In Italia se c’è qualcosa che esiste in abbondanza sono le manifestazioni di piazza. Nel corso dei decenni si è manifestato contro tutto e per tutto, al punto che si potrebbe dire che una manifestazione non si è mai negata a nessuno e a nulla.
Si è manifestato anche per cose che non ci riguardavano direttamente, come atti o parole del dittatore Franco in Spagna.
Dunque, abbiamo la manifestazione facile e la tradizione è stata rispettata anche nelle ultime settimane, dove nelle stesse piazze o poco distante si sono alternate manifestazioni viola, rosse e azzurre, c’è stato il no B-day e il B-day, magari per gli stessi argomenti visti da angolature differenti.
C’è però una manifestazione che manca all’appello, soprattutto a quello di chi – come la sinistra alternativa e quella di estrazione comunista – è abituato a considerare la piazza come il salotto di casa: è sempre mancata una manifestazione contro il regime cubano. Fidel Castro, a dire la verità, ha sempre avuto un’accoglienza strepitosa, al punto che fu accolto dalle Camere riunite e ogni sua parola (e ce ne furono tante) fu seguita da uno scroscio di applausi. Insomma tutti, e in modo speciale la sinistra, si spellarono le mani.
Eppure Fidel Castro regna a Cuba da cinquant’anni, alla dittatura di Batista ha sostituito la sua e i morti sotto l’una o sotto l’altra avrebbero serie difficoltà a fare la distinzione. Nel 2003, ci fu un giro di vite (di qui la cosiddetta “primavera nera”), con 75 arresti senza motivo, se non quello di chi non accetta la dittatura. Tra loro c’erano operai, studenti, intellettuali, tutti uniti dalla lotta per la libertà. Quella vera, non quella sbandierata dal regime. Molti sono morti in prigione, altri sono stati fucilati o sono ridotti male. Da ultimo è morto in seguito allo sciopero della fame, Orlando Zapata, un altro, Guillermo Fariñas, è ricoverato in ospedale e rischia la stessa fine. A loro favore per le strade dell’Avana sfilano una ventina di donne, le donne dei dissidenti incarcerati, vestite di bianco e per questo ribattezzate le “donne in bianco”, ma il loro coraggio è messo a dura prova da ben più numerose sfilate di sostenitori del regime che sono state organizzate per soffocare quelle dei dissidenti, che arresta non loro, le donne in bianco, ma coloro che dai marciapiedi o dalle case le incoraggiano. Tutto questo, ed altro che non si riesce a vedere ma ad immaginare sotto un regime, avviene tra l’indifferenza proprio dei manifestanti di professione.
Ne ha parlato sul Corriere della Sera Pierluigi Battista, gli ha risposto, dandogli ragione, Piero Fassino, sicuramente ci sarà stato qualche altro articolo su altri giornali, ma la verità è che si tratta di voci isolate, solitarie, tanto per essere messe a verbale a futura memoria, tanto per essere usate nei dibattiti a scarico della coscienza. Dietro, però, non ci sono i partiti, non ci sono i movimenti, non c’è la partecipazione. Forse perché Cuba è troppo lontana o forse perché non è una dittatura di destra.¨
Guillermo Fariñas ha chiesto aiuto al governo italiano. Vedremo se farà qualcosa, l’Europa non può essere una copertura. Chi si è esposto con firme e cuore sono gli intellettuali di sinistra spagnoli, da Almodòvar a Vargas Llosa a Fernado Savater e a tanti altri.
Gli intellettuali e attivisti italiani stanno brillando per il silenzio e non è una bella figura.