Risposta del presidente del COMITES di Zurigo Luciano Alban all’articolo su CGIE e Comites di Marco Tommasini, pubblicato la scorsa settimana
Gentile redazione,
nell’articolo pubblicato sul giornale “La Pagina”, a firma di Marco Tommasini, ci sono delle notizie palesemente false. Come Presidente del COMITES di Zurigo tengo a precisare che codesto COMITES ha fatto tutto il possibile in base alle proprie possibilità. A testimonianza del nostro operato, chiedo, cortesemente, che nel prossimo numero del giornale “La Pagina” venga pubblicata la seguente documentazione:
Scheda con il riassunto delle iniziative del COMITES di Zurigo a favore dei truffati da Giacchetta.
La lettera scritta dal Presidente, a nome del COMITES di Zurigo, al Segretario Generale della CGIL Susanna Camusso
Inoltre tengo a precisare che il Presidente del COMITES di Zurigo non ha mai lavorato per nessun Patronato. La mia carriera lavorativa è stata per ben 45 anni nel settore privato. Nessun membro dell’Esecutivo del COMITES di Zurigo è dipendente di Patronato. Il COMITES di Zurigo, come si evince dalla tabella riassuntiva, si è sempre occupato delle persone truffate. Nei limiti del nostro mandato territoriale, abbiamo sempre sollecitato i vari Consoli a fare il possibile per aiutare le persone truffate. Dalle informazioni avute sappiamo che a questo caso si sono interessate tutte le forze politiche e i parlamentari: dalla destra alla sinistra.
Nell’attuale situazione, siamo del parere che solo un intervento della Magistratura potrebbe smuovere l’impasse.
Il sottoscritto era presente in Tribunale quando Il Signor Giacchetta è stato condannato a nove anni di carcere. Al termine del carcere il Signor Giacchetta sarà espulso dalla Svizzera. Il Signor Giacchetta è stato sollevato dal mandato di membro del COMITES, il 4 febbraio 2009, per le continue assenze ingiustificate, prima che venisse scoperta la truffa. Tutti ne eravamo all’oscuro, tanto è vero che, all’epoca, Giacchetta teneva una rubrica settimanale proprio al giornale “La Pagina”.
Dispiace che Marco Tommasini strumentalizzi con notizie fuorvianti un caso così doloroso per tutta la comunità italiana in Svizzera.
C’è anche l’aggravante del fatto che il COMITES di Zurigo aveva ricevuto in audizione il Signor Tommasini e, in tale occasione, era stato informato della documentazione in allegato.
Cordiali saluti
Il Presidente del COMITES di Zurigo
Luciano Alban
Lettera alla Camusso
Gentile Segretario Generale Susanna Camusso, sono passati ormai 8 anni dal caso Antonio Giacchetta. Nella veste di direttore della sede dell’INCA di Zurigo, Antonio Giacchetta, ora condannato dalla giustizia Elvetica a nove anni di reclusione per la truffa a danno di 76 connazionali per un valore di 12 milioni di franchi svizzeri – cifra accertata dalla magistratura in 76 casi – persone per lo più vedove, private del capitale della pensione, denominata in Svizzera come secondo pilastro. Considerando che la falsificazione di documenti riguardava ben 250 casi si pensa che la cifra reale sia ancora maggiore.
Ad oggi solo pochissimi dei truffati sono tornati nuovamente in possesso di ciò che gli era stato tolto in modo truffaldino, ma la maggior parte di loro, non avendo ottenuto nulla, versano in gravi condizioni finanziarie e psicologiche: oltre al danno finanziario hanno subìto l’umiliazione da un Patronato di fiducia che doveva aiutarli a salvaguardare la loro previdenza di vecchiaia.
In una recente riunione plenaria, il Comites di Zurigo ha ricevuto una delegazione delle persone truffate da Giacchetta. Nell’incontro con la delegazione dei truffati abbiamo raccolto testimonianze drammatiche. Non si può rimanere sordi al grido di giustizia di molte persone anziane, tra le quali molte donne vedove, che hanno perso il loro sostentamento per la vecchiaia, costruito con anni di lavoro e di sacrificio. Dal punto di vista giuridico risulta l’inadempienza dell’INCA-CGIL in Svizzera, tanto che la magistratura svizzera ne ha ordinato la chiusura. Ma non si può tacere sul fatto che l’INCA CGIL svizzera è figlia della CGIL italiana, e che i dipendenti erano pagati con denaro del Ministero del Lavoro italiano. Il sindacato che Lei rappresenta, ha un’indubbia responsabilità etica e morale in quanto la truffa è stata perpetrata da un direttore di sede.
Come rappresentanti della comunità nella Circoscrizione consolare di Zurigo siamo chiamati a tutelare i diritti della comunità italiana. Abbiamo altresì il dovere di salvaguardare l’immagine e il ruolo svolto dagli Istituti di Patronato e i loro dipendenti.
Il COMITES di Zurigo Le chiede, in quanto responsabile della CGIL italiana, di trovare una soluzione che venga incontro ai bisogni dei danneggiati dal direttore dell’INCA-CGIL svizzera. Questa richiesta viene avvalorata dal fatto che una nuova Associazione di Patronato: “Associazione Diritti e Solidarietà “, opera nuovamente, come affiliata alla CGIL.
Il Comites non può rimanere unicamente spettatore in questa dolorosa situazione che tocca gli anziani più deboli, ma deve farsi interprete delle richieste della collettività che rappresenta, ancor di più quando avvengono fatti di tale gravità.
Confidando in un positivo
riscontro, Le giungano
distinti saluti
Il Presidente del COMITES di Zurigo
Luciano Alban