. E, per quanto possa sembrare poco rilevante, anche la solitudine fa male al sistema immunitario: “Il collegamento tra disturbi psicologici o neurologici e sistema immunitario è qualcosa che si sospettava da tempo, ma di cui solo da poco la scienza ha trovato una dimostrazione”, ha infatti sottolineato il professor Selmi.
Isabella La Rocca