“Massima chiarezza” sugli abusi in Germania, con “l’obiettivo principale” di “rendere giustizia alle eventuali vittime”. È quanto annuncia la Santa Sede, attraverso una nota pubblicata sull’Osservatore Romano, all’indomani del nuovo caso scoppiato con i presunti episodi di pedofilia nel coro dei Piccoli cantori del Duomo di Ratisbona, i celebri ‘Domspatzen’.
Il vescovo della città bavarese, Gerhard Muller, precisa intanto che i due casi di abusi, risalenti al 1958, “non coincidono con il periodo dell’incarico del maestro prof. Georg Ratzinger”, fratello di papa Benedetto XVI e direttore del coro dal 1964 al 1994. “La Chiesa opera con rigore per fare luce su quanto accaduto in istituti religiosi”, sottolinea il quotidiano vaticano in relazione all’allargarsi dello scandalo-pedofilia in Germania e, in calce al comunicato del vescovo di Ratisbona, spiega che “la Santa Sede appoggia la diocesi nella propria disponibilità ad analizzare la dolorosa questione con decisione e in modo aperto, ai sensi delle direttive della Conferenza Episcopale Tedesca”. “L’obiettivo principale del chiarimento da parte della Chiesa – prosegue la nota – è di rendere giustizia alle eventuali vittime”. “Essa, inoltre – aggiunge con un ulteriore monito – è grata per questo impegno di chiarezza all’interno della Chiesa e auspica che altrettanta chiarezza venga fatta anche all’interno di altre istituzioni, pubbliche e private, se veramente sta a cuore di tutti il bene dell’infanzia”.
Nel comunicato pubblicato dall’Osservatore Romano, il vescovo Muller, che aveva reso noti gli episodi con una lettera aperta sul sito della diocesi, specifica che le sezioni di cui si compone il ‘Regensburger Domspatzen’ sono tre: il Liceo, gestito da un direttore laico; il Convitto, gestito da un sacerdote; il Coro, diretto dal maestro della Cappella del Duomo. Inoltre esiste la scuola elementare (altrimenti detta scuola preliminare), con cui “c’è una collaborazione solo su alcuni punti specifici nel campo dell’educazione musicale”, ma che “è un’istituzione indipendente dai Domspatzen”. Il vescovo ricorda che “negli ultimi giorni, due casi di abuso sessuale sono stati di nuovo riportati alla memoria”.
Il primo è “un fatto accaduto nell’anno 1958, commesso da parte del vice direttore della scuola preliminare. Appena conosciuto il delitto, costui fu rimosso dall’incarico e fu anche condannato penalmente”.
Nel secondo caso, “si tratta di una persona che lavorò nel 1958 per sette mesi presso i Domspatzen. Dopo 12 anni, fu condannata per un caso di abuso sessuale.
Attualmente, si sta esaminando se ciò riguardi pure fatti accaduti durante quel periodo di sette mesi presso i Domspatzen”.
“Ambedue i casi – sottolinea mons. Muller – erano pubblicamente noti già all’epoca e sono da considerarsi chiusi in senso giuridico. Non coincidono con il periodo dell’incarico del maestro prof. Georg Ratzinger (1964-1994)”.
Inoltre, dopo che il Vaticano ha annunciato di non intervenire direttamente, spiega che “è al vescovo di Ratisbona che spetta, in senso canonico, la competenza per le istituzioni della diocesi”.
Il fratello 86/enne di Benedetto XVI ha intanto detto alla Bild che “se la magistratura tedesca mi invitasse a testimoniare, sarei certamente a disposizione, ma non ho nessuna informazione su attività punibili”.
“Sono al corrente delle accuse contro l’ex vicedirettore del convitto annesso al duomo, Friedrich Z. Ma sono cose precedenti al mio periodo”’, ha aggiunto. “Su Georg Z. (un altro dei due superiori del convitto, ambedue morti nel 1984, ndr) invece non ho mai saputo nulla di scorretto riguardante i cantori del coro”.
“A quell’epoca si faceva rispettare rigorosamente l’ordine, ma allo stesso tempo c’era una atmosfera umana e comprensiva”, afferma Ratzinger a proposito del clima nel coro. “È mio interesse che venga chiarito tutto”, ha detto l’ex direttore.
Mentre un altro scandalo-pedofilia tocca una prestigiosa scuola tedesca, la Odenwald (Oso) di Heppenheim, secondo il settimanale Der Spiegel, gli abusi fisici, mentali e sessuali sui ragazzi del coro di Ratisbona hanno dimensioni maggiori di quanto si è finora ritenuto. Vari ex ‘Passerotti’ del Duomo da grandi sono ricorsi all’aiuto di psicoterapeuti per curare i traumi provocati da abusi sessuali o altrimenti loro inflitti.
Un ex collegiale racconta allo Spiegel che un sacerdote “passava la sera in dormitorio e sceglieva due o tre di noi, da portare nelle sue stanze”. Lì bevevano vino rosso e poi “il prete si masturbava insieme con i minorenni”. “Mi sembra inspiegabile – aggiunge – come il fratello del papa, dal 1964 direttore del coro, non abbia mai saputo nulla di quello che succedeva”.