Mentre Di Maio si premura a fornire nel dettaglio la lista degli impresentabili del Pd e del Centrodestra, molti dei candidati M5s rimbalzano sulla rete per notizie non proprio rassicuranti sul proprio conto. A parte il tanto chiacchierato Emanuele Dessì, ex consigliere comunale della cittadina laziale ora in corsa per il Parlamento, noto per essere “vicino” ad un componente del clan Spada, anche per altri candidati del movimento non sembrano circolare voci favorevoli. A cominciare dalla giovane candidata Alessia D’Alessandro, quella presentata come “grande economista strappata alla Merkel”, come l’aveva descritta Luigi Di Maio. Ma non tarda la “smentita” sotto le spoglie di una dichiarazione per fare chiarezza del fatto che la D’Alessandro non ha avuto alcun ruolo di rilievo nel partito Cdu della cancelliera tedesca Angela Merkel. “Abbiamo l’impressione che la sua posizione alla Wirtschaftsrat sia stata esagerata dal suo partito nei media italiani”, ha detto all’agenzia tedesca Dpa l’organizzazione dove ha lavorato la candidata, che è un think tank economico legato alla Cdu, ma non è un organo del partito. Altro candidato, altra batosta, questa volta ha il nome di Catello Vitiello, avvocato di Castellammare di Stabia candidato nel collegio uninominale di Castellammare Campania3 per la Camera dei deputati, affiliato a una loggia massonica di Napoli.
Ma Vitiello non ci pensa minimamente a fare un passo indietro sulla sua candidatura: “si è trattato solo di una breve esperienza, che si è conclusa in tempi non sospetti e non per motivi di opportunismo politico. Quando ho firmato la candidatura ero in regola con il codice etico… Non ero iscritto in quel momento e non lo sono ora”. Ma le regole del Movimento sono chiare e Di Maio ci tiene che vengano rispettate, per cui “per quanto ci riguarda è una persona che non ci aveva detto di far parte di una loggia massonica, e per questa ragione non può stare nel Movimento Cinque Stelle”. Infine il caso dei rimborsi non versati da alcuni parlamentari pentastellati Andrea Cecconi e Carlo Martelli, che presentavano falsi bonifici a dimostrazione dei loro versamenti farlocchi per il microcredito, punta di diamante del programma pentastellato. I due candidati hanno ritirato le loro candidature e il Movimento promette una linea dura contro chi ha sbagliato, a partire dagli uscenti e candidati in posizioni “sicure”. Saranno quindi “fatte le verifiche fino all’ultimo centesimo”, ma comunque “bisogna ricordare” che il Movimento “è orgoglioso di aver restituito agli italiani 23 milioni di euro di stipendi”.
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