Dengov: urgente intervenire per migliorare le condizioni del Sud
La Russia lavora per unire e non per dividere la Libia, prestando attenzione alle difficili condizioni in cui vive oggi la popolazione del Sud del Paese per prevenire il peggiore degli scenari e arginare i flussi migratori e il terrorismo. “Noi per quanto riguarda l’Italia, capiamo benissimo che la Libia gioca un ruolo molto importante, sia sul piano della sicurezza energetica, sia su quello della immigrazione illegale. Per quanto riguarda la nostra posizione: questa rimane immutata. Noi aiutiamo i libici, noi aiutiamo il popolo libico per trovare una strada del consenso”. Così il capo del gruppo di contatto russo per la Libia, Lev Dengov, raggiunto telefonicamente da askanews alla fine del Forum Med a Roma, dove si trovava anche il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov.
“Oggi è finito il Med, e proprio il Med ci ha dimostrato quanto l’Italia è interessata alla cooperazione sulla Libia per trovare una strategia comune con la russia”, dice Dengov. “Si sono rivolti a me una grande quantità di persone, in particolare italiani, rappresentanti dell’Italia, che sono interessati a una cooperazione congiunta in tutti i campi, dal business alla politica, sino alla lotta all’immigrazione. E noi vediamo questo come un segno molto positivo poiché sia per noi, che per voi sarebbe molto bene”.
Lo scorso sabato al Med l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia, Ghassan Salamè ha riferito di una “maggiore convergenza internazionale” che a suo giudizio renderà possibile tenere elezioni libere nel 2018. Lo stesso Salamè ha detto di avere il “pieno supporto di Mosca” al suo piano di azione per la Libia.
Ma restano molti problemi a partire dai rischi che vive ogni giorno il Sud del Paese. “Per quanto riguarda il Sud della Libia, noi attualmente lavoriamo con molti rappresentanti e vogliamo in questo momento riattivare la missione umanitaria, fare in modo che in primo luogo i libici del sud ci aiutino a combattere il terrorismo. E a fermare lì l’emigrazione. È necessario risolvere in primo luogo i problemi sociali, andare incontro alle loro necessità, a partire dalle medicine, dagli indumenti: tra poco arriva l’inverno e serviranno dei vestiti pesanti e a questo bisogna pensare. Perché se queste persone non avranno in primo luogo calore a casa e se avranno fame, non potranno aiutarci a fermare il fusso di migranti. Per questo io ritengo che il nostro compito è in primo luogo aiutare i libici del sud”.
Il ruolo della Russia in Libia – secondo Dengov – sarebbe stato stigmatizzato dalla stampa internazionale. Ma oggi, a suo giudizio, l’atteggiamento dovrebbe essere diverso: “È già vecchio il concetto di alcuni media stranieri che noi sosteniamo una delle due parti in causa. Noi abbiamo dimostrato a tutti di aver ricevuto sia (il generale Khalifa) Haftar, sia Fayez al-Sarraj (premier del governo riconosciuto dall’Onu), sia (i capi dell’operazione militare) al Bunian al Mansour (della città di Misurata), e anche i libici del sud che con noi hanno contatti attivi. E la cosa più interessante è che tutti loro hanno un atteggiamento molto aperto con la Russia. Sanno che Ramzan Kadirov, presidente della Cecenia e politico vicino a Vladimir Putin, che oggi con i suoi “amici musulmani”, chiamiamoli così, vuole costruire per i musulmani un mondo sicuro, che sia in Libia, in Siria, o dove ancora noi svolgiamo una missione di pace”.
Secondo le parole di Gengov “bisogna salvare il popolo libico” aiutandolo a “trovare una soluzione per se stesso”. Ma c’è anche un altro discorso altrettanto centrale: il problema dell’Isis, oltre alle violenze e alle minacce, è un problema di immagine dei musulmani nel mondo. “Noi sappiamo che (i militanti dello Stato islamico) conducono propaganda e distruggono questa religione. Ma c’è chi è interessato a una anti-propaganda e all’idea di un islam moderato, normale, giusto. E quindi deve essere lotta all’Isis. A tutto campo. Con qualsiasi mezzo. Ovunque si possa”.
Askanews
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