Dante Alighieri, Sommo Poeta e padre della lingua italiana, simbolo dell’Italia ancora prima della sua unità, è forse il più importante poeta italiano, un pilastro fondativo della letteratura e della cultura della nostra bella Italia. La sua opera più conosciuta e celebrata, la Divina Commedia, è considerata uno dei capolavori della letteratura universale. In vista dei 700 anni dalla morte, il prossimo mese di settembre 2021, il Consiglio dei Ministri, su proposta del dicastero dei Beni e delle attività culturali presieduto da Dario Franceschini, ha approvato la direttiva per l’istituzione della giornata a lui dedicata, il 25 marzo, il Dantedì.
In Svizzera, il primo Dantedì, svoltosi il 25 marzo, appunto, ha riscontrato un notevole successo anche grazie alle doti artistiche e narrative del nostro Ambasciatore, S.E. Silvio Mignano, il quale si è cimentato in rete nella lettura di canti della Divina Commedia, riuscendo a creare un’atmosfera coinvolgente e culturale di alto livello. Un appuntamento, gradito e molto seguito, che ha caratterizzato questo periodo di confinamento e che ha avuto, altresì, il pregio di farci scoprire (o riscoprire) tante bellezze che ci appartengono e che ci caratterizzano nel mondo. La Divina Commedia fa parte di quei gioielli che è sempre emozionante rimirare e riascoltare e che, in momenti come questi, nei quali abbiamo tempo a disposizione per soffermarci a riflettere e a rimetterci in discussione, viene apprezzato ancora di più in tutta la sua meraviglia.
La SAIG, sensibile a tutti i temi culturali del nostro Paese, ha chiesto all’Ambasciatore Mignano maggiori dettagli del particolare evento…
Ambasciatore, dopo l’inaugurazione del primo Dantedì lo scorso 25 marzo, l’appuntamento del 30 aprile è stato l’ennesimo delle sue appassionanti letture dantesche. Come mai ha deciso di aderire, impegnandosi in prima persona, nella interpretazione attraverso la lettura di quest’opera che ha tenuto compagnia a migliaia di italiani in Svizzera e non solo?
Proprio per i due motivi che Lei ha segnalato: da un lato per un omaggio a Dante, tanto più dopo l’istituzione della ricorrenza del 25 marzo e in vista delle celebrazioni del prossimo anno. Dall’altro, per offrire una via di fuga ideale ai connazionali in Svizzera e a tutti coloro che in qualsiasi luogo e qualunque sia la propria nazionalità si trovano oggi a condividere una situazione carica di angosce. Abbiamo bisogno tutti di rifugiarci in territori di libertà mentale, e Dante offre spazi immensi alla nostra immaginazione. Potrei naturalmente aggiungere un terzo motivo: tra le funzioni che un diplomatico ha quando è in servizio all’estero vi è la promozione della lingua e della cultura italiana, e non credo che esistano strumenti migliori della Divina Commedia per farlo.
Secondo Lei la poesia di Dante Alighieri oggi, in questo particolare periodo, può rappresentare per tutti noi, oltre che un nutrimento per l’anima, anche un aiuto ed una fonte di speranza per superare le difficoltà che viviamo, simili al cammino percorso da Dante nell’Inferno? Ci riferiamo al fatto che una volta smarritosi “nella selva oscura” e attraversato un mondo di dolore e disperazione, il poeta è arrivato al Paradiso. Può esserci un parallelo con quello che stiamo vivendo oggi?
Direi di sì, o almeno me lo auguro. L’umanità ha attraversato tanti momenti difficili. L’Italia ha memoria relativamente recente di periodi travagliati – penso alla dittatura fascista, alla seconda guerra mondiale, alla grande emigrazione iniziata negli anni Cinquanta – e ha sempre saputo uscirne rafforzata e migliorata. È un cammino di salvazione per certi versi simile, fatte le debite proporzioni, a quello che Virgilio su indicazione di Maria, di Santa Lucia e di Beatrice offre a Dante all’inizio della Commedia.
Dante narra un viaggio ultraterreno che viene collocato temporalmente nel 1300, anno di singolari coincidenze. Il 2020 è un altro anno che condivide certi aspetti con quelli narrati da Dante: l’esilio, le difficoltà, la paura dell’ignoto ma anche la speranza di una rinascita. In questo nostro viaggio terreno, non Le sembra che Dante sia ancora oggi, dopo più di 700 anni, incredibilmente moderno e, adesso, anche incredibilmente social?
Certamente. Dante è il poeta più universale e contemporaneo che si possa immaginare. Lo è per l’universalità dei temi, per lo scavo in profondità dell’animo umano che pur con diverse forme restano costanti nei secoli, e lo è anche per la sorprendente attualità della sua lingua. Noi siamo poi riusciti a renderlo anche social – basti pensare alle tante iniziative sorte attorno al Dantedì – ma anche su quel versante è Dante a offrircene per primo gli strumenti, perché la sua lingua poetica è tra le altre qualità estremamente sintetica, riesce a raccontare intere vite con un guizzo veloce, a volte in un paio di versi, e dunque anticipa, pur con una qualità ben più alta, alcune soluzioni proprie delle diverse piattaforme in rete.
Con il Dantedì si conferma e si celebra il vasto patrimonio culturale italiano nel mondo. Una cosa è certa: questo particolare evento dimostra ancora una volta che i cosiddetti Social Media, se utilizzati in modo giusto e corretto, possono essere una perfetta sorgente d’informazione e di diffusione della cultura in grado di raggiungere tutti e tutte le categorie di persone, giovani o anziani che siano.
Grazie a S. E. L’Ambasciatore Silvio Mignano per le sue risposte e per averci accompagnato, in maniera semplice e affascinante, nel Viaggio con il Vate.
C. Vaccaro
A. Testaguzza