Il Superbonus è un’agevolazione prevista dal Decreto Rilancio che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture. Ma andiamo ad analizzare in concreto quali sono in realtà coloro che potranno usufruire di questi ipotetici benefici fiscali tanto sbandierati dal Governo Conte.
In primo luogo è necessario dire che il 90% dei beneficiari non ha sufficiente capienza, quindi la possibilità di assorbire il credito di imposta è fattibile solo da parte di banche e finanziarie. Infatti quale è l’impresa di costruzioni che si assume tale onere finanziario per il solo margine del 10%. Il costo è immediato e recupererebbero la spesa in 5 anni al 90-95% cosa insostenibile oggi da parte di imprese di costruzione in profonda crisi economica. Sostenere che questo provvedimento legislativo è stato creato per il rilancio dell’edilizia è totalmente falso.
Un secondo punto da prendere in esame attentamente è l’asseverazione di un tecnico sulla spesa e relativi calcoli molto critica sulle responsabilità (finanziarie) a cui il tecnico si espone seppur protetto da una assicurazione. Di fatto qualora l’Agenzia delle Entrate entri in collisione con la documentazione prodotta, automaticamente fa perdere ogni beneficio.
Terzo punto, l’aumento di 2 classi energetiche, punto assai delicato e discutibile, in caso di verifica dalla A.E. potrebbe dare adito a discussioni sulla fondatezza del calcolo, (avere eliminato dei ponti termici è un aiuto ma non risolve tutti i problemi, specialmente se l’intervento è attuato su di un immobile di vetustà relativa, costruito qualche decina di anni addietro) tutto questo fa tornare all’incertezza del punto 2.
Punto quarto, l’obbligo dell’utilizzo di materiali in linea con i CAM – materiali più “costosi”quei materiali per i quali è previsto dalla legge vengano prodotti con una componente di materiali riciclati, molti dei quali però a tutt’oggi non hanno nessun tipo di certificazione, le ditte si stanno attrezzando in questi giorni. La conseguenza plausibile e certa è una sola, tutto questo favorirà i singoli produttori di filiera ad aumentare i prezzi di fornitura con la scusa che poi ci sarà un rimborso e chiederanno inoltre cospicui anticipi per bloccare i prezzi, tutto questo non favorirà certo né le imprese né i proprietari.
C’è da domandarsi allora chi usufruirà del superbonus 110%, quanti saranno i fortunati, è stata questa forse solo una operazione di marketing da parte del Governo Conte per gettare fumo negli occhi ai cittadini italiani? Chi saranno i temerari che cercheranno di ottenere questi “benefici” fiscali addentrandosi in una palude insidiosa di norme e regole spinte al massimo dalla solita becera burocrazia statale.