Marco Solari, presidente; Nadia Dresti, responsabile di Locarno-Pro riservato agli operatori del settore; Raphael Brunschwig, direttore operativo; Giada Peter, responsabile della comunicazione; l’ ufficio del direttore artistico. E’ questo il dream-team che ha coordinato la presenza in città di novecento giornalisti; mille professionisti dell’industria cinematografica; una infinità di eventi collaterali che hanno coinvolto ben cento ottanta tra sponsor e sostenitori esterni; la visita delle delegazioni diplomatiche presenti nella Confederazione; il lavoro di ottocento collaboratori; lo svolgimento di un notevolissimo numero di conferenze stampa e proiezioni cinematografiche in particolare sul mega-schermo di trecentosessantaquattro metri quadrati nel centro della città: Piazza Grande. E’ uno degli eventi cinematografici piu’ noti al mondo. Nato nel 1946, Locarno quest’anno ha raggiunto la sua settantunesima edizione.
Il gradimento del pubblico è confermato dalla presenza di un esercito di centocinquantaseimila cinefili che ha portato alla occupazione quasi totale degli alberghi cittadini nei dieci giorni della rassegna. La attività di almeno sei differenti giurie artistiche ha attribuito ben ventuno riconoscimenti. Un paio di dovute segnalazioni. Vincitore del Pardo d’oro, primo premio, è il film A land immagined, di Yeo Siew Hua, regista di Singapore. Il premio del pubblico sponsorizzato da UBS, da trentasette anni uno fra i principali sostenitori della industria cinematografica a Locarno, è invece stato attribuito a Blackkklansman del regista americano Spike Lee.
L’evento locarnese è una manifestazione ormai collaudatissima e che ad ogni edizione si trova a mediare tra due esigenze differenti. Da un lato: le necessità di coloro che del cinema ne fanno arte e professione: produttori, registi, critici, attori. All’opposto ci sono le richieste del grande pubblico. Sono le sue preferenze a premiare un’ opera in termini commerciali. Che é quanto serve alla industria cinematografica per proseguire.
L’eterno dibattito fra queste due esigenze porta ogni edizione del Festival locarnese ad avere caratteristiche uniche e ravvivare la sua indispensabile dialettica evolutiva. Si puo’ essere imparziali nel giudicare una produzione artistica? No. E allora non lo saremo neppure noi. Tra i film della rassegna segnaliamo due gradevoli co-produzioni RSI-Radiotelevisione svizzera e Cinédokké, con la milanese Falkor Production e RAI Cinema. Per entrambe è facile prevedere il favore del pubblico: “L’ospite” e “Un nemico che ti vuole bene”, quest’ultimo con Diego Abatantuono ed una vivacissima Sandra Milo.
Non anticipiamo nulla allo spettatore, se non che queste due pellicole saranno distribuite anche nelle nostre sale. Lo staff di Locarno Festival è già al lavoro per la edizione 2019: ci auguriamo che la dirigenza continui ancora a confermare la evoluzione di una formula espositiva sinora vincente. Il pubblico non chiede altro. Noi torneremo per riferirvene.
AN GRANDI
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