«Il declino degli dei» di Gerardo Passannante – [email protected] – http://www.frammentiriflessi.wordpress.com
Tomo ottavo – Capitolo 497
Quando, quasi trent’anni prima, da unico Signore che era, Diocleziano aveva inaugurato prima la diarchia e poi la tetrarchia, non aveva esitato a condividere il potere con altri collaboratori, avendo come obiettivi la sicurezza dei confini e una pacifica convivenza di popoli eterogenei nella giustizia e nella pace. E quei quattror principes, pur possedendo personalità distinte e persino moralmente discutibili come Massimiano e Galerio, avevano operato nella medesima direzione, sovrani nei territori di loro competenza, e senza frizzi di estenderne gli ambiti a spese degli altri colleghi.
I problemi avevano iniziato a sorgere quando Diocleziano si era ritirato, trascinando con sé anche Massimiano. Da allora, mentre l’automatismo della successione aveva reso augusti in maniera indolore Costanzo e Galerio, la molla si era inceppata nella scelta dei nuovi cesari: che disattendendo le più ragionevoli proiezioni era caduta sull’insignificante Severo e sul caprone inurbato, Massimino, a scapito di chi, a torto o a ragione, riteneva di dover ricoprire quei ruoli: ossia, Costantino e Massenzio.
Con arroganza e opportunismo, Galerio aveva allora commesso un grave errore di Accedi o registrati per continuare a leggere l'articolo
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