L’intesa tra Lega e 5Stelle ha retto alla prova dell’elezione dei presidenti della Camera dei Deputati e del Senato. Muti i parlamentari eletti all’estero
A Montecitorio e Palazzo Madama i fatti si sono svolti come avevano programmato Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Roberto Fico sullo scranno più alto della Camera dei deputati e Maria Elisabetta Casellati su quello del Senato. Un leader storico dei 5Stelle e un’ex sottosegretaria alla Sanità di Forza Italia.
Le nebbie descritte nelle ricostruzioni giornalistiche che vedevano l’imminente rottura tra il leader della Lega e Silvio Berlusconi si sono dissolte con le prime luci dell’alba di sabato 24 marzo. Il tentativo del capo di Forza Italia di ostacolare l’accordo dei due principali vincitori delle elezioni del 4 marzo, candidando alla presidenza del Senato Paolo Romani, non è riuscito.
Di Maio e Salvini non si sono lasciati impressionare e hanno dimostrato di essere abili strateghi e di tenere sotto controllo i loro parlamentari. Entrambi, senza enfatizare, hanno voluto dimostrare di essere i due leader che segneranno il corso di questa XVIII legislatura.
LE FORZE POLITICHE IN PARLAMENTO
E gli altri partiti? Delle 38 formazioni politiche che correvano alle elezioni del 4 marzo, sono arrivate a destinazione solo quelle che hanno superato la soglia del 3 per cento. La nuova legge elettorale, chiamata “Rosatellum”, non ha determinato un vincitore assoluto con una maggioranza di governo chiara, ma ha semplificato sicuramente la rappresentanza politica. Ci sono meno partiti in Parlamento rispetto alla legislatura precedente: tre nell’area del centro destra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia); i 5 Stelle; il centro sinistra si è ridotto al Partito democratico, poiché i suoi alleati (Emma Bonino, Socialisti e Lorenzin) non hanno superato la soglia del 3 percento; infine a sinistra c’è solo LeU di Grasso, Boldrini e Bersani. Tutto qui, sette schieramenti alla Camera: M5S (227 seggi), Lega (123), Pd (112), Forza Italia (106), Fratelli d’Italia (32), LeU (14), SVP-MAIE-USEI (le formazioni del Trentino Alto Adige e del Sud America: 6); sette schieramenti al Senato: M5S (112), Forza Italia (61), Lega (58), Pd (54), Fratelli d’Italia (16), LeU (4), SVP-PATT (3). I pochi seggi mancanti sono ancora da assegnare.
Nella tornata per le elezioni dei presidenti di Camera e Senato, come si dice nel gergo calcistico, Pd e LeU non hanno toccato palla. Pur avendo entrambi anticipato di non voler entrare in campo, non sono stati chiamati a giocare. Divisi su due fronti, sono stati sconfitti alle elezioni e non avranno alcun ruolo nella formazione del governo. L’ipotesi avanzata da alcuni dirigenti del Partito democratico di offrire una sponda ai 5Stelle per un governo “grillino” con l’appoggio esterno del Pd non appare fattibile. Il tandem Di Maio-Salvini procede dritto verso il governo all’insegna del taglio ai costi della politica, pur se entrambi insistono nell’affermare che quella del governo è un’altra partita. Neanche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha la forza per fermarli, dopo la condotta del suo predecessore Giorgio Napolitano molto criticata sia dalla Lega che dai 5Stelle.
GLI ELETTI ALL’ESTERO
Confusione e silenzio hanno contraddistinto la prima prestazione politica di tutti i parlamentari eletti all’estero. Da Palazzo Madama la neo senatrice Laura Garavini mentre gridava all’inciucio, la sua collega piddina alla Camera dei deputati, Angela Schirò, salutava i nuovi presidenti di Camera e Senato con l’augurio di buon lavoro. L’altro parlamentare del Partito democratico eletto in Europa, il londinese Massimo Ungaro, si è limitato a fare la fotografia: “In mezzo all’emiciclo vedo tanti parlamentari leghisti che stringono la mano e si complimentano con Luigi di Maio…”. Non un cenno di commento.
L’unico parlamentare di +Europa, il romano ed ex collaboratore di Emma Bonino, Alessandro Fusacchia, ha pubblicato un video di ringraziamento agli elettori ed elettrici con una nota laconica: “In Aula in questo momento c’è un silenzio pazzesco”. E i vincitori come hanno reagito? Il senatore di Forza Italia eletto in Europa, il londinese Raffaele Fantetti, muto. Il leghista “zurighese” Simone Billi, ha postato su facebook un video per raccontare l’esito finale della votazione come un cronista: “La quarta è andata bene. In futuro seguitemi”. La grillina, anche lei londinese, Elisa Siragusa, ha pubblicato una foto gigante di Roberto Fico con l’esclamazione: “Cosa Aggiungere…”. I leader del Maie, Riccardo Merlo, unico parlamentare residente all’estero rieletto per la quarta volta, prudentemente, nell’attesa degli assetti governativi futuri, ha postato il video della proclamazione del presidente del Senato senza commento.
I 12 deputati e i sei senatori eletti all’estero si sentono sotto un fuoco incrociato. Da una parte la minaccia di vedere abolito il voto all’estero nell’ambito della riforma della legge elettorale e dall’altra la minaccia di imminenti nuove elezioni dopo un breve governo giallo-verde o istituzionale. Ne vedremo delle belle!
Attilio Tassoni