Ad un certo punto viene da chiederselo: cosa sta succedendo in Svizzera, la situazione Covid-19 è davvero sotto controllo?
Se dovessimo rispondere tramite fonti ufficiali, sì, la situazione è assolutamente sotto controllo, ma è necessario osservare certe regole consigliate che ci permettono di difenderci da una eventuale seconda ondata. La Confederazione ci assicura che non c’è alcun motivo di preoccuparsi, ha riavviato le scuole, ha riaperto negozi ed esercizi commerciali insieme alle attività di ristorazione e di ritrovo; ha riaperto i confini, ha revocato tutti i provvedimenti atti a combattere il Coronavirus e tutto questo in linea con quello che succede nelle realtà limitrofe. Nello stesso tempo, però, consiglia precauzione, consiglia distanze di sicurezza, regole di igiene e piani di protezione. Mette a disposizione l’app gratuita per il tracciamento dei contagi e addirittura si assume il costo del test Covid-19.
Se invece dovessimo rispondere attraverso voci di corridoio e notizie insolite ma preoccupanti, viene da chiedersi come sia possibile, nonostante i consigli della Confederazione, che ci siano casi come quello dell’asilo di Kloten che mette in quarantena i bambini che frequentano la struttura oppure, ancora peggio, il caso del club zurighese che ha interessato circa 300 persone tra clienti e personale.
Ma, se dovessimo rispondere attraverso una propria coscienza critica, attraverso l’osservazione della realtà quotidiana, potremmo a sua volta chiederci di quale crisi stiamo parlando, visto che dappertutto è ripresa la vita di sempre. Quale virus? Se facciamo un giro in centro a Zurigo, quasi nessuno porta la mascherina, sia sui mezzi che per le strade o nei negozi. Anzi, le pochissime mascherine che si vedono circolare sono guardate con sospetto e addirittura scansate: sembra che la mascherina sia diventata un chiaro segno di contagio avvenuto e non, come dovrebbe essere, di giusta prevenzione. Sì, è vero, molti esercizi commerciali hanno posto all’ingresso disinfettante a disposizione dei clienti, ma nessuno controlla l’effettivo utilizzo, quasi nessuno lo utilizza e quando si vuole utilizzarlo è spesso vuoto. Abbiamo a disposizione un’app gratuita, l’app SwissCovid, che permetterebbe il tracciamento e il controllo dei contagi e l’unica nostra preoccupazione è quella della privacy che non ha senso perché è garantita la riservatezza di chi la usa, ma soprattutto è una preoccupazione anacronistica ai tempi dei social!
È tutto una questione di percezione di pericolo. La popolazione in Svizzera ha una percezione davvero lieve del pericolo di contagio da Coronavirus, per questo sembra essere così tranquilla, ma la verità è che ormai la stessa percezione del rischio del contagio è diffusa un po’ dappertutto, per questo si potrebbe parlare di nuova “percezione di massa”. Diamo uno sguardo all’Italia, molti staranno organizzando il ritorno per le ferie, se prima c’erano tanti dubbi, quasi incredibilmente si sono dissolti grazie anche alle immagini delle vacanze italiane – con le spiagge affollate, con le passeggiate con o senza mascherine, con i locali invitanti – che ci forniscono una percezione più che rilassata della situazione! Non importa se in Italia si stanno diffondendo nuovi focolai: pensiamo alla situazione di Mondragone, quella di Fiumicino o di Torino con il caso Bartolini. E non solo in Italia, in Francia si parla di circa 1.500 contagi in un giorno ed è stata verificata la presenza di un focolaio importante in Germania: questi, così come quelli svizzeri e quelli italiani sono tutti focolai accertati che, anche se sembrano annunciare l’inizio di quella seconda ondata tanto attesa, non fanno più paura (o notizia) come prima.