Per 10 anni ha accusato un dolore inspiegabile al petto, poi la scoperta sconcertante…
Ancora la sanità pubblica italiana nell’occhio del ciclone. Questa volta riguarda una dimenticanza non di poco conto, che avrebbe potuto costare la vita ad un 46enne viareggino.
L’uomo nel 2007 ha subito un impianto di pacemaker presso l’ospedale di Massa. Da allora un dolore al petto lo ha accompagnato fino adesso, per ben 10 anni, fino a quando, a causa di una protuberanza dolorosa che è apparsa proprio all’altezza del peto, è venuta alla luce l’agghiacciante scoperta: l’uomo ha trascorso questi 10 anni con una garza nel petto, proprio accanto al pacemaker. È così partita l’azione legale con richiesta di danni e la vicenda approda anche in Consiglio regionale della Toscana, con un intervento del capogruppo di Forza Italia Maurizio Marchetti che chiede l’avvio di un’inchiesta interna alle strutture sanitarie per chiarire l’accaduto.
“A colpirmi – sottolinea Marchetti – è certo l’errore compiuto in fase operatoria e che ha messo a grave rischio la salute del paziente, ma più ancora le sue continue richieste d’aiuto per quella protuberanza dolorosa che negli anni gli si era formata sul petto, all’altezza del cuore, e che nessuno a quanto pare ha voluto prendere in seria considerazione effettuando le necessarie verifiche diagnostiche in un paziente cardiopatico”. “Si è dovuto attendere l’esaurimento del generatore, e la conseguente presa in carico del paziente da parte della Fondazione Monasterio di Pisa per la sua sostituzione – prosegue il capogruppo azzurro – perché venisse rinvenuto l’oggetto causa di tanto malessere. Trovo tutto questo un’aberrazione, spia di un sistema sanitario stressato che colloca la persona ai margini, anziché al centro come dovrebbe essere”.
“Che adesso il paziente intenda chiedere ristoro per il danno subito è naturale e legittimo. Noi invece – conclude Marchetti – chiediamo alla Regione che si attivi un’inchiesta interna per capire chi, come e in quali circostanze non abbia posto la debita attenzione rispetto al disagio lamentato dal paziente, onde verificare se e quando si sarebbe potuto individuare il corpo estraneo, risparmiando rischi e malesseri al paziente già provato”.
Dal Ministero della salute spiegano che le conseguenze che una garza dimenticata nel corpo umano può determinare sono diverse: può restare incapsulata da una reazione fibrotica e dare sintomi scarsi, del tutto assenti o manifestarsi con una occlusione intestinale da aderenze; può determinare una reazione ascessuale con i sintomi dell’infezione e della sepsi; può migrare all’interno di organi cavi (intestino, vescica) dando luogo a perforazioni e danno degli organi interessati. La mortalità è importante, essendo compresa tra l’11 e il 35% nelle diverse casistiche.