Vertice a Bruxelles: garantire pieno accesso ai centri a ong
Altri 15’000 migranti da rimpatriare dalla Libia entro il prossimo febbraio, altri 1’300 profughi e richiedenti asilo da trasferire in un Paese terzo entro l’inizio del 2018, in vista di un loro reinsediamento, pieno accesso ai centri di detenzione libici, che dovranno poi, sul lungo periodo, essere “superati una volta per tutte”. Questi gli obiettivi annunciati la scorsa settimana da Bruxelles al termine del primo vertice della task force congiunta Unione europea-Unione africana-Onu, creata il mese scorso ad Abidjan per affrontare le difficili condizioni di vita di migranti e profughi in Libia. Un vertice tenuto solo pochi giorni dopo che Amnesty ha accusato i governi europei di essere complici nelle torture e nelle violenze subite da decine di migliaia di rifugiati e migranti, “detenuti in condizioni agghiaccianti nel paese nordafricano”.
“Tutti i partecipanti hanno confermato l’impegno condiviso di garantire il rimpatrio volontario ad altri 15’000 migranti entro febbraio 2018”, si legge nella nota, precisando che dalla creazione della task force, il 29 novembre scorso, a oggi altri “3’100 migranti” sono stati rimpatriati con l’assistenza dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), portando così a 16’561 il numero di rimpatri effettuati dall’inizio dell’anno. Nel 2016 i rimpatri dalla Libia erano stati 2’700. Nella nota si ricorda quindi che sono stati evacuati dalla Libia verso un Paese terzo anche i primi richiedenti asilo e profughi in vista del loro reinsediamento attraverso il Meccanismo Unhcr di transito di emergenza.
Si tratta di 25 migranti africani trasferiti all’inizio di novembre in Niger e che saranno trasferiti in Francia entro gennaio. “Ulteriori evacuazioni dalla Libia ci saranno prima della fine dell’anno… e l’Unhcr ha confermato il proprio impegno a evacuare altre 1.300 persone entro l’inizio del 2018”, si precisa nella nota.
Sul medio periodo, “la task force collaborerà con le autorità libiche per garantire alle organizzazioni internazionali e alle ong l’accesso illimitato ai centri di detenzione e consentire così la completa e trasparente registrazione di tutti i profughi e i migranti sia nei punti di sbarco che nei centri di detenzione”. Ma, “guardando oltre le necessità immediate – si precisa ancora nella nota – lavoreremo insieme alle autorità libiche per superare in toto, una volta per tutte, il sistema di detenzione sistematica”.
Stando ai dati forniti di recente dal premier libico Fayez al Sarraj al fianco della cancelliera tedesca Angela Merkel, sarebbero 20’000 i migranti presenti nei 42 centri di detenzione ufficiali, e altri 500’000 quelli fuori da questo sistema. Nella conferenza stampa tenuta al termine del vertice, il capo della diplomazia europea Federica Mogherini ha quindi annunciato l’impegno della Commissione e degli Stati membri Ue per “almeno altri 100 milioni di euro a sostegno del lavoro di Oim e Unhcr sul terreno per consentire loro di continuare ad rafforzare le operazioni”.
Da parte sua, l’Unione africana, rappresentata a Bruxelles dal Commissario per gli Affari sociali Amira El Fadil, continuerà a lavorare con i “Paesi africani di origine perché garantiscano servizi consolari ai propri concittadini presenti in Libia”. Nella nota si ricorda che l’Ua ha già sollecitato le autorità libiche a concedere i permessi di atterraggio a compagnie aeree diverse da quelle libiche, al fine di accelerare i rimpatri, e i paesi limitrofi perché forniscano il permesso di sorvolo. L’Ua ha anche sollecitato i propri Stati membri ad accogliere profughi e richiedenti asilo che non possono essere rimpatriati.
Sul fronte della lotta ai trafficanti di esseri umani, “le parti hanno concordato di coordinare le posizioni ad Addis Abeba, New York e Ginevra per promuovere iniziative africane, europee e internazionali volte a ridurre la domanda, a rompere la catena di approvvigionamento e ad assicurare alla giustizia i responsabili”.
Askanews
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