Il secondo turno delle elezioni che ha eletto il nuovo Consiglio di Stato è stato, purtroppo, caratterizzato dalla poca affluenza alle urne da parte dei cittadini ginevrini. Solo il 35% degli aventi diritto, infatti, ha espresso il voto per eleggere i sette saggi che governeranno per i prossimi cinque anni il Cantone di Ginevra. I voti totali sono stati 91’938, incluse le 266 schede nulle e le 793 schede bianche su 262’714 elettori iscritti nelle liste del Cantone.
È stata una donna, Nathalie Fontanet, PLR a sostituire il collega di partito François Longchamp, decano e Presidente del Consiglio di Stato che non si è ripresentato in questa tornata elettorale dopo quasi 14 anni al Governo ginevrino. La new entry è andata ad aggiungersi alla socialista Anne Emery-Torracinta.
Il Partito Socialista (PS), dopo aver perso il seggio nel 2013, lo ha riconquistato con il Consigliere Amministrativo della Città di Vernier, Thierry Apothéloz alla sua seconda candidatura.
Riconfermati tutti gli altri, compresi i due Consiglieri di origine italiana, Mauro Poggia e Serge Dal Busco, a parte Luc Barthassat che non ha ottenuto i voti sufficienti per continuare il suo mandato.
Di seguito nomi e una breve presentazione dei membri del prossimo Consiglio di Sato.
Pierre Maudet, del PLR, rieletto al 1° turno con 59’180 voti raggiungendo un risultato che è raro, poco più del 51% dei suffragi. Nato nel 1978 è sposato e padre di tre figli. Dopo la scolarità a Ginevra, ha proseguito gli studi presso l’Università di Friburgo dove si è laureato in giurisprudenza nel marzo 2006. Pierre Maudet è stato eletto al Consiglio Amministrativo della Città di Ginevra nel 2007 e rieletto nel 2011. Il 1 giugno 2011 viene eletto, dal Consiglio Amministrativo, Sindaco della Città di Ginevra. Dopo le dimissioni di un Consigliere di Stato, il 17 giugno del 2012, viene eletto al Consiglio di Stato del Cantone di Ginevra e rieletto nel 2013. Negli ultimi 5 anni ha diretto il DSE (Dipartimento della sicurezza), periodo durante il quale si è battuto con successo per diverse iniziative fra le quali far adottare una nuova legge sulla Polizia, necessaria per essere più adatta ai nuovi fenomeni criminali. Questa legge, per venire incontro ai cittadini che si confrontano con le procedure messe in campo dalla Polizia, prevede un organo di mediazione neutro cui i cittadini possono rivolgersi per prendere contatti con la Polizia, controllare che le procedure siano state rispettate, chiedere spiegazioni sulle motivazioni che hanno portato la Polizia ad agire in un modo piuttosto che in un altro.
Mauro Poggia, MCG, rieletto con 51’015 voti. Nato nel 1959 a Moutier. Avvocato da 35 anni è anche presidente dell’ASSUAS-Ginevra (Associazione svizzera degli assicurati). Iscritto all’MCG nel 2009 e già noto per le sue lotte, in particolare nel settore delle assicurazioni. Lo stesso anno è stato eletto al Gran Consiglio ginevrino. Nel 2011 è stato eletto al Consiglio Nazionale e nel 2013 al Consiglio di Stato. Negli ultimi 5 anni ha diretto il DEAS, il Dipartimento per l’impiego e gli aiuti sociali. Si è distinto mettendo in campo un’iniziativa unica in Svizzera. In occasione dell’entrata in vigore, a ottobre 2016, della normativa penale circa la truffa agli enti assistenziali, ha previsto per i beneficiari di aiuti sociali, la possibilità di autodenunciare i beni ancora mai dichiarati al servizio delle prestazioni complementari, per evitare procedimenti penali e l’espulsione dalla Svizzera.
Serge Dal Busco, PDC, rieletto con 50’141 voti Nato a Ginevra nel 1959 da genitori italiani emigrati dal Veneto nei primi anni 1950. Sposato e padre di quattro figli è stato Sindaco di Bernex per cinque volte, dal 2003, Deputato al Gran Consiglio ginevrino. Membro del Consiglio Amministrativo del Comune di Bernex, ha conseguito il dottorato presso il Poly di Lausanne dopo la laurea in ingegneria civile presso il Poly di Zurigo. È socio di uno studio d’ingegneria civile con sede a Carouge. A capo del DF dal 2013 ad oggi, Dipartimento delle Finanze, oltre a appoggiare la RIE III, la riforma fiscale tesa a favorire dal punto di vista fiscale l’insediamento di multinazionali a Ginevra al fine di aumentarne l’economia a livello cantonale e cittadino, si è occupato di fare il possibile, coadiuvato da associazioni di cittadini, prima fra tutte la SAIG, di estendere il più possibile le informazioni circa l’adesione all’amnistia fiscale svizzera, che scevra di ammende e procedimenti penali a carico di coloro che decidono ai autodenunciarsi, ha avuto un notevole successo nel nostro cantone.
Antonio Hodgers, Les Verts, rieletto con 49’684 voti nato nel 1976 a Buenos Aires (Argentina), è il più giovane Consigliere di Stato, nel quale ha ricoperto la carica di Consigliere Nazionale. Nel 1997, è entrato nel Gran Consiglio del Cantone di Ginevra fino a novembre 2007. Dal 2006 al 2008 è stato anche presidente della Ginevra Verdi. E’ stato eletto nelle elezioni federali del 21 ottobre 2007 presso il Consiglio Nazionale come rappresentante del Cantone di Ginevra. In carica come Consigliere di Stato al Dipartimento dello sviluppo, degli alloggi e dell’energia Consigliere, si è molto occupato dei progetti del necessario ampliamento della realtà alloggiativa di Ginevra. Il suo sogno nel cassetto? Riuscire a far arrivare in porto, da oggi al 2050, il progetto a Ginevra denominato “la società a 2000 watts” che è una società che vuole incoraggiare le iniziative volte a non consumare e a produrre energia da donare al pianeta, punto di equilibrio ecologico ideale che ha in programma di rinnovo delle fonti di energia rinnovabile, anche per adeguare gli immobili che furono costruiti negli anni 60 e 70, durante la “generazione del petrolio”, periodo durante il quale non si faceva caso allo spreco energetico né all’inquinamento.
