Non salvare la gente che rischia di annegare in mare potrebbe rendere il territorio italiano più sicuro. Almeno secondo il Decreto Sicurezza bis
Chi soccorre i migranti e chi aggredisce le forze dell’ordine sono sotto il mirino del Decreto Sicurezza bis varato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Si tratta di 12 articoli con norme clamorose che rischiano di spaccare il consiglio dei ministri. Tra queste il provvedimento che prevede multe salatissime contro chi salva migranti in mare, sanzioni rivolte a chi “non rispetta gli obblighi previste dalle Convenzioni internazionali”, quindi rivolto principalmente alle navi umanitarie contro il cui operato Salvini ha spesso polemizzato. Le sanzioni previste vanno da 3.500 a 5.500 euro per ogni straniero trasportato e, nei casi reiterati, se la nave è battente bandiera italiana la sospensione o la revoca della licenza da 1 a 12 mesi. L’articolo 2 prevede la modifica del Codice della navigazione. Salvini attribuisce al Viminale il controllo sul divieto di transito nelle acque territoriali di navi qualora sussistano ragioni di sicurezza e di ordine pubblico. Il decreto modifica anche il codice di procedura penale estendendo anche alle ipotesi non aggravate di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina la competenza delle Direzioni distrettuali antimafia e la disciplina delle intercettazioni preventive. Oltre ad un accrescimento dei poteri del ministro dell’Interno in materia di traffico navale e sbarchi dei migranti nei porti italiani che vengono sottratti al ministero delle Infrastrutture, si assegnano maggiori risorse alle forze dell’ordine, infatti è previsto lo stanziamento di tre milioni di euro per l’impiego di poliziotti stranieri in operazioni sotto copertura contro le organizzazioni di trafficanti di uomini. Altre norme prevedono sanzioni per chi devasta o danneggia nel corso di riunioni in luoghi pubblici, chi si oppone a pubblici ufficiali con qualsiasi mezzo di resistenza attiva o passiva. Non sono molti i commenti positivi su questo decreto, a cominciare dagli alleati di Governo: “Non vorrei che fosse l’ennesima iniziativa per coprire il caso Siri e per coprire quello che è successo sulla corruzione in queste tre settimane, perché all’interno non vedo grandissime novità sui rimpatri, che sono oggi il tema centrale per l’immigrazione”, è il commento di Luigi Di Maio. Mentre il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, è dell’idea che “Il leader leghista impaurito dalle inchieste sulla questione morale che coinvolgono il suo partito e infastidito per le critiche nei suoi confronti per i fallimenti di governo sta perdendo la testa”.