Si può parlare di sessualità anche da un punto di vita religioso? Micaela Goren Monti, della associazione culturale luganese Cukier Goldstein-Goren Foundation, per il ciclo di incontri “Eva e le altre” ne ha fatto il tema del convegno
«Religione e sessualità nella cultura ebraica, cristiana e islamica» svoltosi recentemente alla Università della Svizzera Italiana. Tre differenti religioni. Tre le donne relatrici: la giornalista Fiona Diwan; Daria Pezzoli-Olgiati, docente di storia delle religioni; Maryan Ismail, studiosa dei fenomeni sociali. Intendiamoci: l’argomento rimane tra i più seri, ma le relatrici sono riuscite ad evidenziarne al pubblico le particolarità, di cui ora riferiamo alcune. Per cominciare, il rapporto tra sessualità e differenza di genere tocca il campo delle relazioni affettive tra gli individui e la loro compatibilità con la morale sociale. In altri termini: le relazioni sessuali sono alla base della natura umana e della nostra scala di valori. Confrontata a questi presupposti la religione può assumere due atteggiamenti: indifferenza o intransigenza. Cioè: o non si cura di questi aspetti; oppure li regolamenta in modo rigido, come le pratiche extra-coniugali. Sia come sia, la religione viene a creare un sistema di prescrizioni, di gerarchie e di genere che caratterizzano le società in modi diversi. E qui il cerchio si chiude: la religione finisce per identificarsi non solo nelle istituzioni religiose ma in ciò che la gente vive. Quindi, la sessualità nella religione diventa luogo di negoziazione della identità. Il credo diventa filtro della coscienza collettiva. Anche oggi come in passato, per esempio, il cristianesimo si trova a gestire i valori della morale corrente. Ma la società cambia: adeguarsi non è immediato. Pensiamo ai recenti dibattiti nella chiesa cattolica sul celibato dei religiosi: difficilissimo prevederne tempi, risultati e conseguenze. L’ebraismo invece conferma la sua vocazione minoritaria e non inclusiva: i fedeli si devono moltiplicare per proseguire la specie e il credo religioso passa alle nuove generazioni per linea femminile. Parlando di sessualità nel mondo islamico, il credo religioso si trasmette invece per linea maschile. Inoltre la poligamia ha un fondamento morale oltre che economico. Si giustifica con la necessità di provvedere alle mogli dei caduti in guerra, ed in realtà è consentita all’uomo che può effettivamente sostentare molte concubine. Infine le tre differenti religioni si occupano di disciplinare, ciascuna in modo specifico, anche temi sociali universalmente condivisi. Ad esempio: fedeltà ed obblighi coniugali, separazione. Già: perché l’amore può anche non essere per sempre. Il tempo passa. Per tutti: donne e uomini. A tal proposito Maryan Ismail ha concluso ricordando al pubblico un detto islamico: “quando un uomo per camminare ha bisogno di un bastone, come farà ad usare il suo bastone?”
… ci avete mai pensato … ?
AN GRANDI – NL TOMEI