Le detrazioni fiscali salgono al 110% per le spese sostenute per migliorare l’efficienza energetica e ridurre il rischio sismico degli immobili. Si potrà beneficiare del bonus edilizio per la prima e la seconda casa
Questa è l’occasione per ristrutturare la casa a costo zero, con il decreto rilancio del 19 maggio scorso ciò è possibile tramite gli incentivi dello stato per la riqualificazione edilizia. Avevate intenzione di sostituire i serramenti-cambiare la caldaia? Ora si può farlo con detrazioni fiscali sino al 110%, ecco come fare e quali sono le condizioni per poterne usufruire.
Chi ha diritto al bonus e quando usufruirne
Potranno beneficiare del nuovo bonus edilizio i cittadini, sia per la prima che per la seconda casa. Dunque si potrà far valere su abitazioni (unifamiliari, plurifamiliari o condominiali) e villette a schiera. Sono esclusi gli immobili di lusso, abitazioni signorili, ville e castelli di categoria catastale A1, A8 e A9. Potranno usufruirne anche i condomìni, gli IACP (istituti autonomi delle case popolari) e gli enti con le stesse finalità. Ma anche le cooperative di abitazione a proprietà indivisa, le associazioni del terzo settore, e le società e associazioni sportive dilettantistiche (per ristrutturare gli spogliatoi).
Due attestati per provare i progressi
I lavori svolti, per godere dei benefici fiscali, dovranno apportare miglioramenti significativi e dimostrabili. Soprattutto sul piano dell’efficienza energetica. Per accedere alla detrazione, gli interventi dovranno far salire di almeno due classi le prestazioni energetiche dell’edificio, indicate sull’APE, il cosiddetto attestato di prestazione energetica. O se non è possibile almeno di una classe. Ad esempio se abbiamo un appartamento in classe energetica D, dopo i lavori dovrà diventare di classe B.
Per provare all’Agenzia delle Entrate i progressi bisognerà procurarsi dunque due APE, rilasciati da un tecnico abilitato, prima e dopo i lavori. La certificazione che ci consegna il tecnico dovrà anche attestare che le spese siano congrue rispetto agli interventi effettuati. Attenzione a rivolgersi a professionisti seri e qualificati, che eseguano i lavori a regola d’arte. La legge infatti punisce chi presenta attestazioni false. Si rischia una multa da 2000 a 15.000 euro per ogni dichiarazione “infedele”.
Quali lavori possono godere del bonus
Tra gli interventi ammessi dalla legge c’è anzitutto il cosiddetto “cappotto termico”, ovvero l’isolamento delle superfici opache verticali, ma anche orizzontali e inclinate dell’edificio (come i tetti) purché comprendano una superficie maggiore al 25% del totale. Si possono portare in detrazione spese fino a 50.000 euro per gli edifici unifamiliari; 40.000 euro moltiplicati per quante sono le unità immobiliari per gli stabili da due a otto unità; 30.000 euro, sempre moltiplicati per il numero di appartamenti, per gli edifici da più di otto unità immobiliari.
Il bonus vale anche per i condomìni che vogliano sostituire gli impianti di riscaldamento autonomo con impianti centralizzati (di riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria) basati su tecnologia condensazione di classe A, pompa di calore, impianti ibridi, geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici era sistemi di accumulo o con impianti di microcogenerazione. Comprese le spese per smaltimento e bonifica dell’impianto. La detrazione spetta anche per l’allaccio a sistemi di teleriscaldamento efficiente, ma solo per i Comuni montani (non interessati dalle procedure europee di infrazione per la qualità dell’aria). In questo caso la quota massima che si può portare in detrazione è di 20.000 euro per ogni unità immobiliare per gli edifici fino a otto appartamenti e di 15.000 euro per i palazzi con più di otto unità immobiliari.
