Nel preventivo 2018 il Consiglio nazionale approva 442 milioni per la cassa dell’AVS. Il Consiglio degli stati vuole più investimenti nella formazione e ricerca
In Europa la Svizzera è un esempio in materia di debito pubblico e nel 2018 la Confederazione chiuderà probabilmente ancora una volta i conti in positivo. L’esame e l’approvazione del preventivo è sempre una disputa serrata tra le due Camere federali, quest’anno con rapporti di forza diversi. Il preventivo è al vaglio di deputati e senatori durante la sessione invernale, iniziata la scorsa settimana, e i dibattiti delle camere si concentreranno su quattro settori: collaborazione internazionale, agricoltura, formazione e ricerca e l’esercito. L’obiettivo è risparmiare e la questione è quanto la Confederazione deve risparmiare. Il governo ha presentato un preventivo di 71.3 miliardi di entrate e 71.2 di uscite (un’eccedenza di 100 milioni di franchi). Il Consiglio degli Stati non ha mostrato interesse a seguire un corso deciso di risparmio. I rappresentanti dei cantoni si sono mostrati più generosi nei confronti della formazione, con un aumento del contributo ai politecnici di 53 milioni di franchi e di 33.3 milioni per quelli destinati a università, Scuole universitarie professionali e istituti di ricerca d’importanza nazionale. Nell’agricoltura il Consiglio degli stati vuole risparmiare più del Consiglio federale. Gli agricoltori dovranno invece rinunciare a 18 dei 64,2 milioni destinati ai miglioramenti strutturali.
Ventiquattro ore dopo il pacchetto è passato al vaglio del Consiglio nazionale, dove il dibattito è stato più animato e la commissione preparatoria ha presentato 80 emendamenti, dei quali la maggior parte chiede più risparmi. E le prime grandi divergenze tra i due rami del Parlamento sono venute subito a galla, ma c’è stata la sorpresa di un’inedita alleanza tra UDC e PS sui 442 milioni di franchi liberati dalla bocciatura della Previdenza 2020, che la Commissione del nazionale proponeva di destinare all’AVS. Il Consiglio federale e gli Stati si sono espressi per un reinvestimento: 295 milioni nel Fondo per l’infrastruttura ferroviaria e i rimanenti 147 milioni al risanamento del debito pubblico. Di altro parere i due capigruppo parlamentari Thomas Aeschi (UDC) e Roger Nordmann (PS) che hanno elaborato un modello comune che dirotta i 442 milioni nella cassa dell’AVS, ma al contrario della Commissione, il pagamento non deve essere unico, ma effettuato diverse volte e limitato a un paio d’anni.
La replica del ministro delle finanze Ueli Maurer “una somma che non salva i conti dell’AVS ed è soltanto un’illusione” non è bastata a convincere l’alleanza che ha fatto passare la proposta con 130 voti contro 63, con il sostegno dei Verdi. Al Consiglio degli stati i tre partiti non hanno però una maggioranza e la modifica più grande del Preventivo 2018 non sarà presumibilmente adottata. Le altre decisioni del Nazionale riguardano l’aiuto allo sviluppo, l’aiuto sociale ai richiedenti l’asilo e l’agricoltura. La Camera ha respinto un’ulteriore diminuzione di 100 milioni del credito all’aiuto allo sviluppo, sostenuta in Commissione da UDC e PLR. Alcuni deputati PLR non hanno però seguito la maggioranza della commissione e Ueli Maurer ha sostenuto la decisione, dichiarando che il Consiglio federale ha già provveduto a 150 milioni di risparmio e che “l’obiettivo della Svizzera è di destinare lo 0,5% del suo prodotto interno lordo (PIL) all’aiuto allo sviluppo”. Il plenum ha detto invece sì (al contrario degli Stati) a un taglio dell’ordine di 41 milioni per l’aiuto sociale ai richiedenti l’asilo, visto che le domande d’asilo sono calate. Anche sull’agricoltura al Nazionale tira un altro vento. I deputati hanno approvato i 96 milioni, che il Governo vuole risparmiare, per gli agricoltori, dei quali 84 milioni sono pagamenti diretti e sono contrari alla diminuzione di 18 milioni del contributo destinato ai miglioramenti strutturali del settore.
Sulla formazione il Nazionale ha seguito la linea del governo pronunciandosi contro l’aumento del contributo ai politecnici di 53 milioni di franchi, approvato dagli Stati. Ueli Maure, soddisfatto, ha detto “che il Consiglio federale non vuole risparmiare sui politecnici, ma rallentare la loro crescita, dato che gli istituti hanno formato delle riserve”. Il Nazionale vuole risparmiare anche sulle borse di studio per gli stranieri con 0.18 milioni, mentre ha approvato aumenti per i contributi base per università e istituti superiori (17.3 milioni) e per gli istituti che promuovono la ricerca (16 milioni). Più uscite, in contrapposizione con Governo e Stati, per la formazione professionale con un aumento di 25 milioni dei contributi forfettari.
Ieri il dossier è tornato agli Stati per appianare le divergenze e se i due rami del Parlamento o la Conferenza di conciliazione alla fine non troveranno un compromesso, entrerà in vigore la proposta di preventivo meno cara, cioè si imporrà la Camera che avrà risparmiato di più.
Gaetano Scopelliti
foto: ps-ticino.ch /udc.ch