Un rapporto della Svizzera mette in evidenza i successi più recenti e i problemi ancora irrisolti
In vista del 25° anniversario della Dichiarazione di Pechino, che cadrà l’anno prossimo, la Svizzera traccia all’attenzione dell’ONU un bilancio dei progressi conseguiti e delle lacune ancora da colmare nella parità tra donna e uomo. A successi come l’introduzione dell’obbligo di analizzare regolarmente la parità salariale per imprese con oltre 100 dipendenti e un’impostazione più mirata della lotta alla violenza nei confronti delle donne fanno da contraltare il persistere della disparità salariale, e quindi del livello più basso delle rendite percepite dalle donne, e altri problemi, quali la difficoltà di conciliare famiglia e professione.
In futuro, le imprese con oltre 100 dipendenti dovranno verificare se la propria prassi retributiva sia conforme al principio della parità salariale. Alla fine dell’anno scorso, il Parlamento ha deciso un’apposita revisione della legge sulla parità dei sessi. In Svizzera, le donne sono protette meglio dalla violenza. Con l’entrata in vigore, nel 2018, della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul) e le modifiche di diritto civile e penale per esempio la sorveglianza elettronica per far rispettare il divieto di avvicinamento o di mettersi in contatto la violenza sulle donne è combattuta più efficacemente. Inoltre, dal 2003 la Confederazione promuove la custodia di bambini complementare alla famiglia e ha sostenuto la creazione di circa 60-100 posti di custodia.
Nonostante questi importanti successi, permangono ancora alcuni problemi: le donne guadagnano tuttora mediamente il 18% in meno degli uomini, il che si traduce in rendite inferiori del 37%. La scelta dello studio e della professione continua a essere fortemente influenzata dagli stereotipi di ruolo tradizionali. Conciliare famiglia e professione è tuttora difficile: i posti di custodia per bambini sono ancora troppo pochi. Dal 2007, la quota di parlamentari donne ristagna. E la violenza domestica miete una vittima ogni due settimane.
È questo il bilancio presentato dal nostro Paese alle Nazioni Unite a quasi 25 anni dalla quarta conferenza mondiale tenutasi a Pechino nel 1995. Allora 189 Stati, tra cui la Svizzera, adottarono una dichiarazione con obiettivi ambiziosi e la cosiddetta piattaforma d’azione di Pechino per la sua attuazione. Con questo rapporto, la Svizzera dà seguito alla richiesta delle Nazioni Unite di esporre gli ultimi traguardi raggiunti sulla via della parità e i problemi ancora irrisolti. I progressi realizzati a livello mondiale dal 1995 e le lacune ancora da colmare saranno il tema centrale della 64a sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione delle donne, che si terrà l’anno prossimo a New York.