Mentre la nostra vita regolata dalla quotidianità va avanti, il mondo è cambiato. Si è evoluto in un modo che la maggior parte della gente non lo sa. Dobbiamo cambiare le modalità di utilizzare la tecnologia stessa, per evitare di venirne impapocchiati, condizionati. Per tentare di capire come evitare questa bolgia tecnologica che sempre più ci spinge ad acquistare cose inutili, e dare in pasto l’intera nostra vita alle aziende, partirei dall’inizio della nostra breve storia su questo pianeta. Intorno all’8000 a.C. si sviluppò la Rivoluzione Agricola del Neolitico, e con essa nacquero le prime civiltà, che necessitavano di amministratori, operai e artigiani oltre ad una classe dirigente. C’era la necessità di un’ideale di forza persuasiva che unisse le varie etnie o classi sociali, e che giustificasse coloro che erano al potere. Nacquero così le religioni con i loro sentimenti d’impotenza, d’angoscia e di dipendenza, relativi a certi fenomeni naturali o sociali, giustificando così la presenza dello schiavismo o della soggezione servile.
Dato che l’uomo è prima un essere fisico per poi diventare animale politico e sociale distinguendosi dalla natura, così il suo dio diventa in seguito un essere politicamente controllato. Così l’Homo sapiens conquistò il mondo, grazie alle sue capacità di adattamento e di credere in miti collettivi come gli dei, il denaro, l’uguaglianza e la libertà, differenziandosi sempre più dal resto degli animali.
Da alcuni secoli grazie al progresso scientifico/tecnologico una buona parte dell’umanità vive più a lungo e in condizioni migliori dal punto di visto nutritivo, sanitario e della sicurezza. L’Homo sapiens domina il mondo perché è l’unico animale a credere in cose che esistono puramente nella propria immaginazione. Una prima deviazione ideologica si creò tramite l’evoluzionismo di Darwin, che equipara la selezione naturale al meccanismo della libera concorrenza capitalistica.
Una seconda deviazione avvenne con la corrente ideologica (scambiata per razzismo) chiamata “Eugenetica”, la quale ritiene che la soluzione di problemi politici, sociali, economici o sanitari possa essere raggiunta attraverso l’adozione di pretese soluzioni eugenetiche. Quest’ultima deviazione venne in seguito strumentalizzata durante l’ultimo conflitto mondiale. Nel passato le religioni e la mitologia pretesero di regolare la vita quotidiana sulla base di spiegazioni irrazionali, frenando lo sviluppo che una classe sociale o una casta particolare utilizzò per condizionare l’esistenza di una determinata società o comunità. Io mi pongo il quesito, di cosa potrebbe succedere alle nostre vite, nel momento in cui questi vecchi miti come la religione, la famiglia, e la democrazia, verranno implementati sempre più con le nuove tecnologie quasi divine come l’intelligenza artificiale, l’ingegneria genetica, la risonanza quantistica o il rilevamento empirico delle onde gravitazionali? Per coloro che subiscono supini i loro destini, sedati e ignari piuttosto che educati dalla tecnologia, queste mie riflessioni hanno dell’inquietante e fantasioso. Mi auguro che usino quei pochi neuroni ancora liberi per prendere loro delle decisioni importanti guardandosi intorno il futuro che è già presente.
Già oggi Google e Facebook conoscono i nostri gusti e le nostre preferenze politiche meglio di noi stessi. Cosa accadrà allo stato sociale quando gli algoritmi supportati dalla tecnologia digitale spingeranno gli uomini fuori dal mercato del lavoro creando una nuova e imponente “classe inutile”, e le nuove cattedrali della conoscenza come “la Silicon Valley” finirà per produrre nuove religioni oltre che nuovi gadget?
Noi specie dominante abbiamo creato il denaro che è il sistema di fiducia reciproca più pluralistico mai esistito, e il capitalismo come la religione più di successo mai esistita. Noi serial-killer ecologici, con l’individualismo e la tecnologia come strumenti, siamo incoraggiati da stati e mercati ad essere molto più potenti dei nostri avi, ma siamo davvero più felici? Forse la storia è nata quando gli uomini da animali inventarono gli dei e finirà quando gli uomini diventeranno dei.
Oggi il progresso non è solo nel mio personale “Big Brother” o scatola nera chiamato volgarmente cellulare, ma negli algoritmi che regolano il mondo finanziario, la borsa, la produzione industriale e il traffico aereo. Il News Feed di Facebook, le analisi dei dati della NSA per la sicurezza nazionale, per non parlare delle intercettazioni telefoniche e bancarie a livello globale, decideranno il nostro futuro, molto più delle prossime elezioni politiche. Temo che perderemo sempre più il ruolo dominante faticosamente conquistato e saremo considerati obsoleti come le audiocassette o la danza della pioggia. Oppure ci evolveremo a esseri geneticamente diversi con qualità e abilità pari agli dei. Basta digitare in Google “biologia sintetica” che alla pari del nostro dio già oggi riesce a creare nuove cellule per produrre artificialmente ogni oggetto e organo che necessitiamo. Governeremo ancora noi la nuova dea scienza o essa ci travolgerà? Come proteggeremo il nostro fragile pianeta e l’umanità stessa dai nostri poteri distruttivi, o saranno gli algoritmi creati da uomini che si credevano degli dei, che avranno il compito di salvare noi e tutta la bellezza che ci circonda?
Ritorneremo meno evoluti e più simili agli animali quali eravamo, prima del nostro lungo cammino evolutivo, lasciando ogni responsabilità alle macchine, robot, algoritmi o come preferiamo chiamare. Sono convinto che se ognuno conosce sempre meglio i meccanismi che vogliono condizionarci, saremo noi a sfruttarli al meglio, piuttosto che farci sfruttare e usare a favore di altri. Spetta a noi la scelta a quali di queste due categorie appartenere.
Mario Pluchino