La Consulta ha respinto i ricorsi, riguardo alla possibilità che coppie omosessuali possano usufruire di un’unione civile, giudicando le istanze presentate dal tribunale di Venezia e dalla Corte d’Appello di Trento non ammissibili e infondate.
Secondo la Corte Costituzionale la decisione spetta solamente al legislatore, cioè il Parlamento. La questione era stata sollevata da tre differenti coppie omosessuali, che si erano opposte alla decisione dei comuni di residenza che avevano loro negato le pubblicazioni matrimoniali. L’oggetto del ricorso delle coppie era relativo all’ipotizzata violazione di alcuni principi costituzionali, fra cui: articolo 2 (diritti inviolabili dell’uomo), 3 (uguaglianza dei cittadini), 29 (diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio) e 117 primo comma (ordinamento comunitario e obblighi internazionali) della Costituzione.
La “palla” passa adesso al Parlamento, dove si dovrà decidere se varare una legge sulle unioni di fatto, sia omosessuali che eterosessuali. “La Corte Costituzionale, bocciando i ricorsi sulle coppie gay, ha di fatto riaffermato il principio costituzionale della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”, ha affermato Francesco Giro, sottosegretario ai Beni e alle attività culturali, commentando la decisione della Consulta.
“Finisce una farsa giuridica – prosegue Giro – che vorrebbe equiparare le coppie eterosessuali a quelle omosessuali. Uomini e donne sono liberi di fare le scelte sessuali che vogliono, ma da qui a pretendere tutti i crismi giuridici e costituzionali ce ne corre”. Dispiaciuto per la sentenza della Consulta Enrico Oliari, presidente di GayLib che era ricorso alla Corte Costituzionale per unirsi in matrimonio a Trento con il proprio compagno Lorenzo: “Sono amareggiato, ma continuerò a lottare seguendo la via politica. Il fatto è – continua Oliari – che le coppie gay sono riconosciute in tutta l’Europa occidentale ad esclusione di Grecia e Italia. Siamo ormai stati superati in materia persino da Colombia, Sudafrica e paesi del Terzo mondo”.