Il 25 novembre i cittadini svizzeri si esprimeranno su due iniziative e una revisione di legge sulla quale è
stato indetto il referendum. Si tratta concretamente dell’iniziativa per l’autodeterminazione, che vuole anteporre il diritto svizzero a quello internazionale, dell’iniziativa “vacche con le corna” lanciata da un contadino grigionese che reclama finanziamenti per chi alleva animali con le corna, mentre il referendum combatte la base legale per la sorveglianza degli assicurati sociali tramite investigatori
Iniziativa “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri (iniziativa per l’autodeterminazione)” – Da una parte c’è chi vuole salvare la democrazia svizzera, d’altra chi vede in pericolo la reputazione della Svizzera. L’iniziativa “per l’autodeterminazione” lanciata dall’Unione democratica di centro (UDC) chiede di fissare per iscritto la Costituzione svizzera come suprema fonte di diritto, cioè dare alla Costituzione il primato sui diritti umani e sul diritto internazionale, affinché non venga ostacolato l’esercizio della democrazia diretta. Il testo è stato motivato dall’applicazione vaga di alcune iniziative accettate dal popolo svizzero da parte dei tre poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario) per evitare violazioni del diritto internazionale. Il governo e il parlamento respingono l’iniziativa per il rischio che la Svizzera possa mettere in pericolo la sua credibilità nella politica internazionale. Oggi la Svizzera ha concluso più di 5.000 accordi internazionali. In caso di conflitto con il diritto svizzero, ad esempio quando una iniziativa non è compatibile con un accordo, non ci sono regole per questi casi e alla fine viene quasi sempre modificata una legge svizzera. Con l’iniziativa, la Svizzera avrebbe la facoltà di abrogare gli accordi se in contraddizione con il diritto elvetico. A subirne le conseguenze negative sarebbero infine tutti i cittadini: gli accordi internazionali riguardano tutti i settori della quotidianità, la formazione, il libero commercio, i diritti umani… Il tema sull’importanza primaria del diritto nazionale o del trattato internazionale spacca la Svizzera. I promotori sventolano il motto del “qui decidiamo noi”, mentre l’alleanza degli oppositori, che va dalla sinistra ai partiti borghesi, ritiene che l’obiettivo dell’iniziativa sia denunciare la Convenzione europea dei diritti umani (CEDU). La Svizzera ha finora adottato fedelmente le decisioni della CEDU senza preoccuparsi delle reazioni indignate che hanno provocato nella Confederazione, quando le sentenze dei giudici di Strasburgo hanno contraddetto la Costituzione federale. Queste sentenze hanno irritato Hans-Ueli Vogt, UDC, padre dell’iniziativa: “L’autodeterminazione promette la salvezza dei diritti umani. La democrazia diretta è il motivo del successo della Svizzera, che funziona solo se le decisioni popolari sono attuate. La scusa del diritto internazionale per non applicarle non è più accettabile”. Giudici svizzeri o giudici stranieri? Su quale sarà l’istanza ad avere il primato del diritto, su questa difficile questione giuridica deciderà il popolo.
Iniziativa “Per la dignità degli animali da reddito agricoli (iniziativa per vacche con le corna)” – Discutere sulle corna delle vacche, un simbolo della Svizzera, onnipresente sui cartelloni pubblicitari e turistici, è un tema emotivo che sta coinvolgendo i cittadini. L’iniziativa lanciata da Armin Capaul, contadino di montagna, ha come obiettivo il benessere e la dignità degli animali con le corna. Il coraggioso contadino di origini grigionesi è riuscito nell’impresa personale di depositare l’iniziativa “vacche con le corna”. “La decornazione dei vitelli è un danno per gli animali”, è il motivo che ha spinto Capaul nel suo intento. L’iniziativa chiede che più vacche e caprini portino le corna e che i contadini con animali cornuti siano finanziariamente sostenuti. Controversa è la discussione se l’iniziativa giovi veramente al benessere degli animali o no. Il governo e il parlamento dicono no e la respingono: “È controproduttiva e non è nel bene degli animali”. Oggi la maggior parte delle vacche da latte sono di natura con le corna. I contadini hanno due possibilità di decornazione delle vacche: le si alleva già senza corna o si taglia le corna ai vitelli dopo la nascita. Il motivo della decornazione è lo spazio per gli animali. Senza le corna, le vacche si allevano in spazi più stretti in stalle a stabulazione libera. Per i contrari dell’iniziativa è un allevamento rispettoso degli animali e limita i rischi di ferite tramite le corna, anche nei confronti dei contadini. Per Capaul le corna sono importanti per la digestione e anche per la comunicazione, tramite la quale gli animali stabiliscono una gerarchia. Capaul respinge la critica delle ferite, ritenendo che i contadini possano ferirsi anche senza le vacche, cadendo da una scala o ferendosi in un incidente con il trattore e ricorda che l’iniziativa non vuole alcun obbligo, la decornazione non sarà vietata. Resta incerta la volontà dei contadini di sviluppare un allevamento delle vacche con le corna in stabulazione libera. I contrari temono che saranno costruite più stalle a stabulazione fissa, perché è possibile allevare vacche con le corna legate anche in spazi stretti. Alle urne si voterà per una maggiore dignità degli animali o per evitare un pericolo per il benessere degli animali auspicato dai contrari. L’iniziativa “è una questione di cuore” spiega Capaul “il mio desidero è che le vacche con le corna non scompaiano dalla Svizzera”.
Referendum sulla modifica legislativa diritto assicurazioni sociali – Chi percepisce una prestazione sociale potrà essere sorvegliato da investigatori privati con lo scopo di verificare se c’è un abuso contro le assicurazioni sociali. Sono le basi legali per la sorveglianza nella revisione della Legge federale sulla parte generale del diritto delle assicurazioni sociali (LPGA) sulla quale è stato indetto il referendum. Il comitato referendario non discute il principio della lotta agli abusi nelle assicurazioni sociali, ma combatte la legge perché “concede carta bianca a osservazioni arbitrarie e viola la sfera privata”. Esponenti di sinistra hanno rincarato, definendo la revisione sproporzionata e lesiva dei diritti fondamentali e formulata esclusivamente negli interessi della lobby delle assicurazioni. La consigliera nazionale del PS, Silvia Schenker, critica “l’enorme potere che le assicurazioni otterrebbero e la facoltà di potere decidere in proprio quando fare le sorveglianze”. Un importante punto controverso indicato da Dimitri Rougy, del comitato “No agli spioni delle assicurazioni” riguarda “la libera osservazione dei sospettati” ben descritta nella legge, senza però “definire chi controlli gli investigatori”. Per Rougy è essenziale perché in primo luogo lui vuole difendere lo stato di diritto. La nuova legge è stata concepita in fretta dal parlamento dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo e il Tribunale federale svizzero avevano stabilito che le attività di sorveglianza della assicurazioni in due casi non avevano sufficienti basi legali. Le sorveglianze saranno possibili solo in caso di indizi concreti, l’investigatore potrà sorvegliare solo in posti pubblici, non all’interno di un alloggio, o in luoghi visibili, foto e registrazioni sono ammesse e l’osservazione dura sei mesi ristretta a 30 giorni. Governo e parlamento raccomandano di accettare la legge, perché solo in pochi casi sono necessarie le sorveglianze, la legge difende i diritti dei sospettati e pone i limiti necessari e rafforza tramite le sorveglianze la fiducia nelle assicurazioni.
Gaetano Scopelliti