Cambia il panorama politico italiano, cambiano i volti dei nostri parlamentari eletti in Europa: tutti giovani
Non è più tardi di 15 mesi, 4 dicembre 2016, che il governo Renzi aveva proposto una riforma costituzionale poi bocciata dal 60% degli italiani incluso i dissidenti del proprio partito. Da quel momento in poi, è iniziata una scissione che ha portato alla disgregazione del Centrosinistra italiano.
L’esperienza del passato non ha giovato a coloro che non hanno capito che da soli non si ha la forza necessaria per governare un paese. Soltanto l’unità e la compattezza possono fare la differenza ed alimentare il potere. Ci avevano provato Bertinotti e Mastella a tradire l’idea di unione, ma non è bastato. Sarebbe stato necessario, nel momento storico come quello in cui viviamo, non addivenire a separazioni e scissioni di una forza politica che ha governato negli ultimi anni il nostro Paese.
Tra i rappresentanti secessionisti storici, che hanno dato vita al partito “Liberi e Uguali”, il primo ad essere stato “punito” dal risultato elettorale del 4 marzo è stato Massimo D’Alema, seguito probabilmente da Pippo Civati, mentre fra coloro che grazie alla nuova legge elettorale hanno tratto vantaggio e sono riusciti a conservare la poltrona, possiamo annoverare Fassina, Bersani, Speranza, Boldrini e Fratoianni e, naturalmente, anche Pietro Grasso.
Tra le tante vergognose beghe di casa nostra, devo ricordare che la Svizzera è stata teatro di un’incomprensibile presa di posizione da parte di alcuni dirigenti PD Svizzera, che si sono “autosospesi” (qualunque cosa questo termine significhi) dal PD proprio a ridosso delle recenti elezioni. Faccio riferimento alla lettera mediante la quale Michele Schiavone, segretario del CGIE e della federazione del PD svizzero, decideva la sua autosospensione dallo stesso, come riportato da alcune agenzie stampa dal titolo: “Questo Pd non è più casa nostra”. I dirigenti dei circoli Dem in Europa scrivono a Renzi e lasciano il partito.
Personalmente mi sorge un dubbio. Non è che coloro qualificati come “dissidenti” dalle agenzie stampa non hanno trovato la garanzia di un seggio nelle liste del Partito Democratico ed hanno dovuto fare retromarcia sperando, in questo modo, di recuperare la loro posizione dirigenziale nel PD? Voci di corridoio dicono che molti di questi ex dirigenti PD hanno cercato di aderire alla nuova formazione politica di Pietro Grasso, “Liberi e Uguali”, ma si sono visti negare alcune candidature. Se così stessero le cose, allora per coerenza ed onestà intellettuale, queste stesse persone dovrebbero presentare le dimissioni dalle cariche che ricoprono, perché eletti grazie alla loro appartenenza al PD.
Nonostante tutto questo, gli italiani all’estero hanno espresso voto favorevole a questo Partito Democratico, uscito sconfitto dalle urne, anche grazie alle queste correnti contrarie che ne hanno minato l’unità, e facendo disperdere voti tra le innumerevoli liste che si sono presentate alle elezioni, consegnando, di fatto, l’Italia al Movimento 5 Stelle e alla Lega di Salvini. Bisognerà ora attendere per verificare se questi voti “di protesta” permetteranno la formazione di un governo credibile e stabile, sia agli occhi degli italiani sia sulla scena politica internazionale e, soprattutto, europea, come negli ultimi 5 anni di legislature che hanno risollevato non poco le sorti del Paese, recuperando molto del terreno perso con le ultime crisi. Semmai è necessario garantire continuità al processo riformistico, renderlo più incalzante al Sud per frenare l’inarrestabile emigrazione, e maggiormente focalizzato sul pilastro costituente la nostra società: la famiglia.
Un Paese che avrebbe estremo bisogno di coerenza, spirito patriottico, nuove idee e non di continue sterili beghe che non portano a soluzioni e di cui gli italiani sono disgustati da tempo.
Comunque sia, si rilevano cambiamenti per quanto riguarda i parlamentari della Circoscrizione Estera. Nuovi rappresentanti difenderanno gli interessi degli italiani nel Mondo come ad esempio, per la Circoscrizione Europa, il Capolista PD residente nel Regno Unito, Massimo Ungaro e la residente in Germania, Angela Schirò. Per il Centrodestra è stato eletto l’unico residente in Svizzera, Simone Billi. Con gli scarti sono stati recuperati la residente nel Regno Unito, Elisa Siragusa del M5S e Alessandro Fusacchia di +Europa di Emma Bonino.
Per il senato non ci sono state sorprese per l’ex Deputata, Laura Garavini PD che ha sostituito Claudio Micheloni ed il rientro di Raffaele Fantetti che ha preso il posto di Aldi Di Biagio.
Sulla base di una deludente realtà, sembra che il PD, per un calcolo presumibilmente machiavellico, abbia presentato per la Svizzera 5 candidati residenti sul territorio. Questo fattore, a mio parere, ha prodotto la dispersione di tanti voti togliendo di fatto al nostro territorio il numero dei candidati che da sempre ci hanno rappresentato.
Auspico vivamente che, le “new entries” sappiano dimostrare di saper fare il lavoro per cui sono stati scelte, difendendo gli interessi di coloro che pur non vivendo in Patria, sono ad essa indissolubilmente legati sia dal punto di vista sentimentale che da quello materiale.
La dignità degli italiani che hanno espresso la loro fiducia dovrà essere ben rappresentata in seno alle istituzioni in modo da impedire discriminazioni di qualsiasi genere. Tale fiducia non può essere disattesa né tradita, soprattutto alla luce di tutte le problematiche che noi italiani siamo stati costretti a subire a causa di una politica di alcuni rappresentanti eletti quali CGIE e Com.It.Es. che non sono stati in grado di interfacciarsi efficacemente con i parlamentari delle passate legislature, vuoi per incapacità, vuoi per lassismo o per inadeguatezza, né a contrastare i governi di turno. Questo ha prodotto l’inaccettabile conseguenza dell’allontanamento dei connazionali all’estero dalla politica italiana.
Banalmente la chiave di volta sarebbe quello di occuparsi delle cose concrete, mettendo al bando le inutili discussioni di principio, legate, ormai ad una politica che necessita di essere rinnovata, non solo a parole ma nei fatti. Questo potrebbe riavvicinare i giovani alle istituzioni, portare nuove idee, nuove soluzioni e adeguamenti alla vita attuale inserita in un’Europa che andrà rivista nel suo complesso e che porti finalmente il nostro Paese fuori dalle logiche sbagliate che ci fanno apparire inadeguati ed incompetenti, quanto alle politiche, agli occhi del mondo che inevitabilmente cambia. L’Italia è come un vecchio carrozzone, pieno di tesori ma mal gestiti, il che comporta solo perdite e non incrementi nell’economia. Ecco, allora che i rappresentanti all’estero diventano davvero il trait-d’union di noi italiani nel mondo, veri araldi dell’Italia all’Estero.
E allora, cari parlamentari eletti all’estero, non seminate indifferenza, e non la raccoglierete. Non nutrite disinteresse e non l’avrete. Rendeteci orgogliosi di essere “Italiani dell’Altra Italia”
Carmelo Vaccaro