A soffrine un quinto degli europei
Secondo uno studio Eurostat, il 17.9 % degli europei soffre di disturbi sonori dovuti al rumore proveniente dalla strada: a stare peggio chi vive in città, meno grave invece la situazione per chi sta in campagna (il 23,3% nelle aree urbane e il 10,4% in quelle rurali). Gli italiani sono sotto la media europea: a soffrirne si stima siano infatti solo il 16,2%, in diminuzione rispetto alla precedente rilevazione che faceva registrare un più corposo 18.3%.
A lamentare maggiormente il fastidio derivante dall’inquinamento acustico i cittadini di Malta (26,2%), Germania (25,1%) e Olanda (24,9%), seguiti da Portogallo (23,1%), Romania (20,3%), Grecia (19,9%) e Lussemburgo (19,7%). Lo Stato con il minor numero di problemi sonori è invece l’Irlanda (7,9%), seguito da Croazia (8,5%), Bulgaria (10%) ed Estonia (10,4%).
In generale, a livello Ue ad essere più sensibili al rumore sono i single, con il 20,8% di persone che si sono lamentate dei vicini o della strada, poi le coppie, con il 17,8%, e infine le famiglie più numerose, con il 16,6%. In particolare, il 18,4% delle famiglie senza figli è infastidita dal rumore, mentre la percentuale scende al 17,5% per quelle con figli.
A dare la definizione di ‘inquinamento acustico’, il principale responsabile dei disturbi sonori, l’articolo 2 della legge n 447/1995, che lo definisce come “l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con le normali funzioni degli ambienti stessi”. In effetti negli ultimi anni l’inquinamento acustico rappresenta uno dei più gravi problemi ambientali, con elevato e diffuso impatto sulla popolazione, e i suoi effetti negativi sulla salute umana e sulla qualità della vita sono ormai noti.
Molte ricerche hanno infatti dimostrato come l’incidenza di disturbi del sonno, di infarti, ictus, ipertensione e malattie cardiovascolari, sia più diffusa tra la popolazione che vive nella congestione di città particolarmente rumorose, rispetto a quella meno sottoposta ai rumori. L’esposizione all’inquinamento acustico incide sulla salute umana, pregiudicando lo stato di benessere fisico e mentale. Nello specifico i danni fisici si distinguono in uditivi ed extrauditivi. La diminuzione dell’udito causata dal rumore può esser quantificabile attraverso esami audiometrici, è irreversibile e si manifesta con vari sintomi, quali fatica uditiva, insensibilità, fastidio accompagnato da ronzio e vertigini.
In merito ai danni extrauditivi, invece, possiamo rilevare una vasta gamma di disturbi: dall’aumento della pressione arteriosa e della frequenza respiratoria ai disturbi all’apparato gastrointestinale (dispepsia, maggiore motilità e secrezione gastrica); dalle alterazioni al sistema nervoso centrale all’iperattività di ipofisi, tiroide e surrene a livello del sistema endocrino, fino alle modificazioni apportate al sistema immunitario.
Più in generale, l’esposizione al rumore è fonte di stress, poiché provoca variazioni accertabili della pressione sanguigna, del ritmo cardiaco, della vasocostrizione e della secrezione endocrina.