Nathalie Fontanet, PLR, eletta con 45’522 voti. Nata nella vicina Francia nel 1965, avvocato e consigliere giuridico in una banca rinomata è madre di tre figlie.
Dal 2003 al 2009 eletta al Consiglio Municipale della Città di Ginevra. Nel 2005 occupa la carica del Partito Liberale e affronta l’investitura di Consigliere di Stato con 14 anni di esperienza politica. L’obiettivo principale in quanto Consigliere che ha dichiarato essere prioritario, c’è il problema dell’impiego, alla risoluzione del quale, pensa ad una politica di coesione alla ricerca di una maggioranza e che le permetta di lavorare in maniera più trasversale.
Anne Emery-Torracinta, PS, rieletta con 44’905 voti. Nata nel 1958 a Ginevra, sposata dal 1981 e madre di tre figli. Ha studiato storia economica e sociale presso l’Università di Ginevra. Nel 2005 ha conseguito un certificato universitario in gestione delle istituzioni sociali. Nel 2005 è stata eletta al Gran Consiglio del Cantone di Ginevra, dove ha ricoperto la carica di leader del gruppo tra il 2008 e il 2010 e, nel 2013, ha presieduto la Commissione delle Finanze e, Vicepresidente della Commissione Affari Sociali. A capo del DIP, Dipartimento istruzione pubblica, cultura e sport, si è molto occupata di politica per l’infanzia e per la gioventù fine di favorire lo sviluppo armonioso di ciascuno nell’ambito della scuola per dargli la possibilità di partecipare al meglio alla vita sociale.
Thierry Apothéloz, PS, eletto con 44’884 voti. Nato nel 1971 a Ginevra, educatore sociale ha conseguito un baccalaureato in diritto all’Università di Ginevra. Membro del Partito Socialista tra le molte cariche istituzionali e associative, è anche Presidente dell’Associazione dei Comuni Ginevrini.
Nel 2000 viene eletto al Consiglio Municipale della Città di Vernier e al Grand Consiglio ginevrino nel 2003. Lo stesso anno viene eletto Consigliere Amministrativo di Vernier dove occuperà la carica di sindaco per ben sei volte dal 2003 al 2015. Dalla sua biografia apprendiamo che le sue esperienze, hanno contribuito a caratterizzare un percorso che ha voluto coerente, giusto e sempre la servizio della collettività. E, difatti, nella città di Vernier ha fatto della coesione e dell’infanzia i suoi cavalli di battaglia.
Due parole sul modo di gestire le campagne elettorali, le elezioni ed il dopo-elezioni da parte dei politici a Ginevra. Tutto si svolge nella più assoluta correttezza politica. Le parti in campo non si danno addosso le une contro le altre stigmatizzando gli errori dei concorrenti senza proporre un vero programma, arte nella quale noi italiani siamo maestri. Partecipare ai festeggiamenti del dopo elezioni è un piacere. Una festa cui partecipano tutti, politici, giornalisti e cittadini, che possono avvicinare i loro rappresentanti senza problemi o troppi filtri.
Al servizio della comunità per passione e per stato di servizio, si nota subito una differenza enorme con i nostri, di politici, divi assoluti e pieni di sé, inarrivabili e privi del più elementare senso di attenzione verso coloro che rappresentano e ai quali, inevitabilmente, cambiano la vita (di solito in senso peggiorativo). Troppo concentrati a gestire il “potere” e la ricchezza che comporta la carriera politica per rendersi conto di quali siano i reali desideri o esigenze dei propri concittadini. A Ginevra è tutto il contrario. I politici sono veramente al servizio di chi affida loro la propria vita, sociale, lavorativa, economica, abitativa. E questo dovrebbe essere ovunque. Ecco, allora, che anche nel comportamento quotidiano di queste persone, nell’ambito dell’esplicazione del mandato che gli è stato affidato, si evince con chi si ha a che fare. Niente scorte, niente auto blu (è normale incontrarli nei bus o nei tram, oppure che si recano al lavoro in bicicletta). Persone normali che riescono a gestire altre persone normali come loro. Se, poi, gli elettori, al termine dei 5 anni previsti, si rendono conto che i loro rappresentanti non hanno lavorato bene, allora molto semplicemente ne votano di nuovi, di amministratori della res publica. Perché di questo si tratta: di amministratori della cosa pubblica.
In Italia, purtroppo, una volta arrivati alla famosa “poltrona”, fanno fatica a staccarsene e assistiamo ad un “rimaneggiamento” con le solite persone che si riconvertono, si alleano, lasciano i precedenti alleati, cambiano partito, insomma, la festa dell’ipocrisia che alla fine ci propina sempre gli stessi personaggi. Ci piacerebbe che anche da noi potessimo arrivare ad un livello tale di democrazia (o civiltà, diciamo) che ci permetta di scegliere veramente i migliori, i più motivati, i più professionali per un mestiere, difficile, duro, ma gratificante al massimo quando riesce davvero a cambiare le cose al meglio possibile, magari non per tutti ma per molti.
Di chi potrebbe essere la colpa, del cittadino che non sa scegliere o dalla carente proposta politica?