“Loro” verrà proiettato in Svizzera dopo le polemiche e le discordanti recensioni italiane
Se Sorrentino, già vincitore dell’Oscar con “La grande bellezza”, voleva spiazzarci, ci è riuscito subito con la prima scena di questo film, documentando la parabola di una pecora che è sicuramente un simbolo tutto da interpretare. Da qui in poi il lungometraggio diventa sicuramente più esplicito, anche con immagini inequivocabili su quello che sembra il fulcro dell’ambiente sociale attorno a Berlusconi, quell’ambiente fatto di nani e soubrette, ma soprattutto di ballerine consapevoli di custodire l’arma della bellezza. E di poterla sfruttare pur di diventare étoile del grande circo di Villa Certosa.
Il film racconta un politico italiano di immenso potere, ma soprattutto descrive molto bene la tristezza del suo mondo; un mondo provinciale di vizi e poche virtù a cui non riesce sottrarsi. Il lavoro di Sorrentino è affollato di figure minori che alimentano perfettamente il serraglio da cui il regista fa emergere i suoi caratteristi indispensabili per la completezza del film (Ricky Memphis nei panni del Ricucci della situazione o la bellissima Kasia Smutniak in un ruolo ambiguo da favorita) in cui solo apparentemente la figura del’ex Premier è protagonista.
Sorrentino, infatti, sceglie di focalizzare la trama inizialmente sui personaggi gretti e cinici che circondano Berlusconi descrivendo molto bene gli arrampicatori sociali con le loro meschinità e mediocrità.
Quello che stupisce, quindi, non sono le basse mosse del suo entourage politico che cerca di boicottarlo (tra gli interpreti, un bravo Fabrizio Bentivoglio, politico subdolo e dai valori morali discutibili) ma la descrizione dell’operato di fantomatici imprenditori che tentano la fortuna per avvicinarsi al presidente offrendogli quella compagnia femminile che lui preferisce. Riccardo Scamarcio è quindi quel Morra, intraprendente reclutatore di olgettine, che sfacciatamente apre i cancelli per far sbirciare al pubblico in sala le feste “eleganti” imbandite dal Presidente, per placare la pruriginosità di quel gossip che ha tenuto banco nei media per diversi mesi.
Sorrentino, dopo il film Il Divo di Giulio Andreotti, dirige ancora l’eccezionale Toni Servillo, in una non facile interpretazione di un Berlusconi ingabbiato dai suoi fallimenti politici, intristito dai personaggi da cui si circonda ma ancora entusiasta e convinto di poter, come dice il trailer, “governare il paese, piacere a tutti ed essere amato”. La moglie Veronica non è un personaggio secondario infatti l’attrice Elena Sofia Ricci, contribuisce a suggerire una chiave di lettura diversa sulla personalità di Berlusconi, sulle cause e le conseguenze di un rapporto di coppia ormai alla deriva. Ed è proprio in una lite tra i due coniugi che si intuisce l’intimo che Sorrentino, vuole dare a Berlusconi, spesso nascosto in tutto il film da una forzata e pacata ironia che sembra essere la soluzione effimera berlusconiana ad ogni quesito.
Il regista lascia il giudizio sul personaggio, sia come uomo ancora entusiasta dei suoi progetti, sia come politico incapace di accettare le sconfitte, al parere dello spettatore ma, è nelle ultime scene in cui la cruda realtà dei fatti diventa palese, che si intuisce dove Sorrentino vuole portare il suo pubblico.
Buona visione!
Gloria Bressan
foto: Ansa