Risposta del Console Alaimo allo “Scrive chi legge” sulla vendita della Casa d’Italia a Lucerna di Ippazio Calabrese, apparso su La Pagina del 6 febbraio 2019
Gentile Direttore,
mi riferisco all’articolo firmato dal Signor Ippazio Calabrese a proposito dell’alienazione della “Casa d’Italia” di Lucerna. Pur comprendendo la delusione per la vendita di questo storico edificio, che per decenni è stato riferimento per la comunità residente, alcune precisazioni si impongono.
Lo Stato italiano, titolare del diritto di proprietà dell’immobile, aveva deciso di rientrarne in possesso alla scadenza naturale della Concessione, il 29 gennaio 2017; in data 15 luglio 2016, una comunicazione in tal senso era stata pertanto indirizzata dal Titolare pro-tempore del Consolato generale in Zurigo al Presidente della “Fondazione Casa d’Italia”, che fino a quel momento ne aveva gestito l’attività e curato la manutenzione.
È seguita una intensa interlocuzione fra l’Amministrazione pubblica italiana e la Comunità lucernese ed i suoi Organismi rappresentativi per favorire una soluzione che consentisse alla Comunità di rilevare la Casa. Nel maggio 2017 venne istituita la “Società Cooperativa”, presieduta dal Signor Calabrese, con lo scopo di raccogliere i fondi necessari all’acquisto.
L’Amministrazione pubblica ha, a più riprese, prorogato i tempi di vendita per permettere alla “Società Cooperativa” di reperire le risorse e presentare una formale richiesta di acquisto.
Dopo oltre un anno, nel corso della Riunione del Com.It.Es. di Zurigo svoltasi il 21 giugno 2018, il Signor Calabrese ha pubblicamente ed ufficialmente comunicato “che attraverso la raccolta non si è arrivati all’importo necessario per l’acquisto, pertanto non si potrà procedere né con la trattativa privata, né partecipare all’asta pubblica. La comunità auspica che nessuno voglia comprare la Casa per poter tornare sulla trattativa”.
Preso atto di questa situazione, in data 3 settembre 2018, il Consolato generale in Zurigo ha pubblicato l’Avviso d’asta per giungere all’alienazione dell’immobile.
A procedura di gara “aperta” e ormai prossima alla chiusura, in data 27 settembre il legale incaricato dalla Cooperativa informa l’Amministrazione italiana circa l’intenzione della Cooperativa di procedere all’acquisto, aggiungendo che “non è chiaro se la Cooperativa parteciperà all’asta, poiché le condizioni di partecipazione sono alquanto restrittive”. A fronte di tale proposito, non è seguita alcuna formale richiesta di acquisto.
La “Società Cooperativa” non ha pertanto mai presentato una formale e valida offerta di acquisto, né prima dell’inizio della procedura di vendita all’asta, né dopo. E non ha partecipato all’asta pubblica.La legittimità della procedura seguita per l’alienazione della Casa d’Italia di Lucerna è stata attestata dagli Organi di controllo dello Stato italiano (la Corte dei Conti), che ha registrato il contratto di vendita.
Con i più distinti saluti
Giulio Alaimo