Via libera dal Consiglio dei ministri al disegno di legge contro la corruzione. Tra le misure predisposte l’ineleggibilità per 5 anni alle cariche di deputato e senatore per coloro che sono stati condannati per peculato semplice o attuato mediante il profitto dell’errore altrui, malversazione ai danni dello Stato, concussione e corruzione in varie forme (semplice, in atti giudiziari, per un atto d’ufficio o contrario ai doveri d’ufficio, o verso persona incaricata di pubblico servizio); incandidabilità negli stessi casi anche negli enti locali.
Si inaspriscono nel contempo le pene per i reati contro la Pubblica amministrazione, attraverso un’aggravante specifica per i pubblici ufficiali “infedeli”. “Il provvedimento ha avuto il pieno sostegno del Pdl e della Lega” ha spiegato il ministro della Giustizia Angelino Alfano, sottolineando che “c’è stata anche la volontà ferma di Silvio Berlusconi di procedere ad una normativa ampia che riguarda non solo gli aspetti sanzionatori ma che sia in grado di garantire una maggiore efficienza e un buon governo”. “In caso di condanna non ci si potrà candidare negli enti locali. Abbiamo esteso la regola all’ambito Parlamentare” ha spiegato il Guardasigilli. “Dal 19 febbraio ad oggi – ha aggiunto – abbiamo lavorato per allargare la portata del provvedimento facendo sì che il Cdm approvasse 3 punti: il piano nazionale anticorruzione, la nuova disciplina per controlli enti locali e le norme di natura sanzionatoria”.
Le nuove norme prevedono anche l’incandidabilità per il presidente di Regione che dimostri un “fallimento politico”, “così come accade in ambito privato per il fallimento”, spiega il ministro della Giustizia. “Così come si portano i libri in tribunale si portano i ‘libri’ davanti agli elettori”. “I nostri partiti non hanno bisogno dei soldi rubati per sopravvivere” afferma Alfano, che aggiunge come con queste misure il governo abbia “voluto affermare ulteriormente che rubare è una cosa gravissima e che farlo nella PA è un disvalore aggiuntivo”. “Chi ruba – ribadisce Alfano – lo fa per sé e paga. Questo è il messaggio di fondo unito a quello preliminare di invogliare le Pubbliche amministrazioni ad una maggiore efficienza”.
Il ddl contro la corruzione, specifica Alfano, “fissa il principio che la buona e trasparente gestione genera il vero freno alla corruzione”, anche perché “il giudice arriva dopo che le regole sono state violate”. Il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli esprime soddisfazione per l’introduzione delle “liste pulite” anche per i parlamentari, contenuta in una proposta emendativa al testo presentata dall’esponente del Carroccio: la lista dei reati per cui scatterà l’ineleggibilità – che riguarderà coloro che sono stati condannati con sentenza passata in giudicato – è contenuta nella lettera B dell’art. 58 del Testo Unico degli enti locali, ma nello stesso ddl verrà ampliata includendo anche reati come l’attentato contro l’integrità, l’indipendenza e l’unità dello Stato e l’attentato contro la Costituzione.
Il ministro della Difesa Ignazio La Russa si augura che Parlamento e opposizione non si dividano sul ddl: “Ci auguriamo – ha detto – che la maggioranza, ma soprattutto l’opposizione, sappia non dividersi su specificità, virgole e punti e virgole, ma che colga il significato di indirizzo, di forte volontà e di concreta rispondenza alle esigenze che sono venute dalla società”, sapendo “tradurre in tempi certi il ddl in legge. Se c’era un dubbio sulla capacità di questo governo di rispondere puntualmente alle esigenze che via via si appalesano nella società, questo dubbio il ministro Alfano ha dato prova di saperlo fugare” ha sottolineato il ministro della Difesa, ringraziando in modo specifico il ministro della Giustizia per aver saputo “assemblare in soli dieci giorni la parte sanzionatoria a quella di prevenzione”, approntata invece dal ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta.
All’interno del ddl Brunetta ha messo a punto la creazione di un Osservatorio sulla corruzione e gli altri reati contro la Pubblica Amministrazione, l’avvio di un piano nazionale contro la corruzione e diverse misure per la trasparenza.