Sembra che ancora non sia arrivato il famoso picco che segnerebbe la massima diffusione dei contagi in Italia per poi iniziare, finalmente, la discesa verso il calo dei casi. Nel frattempo la situazione è precipitata nel caos e nell’agitazione a causa dell’ultimo decreto emanato nel fine settimana dal Governo italiano, al fine di evitare la diffusione del Coronavirus. È proprio questo ultimo atto ad alimentare panico, polemiche e speranza nello stesso tempo. Si spera, infatti, che se pur molto rigorose e restrittive, le disposizioni emanate dal Governo siano efficaci contro la diffusione dilaniante del virus, ma nello stesso tempo sono scoppiate polemiche per la cattiva gestione del caso.
Dovevano essere prese prima certe decisioni; Si è preso tutto molto alla leggera, sottovalutando le conseguenze; Cattiva informazione da parte dei media che hanno diffuso solo paure e confusione; Non si sa come comportarsi, c’è chi dice che bisogna stare in casa senza uscire e chi poi malgiudica se la gente assalta i supermercati e svuota gli scaffali: questi alcuni dei pensieri che mostrano la confusione che stiamo vivendo in questi giorni. Ma soprattutto è il panico a segnare questo tempo. Ci stiamo confrontando con qualcosa di sconosciuto che potrebbe avere esiti drammatici e questo spaventa la gente. Il panico è quello che abbiamo visto nel fine settimana con la fuga dei cittadini dal nord verso il sud nel momento in cui si è chiusa la “zona rossa”, ovvero Lombardia e diverse province del nord dove i contagi sono notevoli e dove vivono e lavorano diversi cittadini da tutta Italia che, saputo dell’isolamento obbligato, il giorno prima della entrata in vigore, hanno preso la via della fuga portando con sé pochi accessori e chissà quanti virus. Il panico sarà uno dei maggiori motivi dell’avanzata dell’epidemia. Insieme al panico, però, non mancano una buona dose di egoismo, di incoscienza e anche stupidità.
Quello che sta accadendo in questi giorni con il COVID-19 non è mai successo a memoria d’uomo. La percentuale di contagiati è molto alta ma potrebbe arrivare anche ad essere una disastrosa calamità sanitaria, perché se è vero che la mortalità non è altissima, è pur vero che i casi di contagio lo sono e di conseguenza aumentano i casi di mortalità. Quello che è peggio è che non ci saranno più posti in ospedale disponibili e c’è pure chi prevede che bisognerà scegliere chi curare perché mancheranno le attrezzature per tutti.
Dalla Svizzera osserviamo con una certa preoccupazione quello che succede in Italia. Siamo preoccupati per i nostri cari che sono nel pieno del caos, ma siamo preoccupati anche perché siamo molto vicini alle famose “zone rosse” italiane, le frontiere sono chiuse, tranne per i frontalieri che continueranno a transitare per lavoro. Nella giornata di ieri è stato registrato il secondo decesso per Coronavirus in Svizzera, si tratta di un uomo di 76 anni del Canton Basilea Campagna e il numero dei contagiati verificati è di 281 persone. Le scuole continuano a svolgere le attività regolarmente, anche se si sono verificati casi in cui alcuni studenti sono stati rimandati a casa per influenza considerata sospetta, ma senza alcun criterio preciso. Le ditte prendono provvedimenti autonomamente, c’è chi ha deciso di alternare periodi di lavoro da casa per i gruppi di dipendenti. Molti eventi sono stati annullati o rimandati (vedi lista). Cosa bisogna fare? Non c’è molto da dire, come ormai si sente da diverso tempo la cosa essenziale è evitare la diffusione dei contagi e per fare questo bisogna mantenere le misure di igiene e di comportamento consigliate dalla Confederazione.