La regina della cronaca nera sarà in onda con due puntate speciali su Rai 3 domenica 30 giugno e martedì 2 luglio in prima serata
Storie Maledette è diventato un programma cult, con uno share sorprendente, grazie alla conduttrice Franca Leosini. Le ultime puntate le abbiamo viste lo scorso dicembre sul caso della strage di Erba in risposta alle nuove accuse che il programma televisivo Le Iene aveva sollevato paventando una possibile estraneità dei fatti e l’innocenza dei coniugi Rosa e Olindo. Tra frasi pungenti e sinonimi coloriti e studiati con accuratezza, Franca Leosini aveva dato voce ai fratelli Castagna, parenti di Raffaella e del bimbo trucidati barbaramente insieme ai vicini di casa nel 2006. Un dramma, purtroppo, sempre in cronaca anche a causa delle dichiarazioni dell’ex marito e padre delle vittime che vuole monetizzare ancora ad oggi la tragedia.
Lo speciale estivo invece si occuperà di uno dei casi più drammatici e dibattuti degli ultimi mesi: l’omicidio di Marco Vannini. Le due puntate ravvicinate saranno condotte sempre con lo stile a cui ci ha abituato la giornalista partenopea con sobrietà e senza fronzoli puntando sulle domande schiette della conduttrice. A rispondere in questo caso sarà Antonio Ciontoli il padre della fidanzata di Marco Vannini e sottoufficiale di Marina distaccato ai Servizi Segreti, condannato in carcere per 14 anni inizialmente per omicidio (pena diminuita – tra innumerevoli dubbi e polemiche – a 5 anni per omicidio colposo dalla Corte di Assise di Roma nell’ultimo appello). Quello che ci si aspetta dal programma e dall’intervista esclusiva dal carcere sono risposte che la cronaca e l’iter giudiziario non sono riusciti a risolvere in questi ultimi mesi. Le domande sono quelle che tutti ci siamo fatti seguendo le circostanze dell’omicidio. Era un atteggiamento abitudinario il fatto che il padre della fidanzata di Vannini entrasse nel bagno di casa mentre il ragazzo stava facendo un bagno? Come mai ci fu l’esigenza di Ciontoli di far vedere come funzionasse un’arma proprio mentre Vannini era impegnato a lavarsi in un luogo e in un momento che solitamente sono destinati alla privacy? Come mai un esperto ufficiale del suo calibro non si è accorto di aver colpito a morte il fidanzato di sua figlia? Come mai i soccorsi sono stati chiamati con enorme ritardo lasciando Vannini in una terribile agonia di un’ora che lo ha portato alla morte? Come mai Ciontoli ha dichiarato al 118 che Marco si era solo bucato con un pettine?
Nonostante la condanna in appello, i giudizi sul discutibile comportamento della famiglia Ciontoli si sono sprecati tra accuse di ogni grado e la richiesta della verità, da parte dei genitori di Marco Vannini, non è stata soddisfatta. I dubbi su chi ha sparato veramente restano come del resto esistono sulle dinamiche di quello che è successo quella fatidica sera.
Intanto, è di questi giorni la notizia che l’indagine a carico dell’ex comandante della caserma dei Carabinieri di Ladispoli Roberto Rizzo sia sfociata in un’accusa di falsa testimonianza e favoreggiamento. Il caso, quindi, non è ancora chiuso.
foto: Ansa