Ngli anni passati ad aderire sono state star del calibro di Bruce Springsteen, Peter Gabriel, Paul Mc Cartney e i Metallica, partecipandovi personalmente o pubblicando special releases nel giorno dei festeggiamenti, che cade ogni terzo sabato di Aprile, mentre quest’anno, per celebrarlo, i Blur hanno pubblicato appositamente una nuova canzone in un’edizione limitata in vinile, l’atteso singolo Fool’s Day.
È il Record Store Day, la giornata dedicata alla salvaguardia dei negozi di dischi, svoltasi lo scorso 17 aprile.
L’evento è nato negli Usa nel 2007 da un’idea di Chris Brown, impiegato di un negozio statunitense; si tratta di una celebrazione della cultura che accomuna oltre 700 negozi indipendenti di dischi negli Stati Uniti e centinaia in tutto il mondo, Italia compresa.
In pochi anni il Record Store Day ha fatto un sacco di proseliti in ogni angolo del globo, tra gente comune e vip convinti che il patrimonio non tanto economico quanto ideologico e culturale dei cari,vecchi negozietti di dischi e vinili siano da tutelare e proteggere.
In Italia sono stati oltre 60 i negozi che hanno aderito all’iniziativa, con un aumento del 10% rispetto all’anno scorso: dal New Record di Bari al Kandiski di Brescia, dal Jungle Records di Conegliano al milanese Psycho, dal genovese Taxi Driver al perugino Music Box Records e il torinese Les Ypes Sound. Sei le adesioni romane (tra gli altri, Vynil Refresh e One Love Music Corner).
Un’alta adesione nonostante le numerose regole da rispettare per aderire all’iniziativa: il proprietario deve possedere almeno il 70% del negozio, e almeno il 50% delle vendite deve provenire dalla vendita “fisica”, non virtuale, di cd o vinili.
Il negozio, inoltre, deve avere il “totale controllo” sul magazzino, sulla politica di vendita e deve partecipare attivamente alla promozione dei dischi.
Al Record Store Day partecipano anche centinaia di negozi di dischi di Australia, Canada, Gran Bretagna, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Hong Kong, Irlanda, Israele, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Svezia, Giappone, Portogallo e Brasile.
Gestito da alcuni dei fondatori (Eric Levin, Michael Kurtz, Scott Register e Carrie Colliton), il Record Store Day riunisce ogni anno ad aprile i proprietari dei piccoli punti vendita che faticano non poco a non essere fagocitati dalle grandi catene commerciali e dai ‘virtual shop’ (online), e gli artisti che contribuiscono pubblicando cd o vinili o con performance e partecipazioni speciali, rigorosamente realizzate per l’occasione.
Se è vero che la Rete e le tecnologie mostrano sempre più le loro grandi potenzialità applicate al commercio della musica, è altresì innegabile che l’atmosfera, l’aria che si respira in un negozio fisico in mezzo a migliaia di poster e copertine non è neppure minimamente paragonabile al freddo e un po’ asettico download.
Per l’occasione si sono tenute anche sessioni di body painting, incontri con cantanti e musicisti, gioiosi rinfreschi e set di dj.