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22 November 2024
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Svizzera

Regge al Nazionale la legge sulla riforma fiscale

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Dopo una intensa battaglia politica anche il Nazionale approva il pacchetto “riforma fiscale e finanziamento dell’AVS”. Un compromesso per eliminare i benefici fiscali delle imprese estere in Svizzera

Dopo le due più cocenti sconfitte subite dalla politica, sulla Riforma III dell’imposizione delle imprese e sulla  Riforma della Previdenza per la vecchiaia 2020, il governo ha proposto di legare la riforma fiscale al risanamento dell’AVS. La formula magica è stata trovata dal Consiglio degli stati e prevede di compensare ogni franco di tassazione perso alla riforma fiscale con uno di finanziamento all’AVS. Una proposta che alla Confederazione costerà 2.105 miliardi di franchi da versare all’AVS, tanto quanto dovrebbero essere le perdite fiscali con il PF 17. La Commissione prevede di finanziare il pacchetto con tre misure. I contributi salariali aumenterebbero dello 0.3% a carico per metà rispettivamente del datore di lavoro e del lavoratore per un contributo di 1.2 miliardi. 520 milioni arriverebbero dall’intero percento demografico IVA al fondo di compensazione dell’AVS e i restanti 385 milioni saranno a carico della Confederazione che aumenterebbe il contributo all’AVS. L’obiettivo principale è la abrogazione entro il 2019 dei privilegi fiscali concessi alle società holding con sede in Svizzera, contestati alla Unione Europea (EU) nel 2005.

Il Progetto con il nuovo nome di “Legge federale sulla riforma fiscale e sul finanziamento dell’AVS” è stato discusso la scorsa settimana al Consiglio nazionale che ha approvato la versione degli Stati con 114 voti contro 68 e 13 astenuti. Il compromesso è stato combattuto in modo compatto dalla Unione democratica di centro (UDC) e in parte dai Verdi liberali, ma il blocco di centro-sinistra è rimasto unito e ha retto. Soddisfatto il ministro delle finanze Ueli Maurer: “L’unità di materia è secondo i nostri giuristi garantita”. Unità di materia invece inaccettabile per l’UDC, che proponeva invece di stralciare il miliardo di coesione o intaccare la legge sull’asilo. Proposte al quanto contradditorie in unità di materia. L’UDC ritiene che il Consiglio degli stati, ha proposto un compromesso politico con il finanziamento dell’AVS per addolcire il progetto e rendere accettabile il dossier, soprattutto in vista della votazione popolare.

Tutto l’opposto degli argomenti del Partito liberale radicale (PLR), che sottolinea il significato del compromesso in favore della piazza economica svizzera. Economiesuisse ha condiviso la decisione a “favore di un progetto che permette alle imprese di avere al più presto un sistema fiscale riconosciuto a livello internazionale e la certezza del diritto per poter continuare a investire in Svizzera”. Per il Partito socialista il progetto non è “antidemocratico, perché i dossier sono stati spesso collegati fra di loro”. L’aspetto importante che ha convito la sinistra è l’introduzione di una componente sociale, criterio indispensabile per l’accettazione della riforma.

Lunedì il Consiglio degli Stati ha appianato le poche divergenze con Il Nazionale e il dossier è pronto per le votazioni finali, nelle quali non ci dovrebbero essere soprese, ma non saranno l’ultimo ostacolo. I Giovani Verdi hanno già indetto il referendum e se riusciranno a raccogliere le 50.000 firme, la legge sarà sottoposta al voto popolare entro maggio 2019. Ma se il popolo, in una seconda votazione sulla riforma fiscale, accetterà la riforma del pacchetto Fisco-AVS è prematuro a dirsi e ancora incerto. Servirà il pragmatismo svizzero di tutte le istituzioni (popolo compreso) per ottenere un risultato atteso da oltre un decennio.

Gaetano Scopelliti

foto: ahv-iv.ch

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