Alberto Angela porta in scena la storia e i dati auditel ne confermano il successo
La Rai ha scelto a chi affidare la prima serata del sabato sera scommettendo sulla cultura e affidandosi a quella che è ormai diventata la star della divulgazione: Alberto Angela.
La decisione di sdoganare il programma da Rai Tre a Rai Uno è chiaramente una vittoria che permette al conduttore di raccogliere un nuovo pubblico, senza avere i limiti di programmazione della terza rete, sempre in coda a Fazio, quest’ultimo spesso accusato dai fan di Angela di posticipare Ulisse in seconda serata.
Angela, riparte facendo un successo clamoroso con share del 24 % inchiodando allo schermo ben 4 milioni e 200 mila spettatori con “Stanotte a Pompei” ripercorrendo, con le grandi doti da narratore, l’ultima notte di vita della città vesuviana scomparsa da due millenni.
“Seguire Alberto Angela è l’unico motivo per cui vale la pena pagare il canone tv” è una frase ricorrente che si legge sui social di cui, suo malgrado, il divulgatore scientifico è diventato il protagonista. Osannato come un simbolo che riscatta la mediocrità delle proposte televisive del palinsesto italiano. Un simbolo di quel patrimonio artistico e naturale poco esaltato mediaticamente a favore di programmi spazzatura o di intrattenimento copiati dai soliti format stranieri. La televisione nazionale ha puntato sul suo miglior cavallo di razza consapevole del successo testato nella scorsa stagione con “Meraviglie” (puntate dedicate alle Langhe, al Veneto, alla Toscana e alle Dolomiti con numerosi ospiti tra i più famosi artisti italiani), Angela ha confezionato un prodotto che funziona, moderno e lontano dal format soporifero del documentario storico di vecchio stampo. Ritmo incalzante e ricco di nozioni che, soprattutto in una catastrofe storica come quella avvenuta a Pompei, interessa come un thriller nonostante si conosca già il finale. Per narrare “la più viva delle città morte” lo accompagnano in questo percorso narrativo un mostro sacro come Giancarlo Nannini che riveste il ruolo del giovane Plinio ma anche nuove promesse cinematografiche come Marco D’Amore già interprete di Ciro nella serie Gomorra.
Il successo del programma si rinnova anche con la seconda puntata dedicata alla Cappella Sistina che totalizza quasi quattro milioni di spettatori pari al 21% di share e alla terza in cui racconta la figura di Cleopatra. Il conduttore si affida anche alla voce di Luca Ward (storico doppiatore di Russel Crowe nel Gladiatore), ma anche alle performance teatrali di Gigi Proietti.
Si proseguirà con la messa in onda, fino a fine ottobre, della storia dell’impero asburgico e del racconto di una delle più drammatiche pagine della storia italiana: il rastrellamento degli ebrei a Roma durante la seconda guerra mondiale. “Noi raccontiamo – dichiara Alberto Angela – la storia attraverso il lato umano delle persone che l’hanno vissuta, creando empatia tra il personaggio e chi, da casa, ne segue le vicende. La storia ha il grande merito di dare tante informazioni utili e di essere un vaccino per il futuro”.
Una sorta di pifferaio magico che insegna al suo seguito cos’è la buona televisione.
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foto: Ansa