Insieme ai profumi della primavera, comincia a farsi sentire anche l’ansia del momento più temuto di ogni stagione: il cambio dell’armadio. Questo momento può essere però percepito anche come ottima occasione per fare una sorta di inventario di cosa non si utilizza più, ma questa abitudine è in realtà poco diffusa e amata tra gli italiani che non si disfano sempre di ciò che non usano più.
Quando si tratta di fare spazio nel guardaroba sembra infatti che facciano fatica. Negli armadi degli italiani c’è una tale mole di vestiti inutilizzati che, se rivenduta, genererebbe ben cinque miliardi di euro. A rivelarlo è un’indagine commissionata da eBay ad Added Value, secondo cui oltre 35 milioni di italiani non indossano più un quinto del proprio guardaroba. Se le giacche e i jeans riescono a sopravvivere, nell’armadio giacciono inutilizzati per anni cravatte, gonne, cappelli e pantaloni, e questo non perché i capi siano rovinati.
Il 40% degli intervistati, e il 44% tra le donne, smette di indossare dei vestiti perché “hanno stufato e non piacciono più”.
Il 37% (il 43% tra le donne) dà come motivazione l’aver cambiato taglia, il 23% ne ha comprati di nuovi in sostituzione e il 22% li giudica passati di moda.
Tra i dati spicca un 18% di uomini che ammette di non usare alcuni abiti semplicemente perché ha dimenticato di averli nell’armadio. Disfarsi dell’abbigliamento non indossato è però una scelta che non convince tutti. Stando all’indagine, 15 milioni di italiani sono disposti a rivendere i vestiti dismessi, e 8 milioni lo farebbero tramite eBay, stimando in media di poterne ricavare 140 euro. Gli altri, invece, preferiscono conservarli, per convenienza o per affetto.
Il 32% degli intervistati ritiene infatti che potrebbero tornare utili in futuro, mentre il 24% sarebbe dispiaciuto di disfarsi di capi e accessori ancora in ottime condizioni.
Per il 33% delle donne e il 23% degli uomini vince il legame affettivo con l’oggetto. Peccato che poi quel capo resti in qualche angolo dell’armadio a prendere polvere.