Ben trovati Carissimi Lettori! Ho pensato che in un momento critico come quello che stiamo attraversando a causa del ben noto Coronavirus potesse essere utile capire come alle volte la nostra mente possa ingannarci, togliendoci quella possibilità di essere positivi e ottimisti (attenzione non parlo dell’ottimismo irrealistico per il quale si ritiene che un certo nefasto evento non ci accadrà mai – mi sembra che abbiamo sufficienti controprove del contrario ahimè-) e facendoci invece cadere in una spirale di pensieri negativi che procurano umore depresso e ansia. Gli psicologi cognitivo-comportamentali hanno elencato le seguenti trappole cognitive che necessitano di essere spezzate per poter ritrovare un po’ di serenità:
- Pensiero del tipo tutto o niente: categorizzare le cose nei soli compartimenti bianco-nero senza guardare alle sfumature che stanno nel mezzo.
- Sovra-generalizzare: si generalizza una brutta esperienza vissuta pensando che tutte le restanti esperienze saranno di quel tipo.
- Il filtro mentale: filtrare solo le cose negative e focalizzarci quindi solo su quelle.
- Sminuire le cose positive: pensare che se una cosa è andata bene è successo per caso e probabilmente non riaccadrà più.
- Saltare alle conclusioni: fare delle interpretazioni negative senza reali evidenze, alle volte improvvisandosi capaci di leggere nella mente.
- Emozioni razionali: credere che il modo in cui ci si sente rifletta fedelmente la realtà.
- Dovrei non dovrei: imporsi una rigida lista di cosa da fare e non, e martorizzarsi se non la si rispetta.
- Etichettarsi: classificarsi in base ai propri errori e debolezze.
Questi sono i principali esempi delle nostre trappole cognitive, che non sono solo riscontrabili in patologie clinicamente significative come la depressione, bensì possono attanagliare anche il soggetto più imperturbabile, specialmente di fronte a grandi fattori di stress.
Dunque, miei Cari Lettori confrontatevi, parlate e informatevi per poter uscire da tali loop cognitivi al prima possibile!