Si sa, gli atti di microcriminalità aumentano tra gli adolescenti, dappertutto, in ogni Paese. Non si tratta solo di piccoli furti nei supermercati, si tratta anche di atti di violenza o di prepotenza nei confronti di altri giovani, specie se in preda all’alcol o alle droghe, quando non si tratta di reati veri e propri come abusi e violenze sessuali.
Insomma, si va dai reati più piccoli e leggeri, come il danno procurato per la rottura di un tavolo, alla violenza o al sequestro.
Tutto questo per dire che Christoph Mangelsdorf, giudice del tribunale dei minori di Fulda (Assia) ha diviso i reati in gravi e leggeri. Quelli gravi, ovviamente, vengono sanzionati secondo le norme di legge; quelli leggeri pure, ma nelle classifica delle pene alternative ha adottato un catalogo di possibili condanne tra cui quella di cui stiamo per parlare.
Facciamo un esempio. Se un adolescente, cioè un minore, viene giudicato colpevole di un reato leggero, come aver provocato una rissa, quindi menato qualche cazzotto senza altre conseguenze, o aver danneggiato la vetrina di un negozio, dopo aver pagato il danno materiale dovrebbe o passare qualche giorno in carcere oppure, in alternativa, fare qualche lavoro socialmente utile per un certo tempo stabilito dal giudice.
Ebbene, il colpevole, se vuole, in alternativa alle pene previste, può accettare la condanna a leggere un libro. Sì, avete capito bene: a leggere un libro. Qualcuno potrebbe osservare che si tratta di una punizione “facile” e invece così facile non è, tanto è vero che non è scelta da tutti.
È vero che si tratta di una novità, ma chi pensa ad una scelta ovvia, si sbaglia, e vediamo perché.
Innanzitutto si tratta di adolescenti “difficili”, quindi non abituati alla lettura e soprattutto con nessuna voglia di leggere.
Già questo la dice lunga sulla facilità della punizione. In secondo luogo, la lettura deve essere fatta entro un certo periodo di tempo che arriva a un massimo di quattro (estendibile a sei) settimane, al termine delle quali c’è la fase della certificazione, appunto.
Il minore deve rispondere con almeno cinque pagine alle domande sulla comprensione del testo e del racconto. In terzo luogo, questo lavoro non è fine a se stesso, ma viene giudicato da una commissione di esperti che sentenziano se il lavoro è sufficiente a compensare la punizione o no.
Ovviamente, non si tratta di libri a caso. Il catalogo stabilito dal tribunale dei minori comprende quindici titoli di vari autori.
Eccone alcuni: “Cercando Alaska”, “La fabbrica del male”, “Winterviken”, “Die Ameisensiedlung”, “Kurzer Rock”. Quest’ultimo titolo è un romanzo su una ragazzina violentata da due compagni di scuola un giorno che lei aveva indossato una gonna molto corta. Il penultimo è la storia di una quindicenne che vive insieme alla madre alcolizzata in un quartiere difficile di periferia.
Ed ecco il punto: ogni libro viene scelto in base all’argomento che tratta e che ha attinenza con il reato commesso dal minore.
Insomma: la pena alternativa della lettura non ha solo lo scopo di far compiere un “lavoro” compensatorio del reato commesso, ma ha anche un valore rieducativo.
Leggendo il libro, il minore viene avvicinato alle problematiche per le quali ha subito una condanna e dalla lettura è invitato a capire il male che ha fatto e a riflettere sull’argomento per diventare migliore. Ecco la pena come catarsi.
Finora a scegliere la lettura di un libro sono stati appena una quindicina di minori, però i risultati sono incoraggianti. Infatti, un ragazzo al posto delle cinque pagine di scrittura sull’argomento, ne ha scritte tredici; un altro ha deciso di scrivere a sua volta un libro; altri ancora hanno svolto diligentemente il compito loro assegnato all’inizio.
Ce n’è uno che ha letto tutti e quindici i libri: il giudice Mangelsdorf che, ovviamente, per attribuire il libro giusto al minore giusto doveva averli letti tutti.
E le vittime? Cosa avranno mai detto le vittime, ad esempio, di uno stupro appena hanno saputo che il loro carnefice se la sarebbe cavata con le lettura di un libro? Non lo sappiamo, ma probabilmente non hanno preso bene la cosa. Loro il libro – e non solo quello – come minimo lo avrebbero scagliato in testa ai minori e al giudice.