I raid aerei prima e l’invasione israeliana nella Striscia di Gaza poi, in reazione al quotidiano lancio di razzi sulle città limitrofe israeliane da parte di Hamas, stanno suscitando nell’opinion pubblica internazionale reazioni di diverso segno; ci sono, inoltre, alcuni giudizi che stanno emergendo ora e che fino a qualche giorno fa non venivano espressi. Il primo è che uno Stato e un popolo hanno diritto a vivere nella sicurezza. I razzi sistematicamente lanciati da Hamas contro i cittadini israeliani seminano giornalmente paura e sangue. Il secondo è che la reazione israeliana sarà anche sproporzionata, ma è legittima, in quanto persegue il proposito di neutralizzare chi attenta alla sicurezza della sua gente. Il terzo giudizio è che la tregua e la pace, per avere la dignità che queste parole contengono, devono essere chieste da entrambe le parti. Se una, Hamas, ha nel suo Statuto la distruzione dello Stato d’Israele e “lo sterminio degli ebrei” evidentemente non solo non è interessata alla tregua come strategia, ma la considererebbe unicamente come stratagemma per continuare a fare quello che ha sempre fatto. Il quarto giudizio è che lo spettacolo raccapricciante delle vittime palestinesi civili, in buona parte anche bambini, non può lasciare indifferente nessuno e proprio per questo sono ancor più raccapriccianti i filmati che mostrano i soldati di Hamas strappare i bambini dalle braccia delle loro madri e trascinarli sui luoghi di lancio dei razzi per poter dire che gli israeliani colpiscono i bambini innocenti palestinesi. Si capisce perciò perché Hamas ha rifiutato la proposta egiziana secondo la quale ad un tavolo della pace devono sedersi in due, Hamas e Israele: fare questo passo significherebbe, per Hamas, riconoscere Israele. Di questo quarto giudizio sembra che gli stessi palestinesi moderati o laici di Fatah stiano, seppur a fatica, prendendo atto, convincendosi che bisogna convivere nella pace, non nell’odio e nel sangue. In quella regione e con tali soggetti manovrati dall’Iran in nome della guerra Santa contro i nemici può essere impiegata tutta la forza multinazionale di pace che si vuole, sotto l’egida dell’Onu, ma non si avrà mai una pace decente se chi ti vuole distruggere non viene neutralizzato. Senza questa condizione gli appelli da più parti provenienti serviranno certamente a tranquillizzare la coscienza di chi li lancia, ma non serviranno affatto alla causa della pace e della convivenza civile tra i palestinesi e gli israeliani.
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