È uscito il 29 maggio “Il mio gioco preferito – parte seconda” (distribuito da Warner Music), il nuovo album di NEK Filippo Neviani contenenti due brani ispirati al recente lockdown!
Per presentare il nuovo album, NEK ha realizzato un concerto nella suggestiva cornice, chiusa al pubblico, di Piazzale della Rosa a Sassuolo, la sua città, accompagnato dalla sua band, in un vero e proprio live sulle note dei brani del nuovo album e alcuni brani del suo repertorio. In questi giorni di quarantena Nek ha concesso a La Pagina un’intervista via Skype.
L’album è stato anticipato dal primo singolo “Perdonare”. Con cadenza bisettimanale dall’uscita del primo singolo, Nek ha continuato a condividere con i propri fan nuova musica, rilasciando in anteprima digitale altri 3 nuovi brani contenuti nell’album: una nuova versione di “E da qui” (singolo originariamente uscito nel 2010 e oggi riproposto insieme alle figlie Beatrice e Martina, un piccolo regalo per il pubblico, per ricordare che “la vita rimane la cosa più bella che ho”) e gli inediti “Amarsi piano” e “Allora sì”.
Nell’album sono presenti, tra gli altri, anche: “SSSHH!!!”, brano su chi vuole avere ragione a tutti i costi e si sente “esperto” in ogni campo, un riferimento, quanto mai attuale, agli accesi dibattiti di questi mesi su ogni argomento; “Imperfetta Così”, una dedica a tutte le persone che si sentono sempre inadeguate, per ricordare a tutti che la vera perfezione sta nell’imperfezione; “Una canzone senza nome”, con un motivo orecchiabile che resta subito in testa, perché la forza della musica è anche nel suo saper attraversare, quasi inconsapevolmente, le vite di ognuno, lasciando piccole tracce di sé al suo passaggio; “Le Montagne”, una fotografia che racconta un amore adulto, maturo, di due persone che hanno costruito tanto insieme e che sono pronte, mano nella mano, ad andare avanti, mentre quello che hanno realizzato comincia a prendere una propria strada.
Nonostante i concerti siano fermi tu hai deciso di presentare il disco con un live. Com’è stato?
Erano anni che non lo facevo più di presentare live un disco nuovo e mi sembrava la soluzione migliore. Era una situazione interessante e surreale perché mancava pubblico che fa il 66 % del concerto.
È stata anche l’occasione per far lavorare i tecnici che di solito mi accompagnano in tour. Per loro è stato un periodo bruttissimo.
Cosa succederà ai live?
Non so cosa succederà, ce lo stiamo chiedendo tutti mentre ipotizziamo e lavoriamo per capire cosa e come fare. In questo momento il nodo cruciale è il divieto di assembramento che vincola la nostra libertà. Stiamo tutti navigando a vista con una visione del futuro molto incerta. Ripartire con i live non è una decisione da prendere singolarmente, non dipende dall’artista ma si gestisce tutto in accordo con i collaboratori. Poi con i concerti europei aumenta la complessità. Il problema più grosso però non riguarda solo gli artisti ma tutti quelli che lavorano intorno al concerto, dall’agenzia ai tecnici. Certo, il Governo avrebbe potuto fare qualcosa di più per lo spettacolo.
Tu come vivi questa assenza?
Io non ci sto più a non stare sul palco. Però voglio vedere le cose che si possono fare come un’opportunità.
Come hai vissuto la quarantena?
Io bene. Nella serenità di casa mia dove sono riuscito a ritagliarmi momenti creativi. Ho scritto molto e qualcosa è entrato anche in questo disco. Capisco però la perdita di serenità da parte di molti. Io sono privilegiato ma penso ad esempio a chi ha vissuto questo periodo da solo e magari con qualche lutto. So di situazioni molto difficili.
Quali sono i nuovi brani presenti nel disco ispirati a quanto successo in questi mesi?
Principalmente due: “Sarà Bellissimo” e “Ssshh!!!”.
Il primo è una fotografia del lockdown e del “ritorno”. Nel brano ognuno di noi è paragonato ad un soldato dopo la guerra o a un astronauta al rientro. È scritto pensando al medico in corsia, lontano dalla famiglia, come un soldato, che torna a casa e dice che è bellissimo tornare alla vita, a ciò che abbiamo ritenuto ovvio e scontato.
“Ssshh!!!” invece è un brano deciso. In questi giorni si sono dette e si dicono tante cose che in realtà non dicono nulla. Sarebbe meglio allora fare silenzio. Si parla troppo e si fa poco. Siamo tutti esperti e c’è sempre chi ha un parere migliore del tuo e lo esprime alzando la voce, con arroganza.
Bruno Indelicato