Luca Cordero di Montezemolo ha rassegnato le proprie dimissioni e non è più il presidente della Fiat.
In una nota ufficiale del gruppo torinese si legge che il presidente di Confindustria “ha motivato la propria decisione con l’adempimento, alla vigilia del Piano Industriale dell’azienda 2010-2014, del compito che gli era stato assegnato dall’azionista nel maggio 2004”. Montezemolo lascia il timone dell’azienda a John Elkann, che ha seguito da vicepresidente il rilancio del gruppo torinese.
“Il mio ruolo di traghettatore è finito” ha affermato Luca Cordero di Montezemolo aggiungendo che il piano presentato dalla Fiat è “estremamente ambizioso, importante e decisivo” e “apre una pagina nuova nella storia della Fiat”.
“Oggi la Fiat è un’azienda sana e competitiva. È cresciuta a tutti i livelli e in tutti i settori, grazie al lavoro di Marchionne e di tutti gli uomini e le donne che lavorano in Fiat” ha esordito l’ormai ex presidente Montezemolo spiegando che “oggi le condizioni sono molto diverse rispetto a quando ho assunto la presidenza. Allora la famiglia aveva perso in due anni i suoi leader e l’azienda viveva un momento difficile”.
“Divenni presidente – ha ricordato ancora Luca Cordero di Montezemolo – tre giorni dopo esserlo diventato della Confindustria e se non me l’avesse chiesto la famiglia, a cui mi sento profondamente legato da quando avevo i pantaloni corti, non l’avrei accettato” poiché allora “John aveva 29 anni mentre oggi ne ha 34 suonati ed è il leader della famiglia, è diventato presidente di Exor, ha lavorato con Sergio e con me in sei lunghi anni come vicepresidente della Fiat. Oggi l’azienda è risanata – ha concluso – non c’è più un’azienda vicino alla bancarotta, il mio lavoro è finito”.
A chi gli chiedeva se la sua scelta di lasciare la presidenza della Fiat sia legata allo spin off, Montezemolo ha risposto semplicemente “no”.
L’ormai ex presidente della Fiat ha inoltre ribadito la volontà di non occuparsi di politica e di occuparsi della Ferrari, di cui sarà ancora presidente.
“Ho una grande avventura imprenditoriale che mi affascina molto – ha spiegato –. Ora finalmente potrò fare un mestiere solo, e potrò tornare a occuparmi di più della Ferrari”.
Montezemolo, che sarà consigliere di amministrazione della Fiat, ha affermato che quelli trascorsi al timone del Lingotto “sono stati anni importantissimi nella vita dell’azienda con tanti momenti eccezionali” e che lui, Sergio Marchionne e John Elkann restano “una squadra con ruoli, compiti e responsabilità diverse, ma in comune resteranno la stima, l’affetto e l’amicizia che in questi anni si sono consolidati”.
“Sono molto orgoglioso e felice di questo e riconoscente alle tante persone che in questi anni mi hanno aiutato e sostenuto. Anche alla mia famiglia per la fiducia che mi ha accordato”: sono state queste le prime parole del nuovo presidente della Fiat, John Elkann, il quale ha poi aggiunto: “Mi avrebbe fatto piacere ci fosse stato mio nonno”.
Sull’eventualità di un maggiore coinvolgimento di Andrea Agnelli nel gruppo, John Elkann ha ricordato che il cugino “è consigliere della Fiat, di Exor, è molto vicino alla vita dell’azienda e i rapporti personali tra noi sono molto buoni”.
Per Elkann, la concentrazione delle tre cariche di presidente della Fiat, di Exor e dell’accomandita non è una novità: “Il mio trisnonno – spiega – aveva tutti i ruoli, anche se l’accomandita non esisteva ancora. Mio nonno era presidente dell’accomandita, dell’Ifi e della Fiat”.
Elkann ha spiegato che “alla Fiat non ci saranno vicepresidenti” e che Marchionne non entrerà nell’accomandita di famiglia. “Mia zia Maria Sole – ha spiegato al riguardo – ha dimostrato grande stima per Marchionne, stima che condividiamo tutti. Anche se oggi la tendenza nella famiglia è avere un’accomandita con sempre più familiari”.