Alla fine di marzo 2019 si è svolto a Verona il 13° convegno internazionale sulla famiglia. A suo tempo ideatore ne fu lo statunitense Allam Carlson, che si prefisse di fondare un movimento a difesa della famiglia naturale tradizionale, biologica: uomo-donna-bambino.
Congresso da effettuarsi ogni anno per turno nei diversi paesi del mondo. Quest’anno toccò all’Italia, dove si fece promotrice la città di Verona, autoproclamatasi la città della vita, fregiandosi del motto mazziniano Dio Patria Famiglia. In se stessa iniziativa valida dato che tutti siamo convinti essere la famiglia cellula della società. Importanti e sempre attuali quindi temi come la bellezza del matrimonio, crescita e crisi demografica, salute e dignità della donna, diritti dei bambini, ecologia umana integrale, tutela giuridica della vita, politiche aziendali per la famiglia e la natalità. Tutto bello, tutto sacrosanto. Ma sempre e dovunque è il modo che rovina la sostanza. E questo è avvenuto anche a Verona.
Premesso che ognuno ha la libertà di esprimere le proprie idee e creare delle aggregazioni allo scopo, è ovvio che l’eccessivo sarcasmo espresso dai laici e dai diversamente credenti nei confronti degli organizzatori noti nel cattolicesimo per il loro integralismo e conservatorismo non fa onore alla conclamata libertà di pensiero. Certo però che chi pone delle azioni deve attendersi anche delle reazioni. E in questo caso hanno per oggetto il modo. Impostare un congresso “contro” altri tipi di famiglia, utero in affitto, procreazione assistita, coppie omosessuali, divorzio, aborto, distribuendo feti di plastica “homuncoli” di cattivo gusto, pubblicizzando libri sulla donna come quello dal titolo: “sposati e sii sottomessa”, insomma il contro anziché il “per”, portando indietro l’orologio della storia, strascichi ne lascia parecchi. Ancora sul modo: congresso sfacciatamente politicizzato. La presenza dei ministri leghisti Salvini, Fontana, Governatore Zaia, parlamentare Meloni, dei capi politici stranieri delle destre estreme e sovranisti ha strumentalizzato tutto in vista delle elezioni europee del 26 maggio. Fra l’altro continuando nelle fratture in seno al governo italiano del cambiamento verso un ulteriore peggioramento per litigiosità avendo il ministro Di Maio proclamato la sua assenza ad un congresso di sfigati(sic).Sempre sul modo: convegno di conclamata ipocrisia. Che al microfono vadano a comiziare sulla famiglia tradizionale, quindi cattolica, tipi come il suddetto ministro dell’interno apertamente e bellamente inanellando come nella corona del rosario quattro donne, cioè Jelluzzi, Martinelli, Isoardi, Verdini, o la capopartito Fratelli d’Italia, convivente con Giambruno Andrea e madre single di una figlia, alla faccia del matrimonio sacramento, e la lunga lista di coppie cattoliche irregolari imbufalite a vociare contro i froci e i dissacratori della famiglia si avrà un bel quadro dell’ipocrisia dei relatori e convegnisti. Sempre sul metodo: questo era un congresso dichiaratamente anti Bergoglio, questo papa.
In effetti i vertici della chiesa hanno rifiutato il loro patrocinio e partecipazione. Bergoglio se n’era andato in Marocco a dialogare con i musulmani, d’intesa con quanto precedentemente dichiarato dal suo segretario di Stato Parolin: “Per Verona siamo d’accordo sulla sostanza, non sul modo, perciò nessun patrocinio, nessuna presenza ufficiale”. Brava chiesa, trattare e convivere con tutti, ma non con gli ipocriti. Velenosi sentimenti antipapali, seconda breccia di Porta Pia, ma fallito il bersaglio grosso. Lasciando cadere panzane grottesche come quella che le donne tradizionaliste sono più fertili delle femministe, che le cattoliche sono più prolifiche delle agnostiche (perché le africane che sono?), indubbiamente il convegno pone delle domande: che significa famiglia naturale? Oggi che abbiamo una serie di famiglie diverse, monogama, poligama, nucleare, occasionale, allargata, convivente, aperta, plurima, omosessuale, ci si domanda: meglio che un bambino viva in un orfanatrofio del terzo mondo piuttosto che con una mamma single o con due persone dello stesso sesso? Che un bambino testimone della violenza dei due genitori debba per forza frequentare il genitore violento? Che il separarsi divenga un privilegio per pochi che si possono permettere il costo di un mediatore di famiglia? Che una donna picchiata dal marito non possa lasciare il caro vecchio tetto coniugale altrimenti perderà la causa di separazione?
È giusto scannarsi tanto contro l’aborto per la santità della vita fin dal suo concepimento e poi ignorare con bigottismo becero migliaia di bambini “brutti negri” lasciati affogare in mare perché prima gli italiani, noi padroni a casa nostra? È giusta la continua melina sull’Italia dalle culle vuote, e relativa denatalità, quando a oltre un milione di ragazzi stranieri nati sul nostro suolo si nega la cittadinanza, i quali se integrati aumenterebbero le energie giovanili, unica risorsa del nostro futuro?
O continuiamo con le solite pantomime come su Ramy, il ragazzo senegalese che ha salvato 50 scolari dalla strage dell’autista piromane? Italiano sì per premio, italiano no per jus soli? A questo punto, anche se divagazione e non connessione logica con quanto sopra, si può aggiungere domanda sulle espressioni usate da Gesù nei confronti della famiglia. Eccone alcune: “Sono venuto a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera, i nemici dell’uomo sono quelli di casa sua (Mt.10,34). Il fratello darà alla morte il fratello, il padre il figlio, i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire (Mt.10,21). Al discepolo che chiede tempo per seppellire il padre: – lascia che i morti seppelliscano i loro morti-(Mt.21,22).
Chiunque abbandona casa, padre, madre, figli avrà in eredità la vita eterna. (Mt.19,29).Se uno viene a me e non odia il padre, la madre, la moglie, i figli non può essere mio discepolo (Lc.14,26). A 12 anni Gesù rimasto nel tempio senza preavvisare i genitori che lo cercano disperatamente risponde di doversi interessare prima delle cose del Padre suo (Lc.2,49).
E quando a Nazareth gli dicono che fuori ci sta sua madre e fratelli risponde che madre e fratelli sono coloro che ascoltano la parla di Dio (Mc.3,34).
E quando a Cana sua madre in un matrimonio lo informa che manca il vino risponde – che cosa c’è fra me e te o donna?-.(Gv.2,4).Questi brani di Gesù non sono troppo in relazione col presente articolo, c’è un po’ di copia incolla. Gesù non è certo uno sfasciafamiglie, ma ai cattolici servono le sue parole in apparenza scandalose per farci qualche pensierino. Studiosi e interpreti li aiuteranno a contestualizzare positivamente queste asserzioni. C’è da prendere atto purtroppo, e senza giustificare, che oggi non esiste più la Famiglia tradizionale, ma esistono delle famiglie. L’insuccesso, l’assenza della chiesa istituzionale, il flop, la caciara dei contrapposti cortei, il pietoso velo su questo 13° Congresso internazionale di Verona: tutte cose che potrebbero anche servire.
Albino Michelin