Il sindaco di Riace ringrazia in diretta telefonica i manifestanti a Zurigo
Giovedì 18 ottobre si è tenuta una manifestazione pacifica organizzata dall’Alternative Liste e tutti i sostenitori, sia italiani che svizzeri, del sindaco di Riace che, per il suo operato, ha diviso nettamente gli animi a favore o pro accoglienza degli immigrati.
La revoca degli arresti domiciliari è arrivata solo qualche giorno prima ma, su Lucano, rimane un provvedimento in cui gli si vieta di poter soggiornare nel suo comune precedentemente amministrato nell’ottica di un’accoglienza e di un modello di integrazione contestato legalmente per illeciti. I cartelloni davanti al Consolato italiano urlano: “Il problema di Riace è la Ndrangheta non Mimmo Lucano”. Anche citazioni dello stesso sindaco come: “apparteniamo ad una idea politica affamata di umanità, forse da fastidio” oppure “chiusi al razzismo e aperti all’umanità, la solidarietà non è reato, basta apartheid, i bambini non si toccano”.
Il messaggio che hanno voluto dare i manifestanti, durante il discorso a microfoni accesi, è stato concentrato sulla paura che fa Riace e che destabilizza, con il suo progetto di integrazione e accoglienza, le coscienze. Si parla di un ripopolamento del territorio a favore dell’ospitalità di curdi, inizialmente e poi ad altre diverse etnie per ridare vita ad un paese che stava morendo dopo gli anni di emigrazione necessaria alla popolazione locale alla ricerca di un futuro migliore.
Mimmo Lucano – riportando il discorso dei manifestanti – ha avuto il coraggio di sfruttare i fondi pubblici per sostenere l’economia e il territorio anche attraverso l’integrazione. Il nutrito gruppo che sosta davanti al Consolato, sempre attraverso il loro comunicato, punta il dito contro la situazione vergognosa italiana, in particolar modo causata dalla politica del ministro Matteo Salvini e, precedentemente, dagli accordi scellerati con la Libia presi da Matteo Renzi. Concludono affermando che la politica italiana svizzera ed europea deve ripartire da Riace al grido comune dello slogan “L’Europa per noi non ha confini, siamo tutti clandestini”.
Alla fine del raduno, è proprio la telefonata in diretta con Mimmo Lucano che conclude la manifestazione, ringraziando per la grande solidarietà che si sta muovendo nei suoi confronti da tante persone che hanno seguito sia il suo operato che le sue vicende giudiziarie dalle cui accuse sta cercando di difendersi.
Gloria Bressan