Come affrontare il cambio dell’orario, forse per l’ultima volta
Quello di spostare le lancette di un’ora è un appuntamento annuale che ci vede rassegnare all’arrivo dell’inverno, nonostante, in alcune giornate di bel tempo, il sole riscaldi ancora fino a tarda sera.
Il 28 ottobre tornerà, infatti, l’ora solare e alle tre di notte dovremmo modificare di sessanta minuti in meno i nostri orologi analogici mentre computer e cellulari di ultima generazione sono già predisposti per il cambiamento.
L’ora legale, nacque agli inizi del secolo scorso per poter sfruttare le ore di luce durante i mesi estivi evitando uno spreco energetico ma, secondo le ultime notizie provenienti dalla Comunità Europea, dall’anno prossimo ogni paese dovrà scegliere se continuare o meno questa pratica oppure adottare permanentemente l’ora solare. In sintesi a fine ottobre potrebbe essere l’ultima volta che dovremmo affrontare lo stress da adattamento. Ma, fisicamente, quali sono stati fino adesso i disagi fisici legati a questa alternanza di sveglia?
Il disturbo maggiore arriva dal cambiamento delle nostre attività ormonali e cerebrali che regolano il sonno e l’umore. I ritmi giornalieri a cui siamo abituati da sette mesi vengono modificati fino a provocare dei lievi disturbi che spariranno quando il nostro corpo si sarà abituato al nuovo orario. I sintomi dell’alterazione dei ritmi biologici possono essere insonnia, inappetenza e sbalzi di umore che si aggravano se si soffre già di disturbi psicologici. Questi effetti sono stimolati dalla quantità di luce a cui siamo esposti durante la giornata. È un dato concreto che nei paesi nordici, in cui la luce invernale è limitata a poche ore e il buio è dominante per quasi tutta la stagione, si ha un maggiore riscontro di malattie legate all’umore come irritabilità e depressione. Il fenomeno ha anche un nome specifico, si chiama “Winter blues” ovvero malinconia invernale.
Il dott. Michele Cucchi dell’Istituto medico Santagostino di Milano chiarisce che l’ora legale, quella primaverile in cui si dorme un’ora in meno, solitamente, crea più problemi di quella solare a cui andiamo incontro, ma entrambe sfalsano di sessanta minuti il meccanismo che nel cervello regola il sonno e la veglia, il cosiddetto rito circadiano. Le conseguenti spossatezza e stanchezza possono creare mancanza di attenzione e provocare incidenti.
Esistono dei rimedi pratici, consigliati dagli esperti, che possono attenuare il cambiamento. Fare attività fisica e mantenere un’alimentazione sana possono prevenire i disturbi come può essere una buona abitudine, soprattutto per i bambini, fare un piccolo spuntino con un bicchiere di latte caldo o una tisana calmante prima di dormire. Per contrastare la stanchezza assumere la vitamina b1 che aiuta la trasformazione dei carboidrati in energia (la troviamo nei cereali integrali e legumi). Dovremmo limitarci anche all’assunzione di acidi grassi come margarine e cibi precotti che aumentano l’irritabilità. Via libera invece al riso che contiene il triptofano: favorisce la produzione di serotonina, il neurotrasmettitore che stabilizza positivamente l’umore. Inoltre il riso aiuta a non affaticare la digestione per un sonno, soprattutto alla sera, più continuativo.