Il bonus al 110% vale anche per le case unifamiliari o per le unità immobiliari che siano poste all’interno di edifici plurifamiliari ma indipendenti e con uno o più accessi autonomi dall’esterno, cioè le villette a schiera. In questo caso le spese dovranno essere sostenute per sostituire gli impianti di riscaldamento con nuovi impianti “per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria, a condensazione, con efficienza di classe A, a pompa di calore, compresi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo o con impianti di microcogenerazione o a collettori solari”. Ma anche per sostituire la vecchia caldaia con una a biomassa con emissioni di classe 5 stelle. E infine nei Comuni montani per l’allaccio a sistemi di teleriscaldamento efficiente fino a un massimo di 30.000 euro.
La detrazione si può anche richiedere per tutti gli interventi già compresi nel vecchio ecobonus (come installazione di pannelli solari, sostituzione caldaia con una a condensazione, schermature solari, generatori di calore a biomasse e così via). Ma anche per installare impianti fotovoltaici connessi alla rete elettrica (fino a un ammontare di 48.000 euro e nel limite di spesa di 2.400 euro per ogni kW di potenza nominale dell’impianto) con relativo sistema di accumulo – cioè la batteria – e per installare colonnine di ricarica di auto elettriche negli edifici. A patto che questi lavori siano eseguiti insieme a uno dei tre interventi indicati sopra. Il super bonus inoltre potrà essere richiesto anche da chi demolisce e ricostruisce la propria abitazione.
Si può ottenere il bonus del 110% anche antisismici sugli edifici. Le case devono essere in zone ad alta pericolosità (zona per alcuni interventi sismica 1 e 2) sulle quali eseguire opere per la messa in sicurezza statica sulle parti strutturali. Oppure si possono effettuare lavori che riducano il rischio sismico a una o due classi inferiori (nelle zone sismiche 1, 2 e 3), anche demolendo e ricostruendo l’intera costruzione. La detrazione può coprire anche i sistemi di monitoraggio strutturale continuo, se realizzati insieme agli altri interventi contro il rischio di terremoti.
Come richiedere il bonus
Tutta la documentazione (attestati, bonifici, ricevute) andrà inviata in via telematica all’Agenzia delle Entrate e all’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, caricandola sul sito predisposto per le detrazioni dell’anno di riferimento. I dettagli saranno definiti entro 30 giorni dalla legge di conversione del Decreto Rilancio da parte del ministero dello Sviluppo economico. Dunque entro la fine dell’estate.
Una volta inviata la pratica, potremo godere del bonus in tre modi. Anzitutto possiamo sfruttare le detrazioni, recuperando in cinque anni le somme spese. In alternativa possiamo ottenere un contributo, sotto forma di sconto in fattura da parte del fornitore. L’impresa che ha realizzato i lavori ci concederà cioè uno sconto, fino al totale della cifra, che potrà recuperare come credito di imposta.
C’è poi una terza, grossa novità. Per le famiglie e i condomìni è possibile non pagare neanche un euro per i lavori svolti. In che modo? Trasferendo il credito d’imposta maturato a banche e assicurazioni. Toccherà dunque all’istituto di credito anticipare gli importi necessari per la ristrutturazione e poi incassare il credito di imposta dal Fisco.
come fa notare Confedilizia, l’organizzazione dei proprietari di casa – le assemblee condominiali sono alle prese in questi giorni con l’adozione rapida delle delibere, per poter accedere ai bonus potenziati. L’approvazione in assemblea di interventi di riqualificazione energetica degli edifici richiede una maggioranza molto ridotta. Ma è tutt’altro che facile assumere questo tipo di decisioni in tempi così stretti. Soprattutto gli interventi antisismici, sottolinea Confedilizia, sono preceduti da una serie di indagini preliminari che esigono mesi. Dunque, anche se muniti delle migliori intenzioni, in alcuni condomìni non si riuscirebbe a venire a capo di nulla se non entro la fine 2021. Come al solito in Italia se si fa una buona cosa c’è sempre un lato negativo che blocca tutto il meccanismo, non si sa se per incapacità del legislatore o messo apposta, volutamente per limitare l’erogazione degli aiuti ,nella fattispecie la richiesta dovrà essere inoltrata quando, gli interventi gratuiti o quasi, saranno scaduti.