«Il declino degli dei» di Gerardo Passannante – [email protected] – http://www.frammentiriflessi.wordpress.com
Tomo ottavo – Capitolo 493
Intanto la carrozza era giunta alla prossima caupona, e il racconto si dovette interrompere. Valeria e Prisca, fortemente impressionate, e pur intrigate di conoscerne il seguito, si ritirarono in una stanza buia, stretta, che però meglio le aiutava a sostenere il freddo pungente. Attorno al camino, il calore era stato appena sufficiente per scaldarsi le mani, mentre tutto il corpo era ancora intriso di un gelo interno che durava da giorni, e stentava a sparire. Né risolse la cosa il tepore generato da un mattone riscaldato nel fuoco e avvolto in un panno, che posero prima sui piedi intirizziti, per poi spostarlo continuamente secondo il bisogno. E così stettero, puntando il raggio di luna che dolcemente amichevole illuminava l’orizzonte, su cui si stagliavano linee oblique, forse di alberi, di animali, o forse di spettri.
“Quella donna ha visto l’aldilà?” chiese Prisca. “È mai possibile?” e mostrò un interesse ancora una volta sorprendente per Valeria, che da parte sua pensava che Felicita era solo rimasta sconvolta dalla morte del figlio. E ebbe una fitta per Candidiano, che immaginò nelle mani di Massimino. “Non lo so madre. Ma ha detto lei stessa che era un sogno, e nei sogni tutto è possibile.”
“Ma tu credi che un sogno possa predire il futuro…?”
“Io credo che riveli piuttosto le nostre paure, le attese, i desideri. Ma non so se può predire il futuro. Del resto non sappiamo cosa ha visto…”
“Oh, sono proprio curiosa di saperlo,” disse Prisca. “Proprio curiosa…”
E tra le più disparate speculazioni, con le menti diversamente orientate dalle stesse fasi del racconto, un po’ alla volta si lasciarono invadere dal sonno; e nel caldo generato dai loro stessi corpi riuscirono a trascorrere una notte abbastanza calma. Anche le scene che le visitarono, benché autonome e difformi, somigliavano alle immagini diurne che avevano accolto dal paesaggio e dal racconto di Felicita. Perciò, senza darlo a vedere, furono ben liete di ritrovarla, per sapere della rivelazione, e confrontarsi col racconto ‘reale’.
“Hai dunque visto l’aldilà? Davvero?” prese a chiedere Prisca, appena il viaggio assunse quella normalità di passo che segue per ore, dopo i convenevoli della ripresa. “Hai visto l’aldilà! E come era fatto? Racconta!”
“Signore mie, Accedi o registrati per continuare a leggere l'articolo
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