In attesa del nuovo disco, Elisa si concede un tour nelle maggiori città europee, tra cui anche Zurigo! Siete pronti ad ascoltare dal vivo l’ultimo singolo della cantante friulana? Manca poco, l’appuntamento è il 13 maggio al Kaufleuten, nel frattempo leggete l’intervista esclusiva concessa a La Pagina!
Lo scorso anno hai festeggiato 20 anni di carriera. Come puoi sintetizzare questi anni, quali sono i ricordi più importanti che ti accompagnano?
Se dovessi riassumere questi 20 anni in una frase, direi che sono “la realizzazione di un sogno”. Ho tantissimi ricordi, sono stata fortunata a poter assistere a cose speciali, conoscere persone speciali e fare cose speciali come duettare con Luciano Pavarotti, che è stata un’emozione enorme, così come anche i duetti e le collaborazioni con Ligabue, con Tiziano Ferro, Giuliano Sangiorgi, che poi è anche un mio grandissimo amico. Scrivere una canzone, produrla, registrarla… ero giovane, avevo 27 anni e per me era una cosa surreale! Ricevere consigli sui testi da Peter Gabriel, che per me è un mito… Sicuramente non dimenticherò la grande festa con le 4 serate che abbiamo fatto all’Arena di Verona per questi 20 anni di carriera, con 20 ospiti e persone che ascolto e di cui sono fan: è stato proprio surreale avere sul palco tutti questi amici e colleghi che stimo tanto, essere riuscita a riempire 4 serate all’Arena è stato il culmine di una fase bellissima della mia vita. Adesso ho voltato pagina e ho ricominciato a mettere le mani dentro musica nuova, che è anche il motivo che mi porta in tournée.
In questi anni hai realizzato tantissimi successi: solitamente da dove trai ispirazione quando componi i tuoi brani?
Questa cosa varia molto perché possono essere sia degli elementi forti, qualcosa che mi tocca, che non devono essere necessariamente belli o brutti, sia semplici pensieri, momenti in cui analizzo una certa cosa e allora mi viene la voglia di trasformarla in un messaggio e di metterla dentro una canzone. È un meccanismo non razionale, molto istintivo. Soprattutto non scelgo i momenti in cui questo accade, ci sono dei momenti che mi capita di scrivere tantissimo e altri, soprattutto ultimamente, con la vita che facciamo con due bambini, in cui proprio è più difficile. Anche se quando arriva l’ispirazione, indipendentemente da quello che faccio, mi fermo e scrivo e a volte mi capita di andare a dormire alle 4 di mattina per svegliarmi alle 7 e portare i bimbi a scuola. Il motivo, quello che muove tutto, è sempre questa tensione che c’è di fondo che non è una tensione negativa ma bella, emotiva, creative, che mi spinge, sento come un’energia intrappolata dentro e con la musica riesco a farla uscire.
Adesso sei impegnata nell’European tour, ti sei già esibita con grande successo a Londra: da dove nasce l’idea di questo tour nelle maggiori città europee?
L’idea del tour nasce da un bisogno di confronto. Non mi piace stare ferma, ho bisogno di sentire la vita, gli altri, i viaggi, il tempo che passa. Soprattutto quando sto scrivendo un album ho bisogno di andare a fare un’incursione nella realtà, non nella mia realtà che io sto vivendo ma altre realtà e quindi altri stati e posti diversi. Adesso che sto scrivendo questo nuovo album, ho chiesto alla mia agente di mandarmi in giro, in posti non troppo grandi ma abbastanza intimi, in modo da avere uno scambio musicale ma anche umano, riuscendo così a portare tutta questa energia raccolta in studio. Il fatto di andare a suonare in maniera semplice, davanti a poche persone, in ambienti piccoli, è una cosa che ti riporta alla dimensione delle cose che contano. Era un mio grande desiderio venire in tournée in questo momento.
Cosa dobbiamo aspettarci dal concerto che terrai qui a Zurigo? Molti si chiedono se canterai in inglese o in italiano…
Non ci sono canzoni che preferisco e non ho una preferenza tra cantare in inglese o in italiano. Sono due cose diverse ma allo stesso tempo non lo sono per niente! Abbiamo messo in scaletta tante cose diverse fra loro. Ho letto tutte le richieste che mi sono giunte tramite i social dai fan, ho cercato di accontentare tutti e sono sia testi in italiano che in inglese. Nella mia musica le due lingue hanno un loro ruolo fondamentale e anche complementare.
Il tour ti ha dato l’occasione di presentare l’ultimo singolo “Will we be stranger”, un brano che “Non riuscivi più a tenerti e l’hai dovuto far uscire” come hai scritto ai tuoi fan. Però scrivi anche che il brano non c’entra nulla con l’album. Puoi spiegare meglio questo pensiero?
È un brano che ho realizzato con il produttore Big Fish con cui abbiamo fatto un sacco di incursioni in vari generi di musica. Lui è esperto di musica elettronica ma spazia tanto. Io stavo lavorando a tutti i brani nuovi e avevo un misto di cose veramente diverse tra loro. “Will we be strangers” era un po’ più estrema rispetto alle altre cose, tendente tra il dance con un tocco nostalgico e un po’ dark. Non volevo aspettare altro tempo per farlo uscire e ho deciso di sfruttare questo tour per buttarlo fuori. Non ha alcuna regola discografica, non è una scelta commerciale ma di cuore. Nel nuovo album ci sono delle sorprese, ma non posso svelare tutto…
Sei sempre molto attiva attraverso i social e sembri molto vicina a chi ti segue. Quanto è importante per te il rapporto con i tuoi fan?
Mi piace molto quest’idea di non avere filtri e che per dire una cosa posso dirla io con un video, una foto o con un post. Anche perché non è una cosa a senso unico: posso farlo io direttamente e leggere tutti i commenti e le risposte delle persone e senza che ci sia nessuno tra noi. Questa è una cosa bellissima. Del rapporto con i fan la cosa bella è la sincerità e l’onestà. Sono convinta che le persone che commentano siano molto sincere e per me è un lusso riuscire a conoscere il pensiero puro di una persona che si interessa ad una cosa che faccio. È una cosa molto preziosa.
Hai accennato a tutte le importanti collaborazioni con big della musica. Con chi vorresti realizzare la prossima importante collaborazione?
Di sicuro con Bono Vox e Eddy Vedder che ho tanto amato e che sono sempre stati miei idoli… chi lo sa!
Eveline Bentivegna