Una carrozza sul bordo di un precipizio. Solo il vetturino, con le sembianze del Presidente Sergio Mattarella, frena i cavalli da un salto nel vuoto. Questa l’immagine della nostra Italia sulla copertina di “Un paese senza leader-Storie, protagonisti e retroscena di una classe politica in crisi”, edito da Longanesi, scritto da Luciano Fontana. Dal 2015 è il nuovo direttore del primo quotidiano italiano: il Corriere della Sera di Milano. Fontana ha presentato il suo scritto in un recente dibattito pubblico dove ha sintetizzato alcuni dei vecchi e nuovi problemi del paese. Sino alle ultime elezioni, l’Italia è stata influenzata da Berlusconi, che ha sminuito il ruolo dei partiti “tradizionali” e personalizzato il dibattito politico. Le votazioni hanno inoltre premiato il Movimento 5 Stelle e Matteo Salvini, quest’ultimo destinato ad attrarre ulteriore elettorato da destra e probabile futuro premier del paese. La sinistra, in attesa di capire chi ed in che forma erediterà gli ideali promossi dal partito ed ancora condivisi dalla base elettorale, sconta i risultati della politica rottamatrice di Matteo Renzi, il cui ultimo eccesso è stato ipotizzare una riforma costituzionale. Gli errori come si fanno cosi’ si pagano. Salvini ha compreso che le preoccupazioni degli italiani oggi invece sono: lavoro ed immigrazione. E Salvini ha vinto. Veniamo al suo compagno di governo: Luigi Di Maio, piu’ che un leader è il portavoce delegato dei 5 Stelle. Appare difficile il cammino politico di questo movimento le cui proposte economiche mettono a rischio il patrimonio dei cittadini e la nostra reputazione finanziaria specie estera. Consoliamoci: l’Italia non è l’unico esempio di instabilità politica. Insieme agli USA, in Europa anche Francia, Germania e Gran Bretagna condividono le nostre stesse incertezze interne. Quindi l’Italia sembra piuttosto essere il risultato e non la causa di un modello di governo che, nel suo complesso, è in una generale fase di cambiamento. Speriamo che le prossime elezioni europee 2019 portino l’Europa a confermare i motivi della sua coesione. L’Italia non potrebbe permettersi una comunità in cui ogni stato comincia a vivere per conto suo. Inoltre, piuttosto che il reddito di cittadinanza proposto dai 5 Stelle, il nostro governo dovrebbe innanzitutto creare lavoro al sud e solo dopo suddividerne i benefici. Critiche anche verso l’uso spregiudicato del lavoro precario: un lavoro sicuro crea certezze ed un contesto positivo per le famiglie e quindi per tutto il paese. “In politica i vuoti si riempiono”, ha ricordato Fontana. Ovvero: è inevitabile che le esigenze della popolazione, se inascoltate, prima o poi finiscano per trovare un partito che se ne faccia portavoce. Ai nostri dirigenti politici non resta quindi che comprendere le attuali problematiche del paese e tornare a programmare per il futuro. “Spero che trovino un sussulto di responsabilità”, ha concluso il direttore del Corriere della Sera.
NL TOMEI