Come largamente previsto, vince il Sì al Referendum costituzionale che porta la firma del M5s, verrà ridotto il numero dei parlamentari che esiste dal 1963
Nessuna sorpresa, gli animi e i malumori da tempo diffusi rendevano facilmente prevedibile il risultato di questo Referendum Costituzionale. Agli italiani è stato chiesto se desideravano ridurre il numero dei parlamentari dagli attuali 945 ai futuri 600. La vittoria del SÌ è stata schiacciante affermandosi con il 69,64%, ovvero 17.168.498 preferenze da parte degli aventi diritto al voto.
“Quello raggiunto oggi è un risultato storico. Torniamo ad avere un parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno” è una delle prime dichiarazioni di Luigi Di Maio che con il M5s si è battuto per raggiungere questo risultato, sacrificando perfino le regionali dove, invece, il MoVimento ha preso una bella batosta. Quello della riduzione dei parlamentari, infatti, è stato sin da sempre un cavallo di battaglia dei Grillini e adesso possono finalmente vantarsi di aver raggiunto questo storico risultato. Storico, certamente, poiché parliamo di un numero deciso nel 1963 e che fino adesso aveva resistito a numerosi tentativi di modifica.
Una volta conclusi i festeggiamenti e le dichiarazioni di trionfo di chi ha fortemente sostenuto questo risultato, cosa avviene?
Saranno 345 i parlamentari in meno, 230 alla Camera e 115 al Senato, grazie al voto di questo referendum, per quel che ci riguarda da vicino, all’estero si passerà da 12 deputati a 8 e da 6 senatori a 4. Non aspettiamoci un taglio netto e decisivo dall’oggi al domani, la riduzione dei parlamentari avverrà, ma con i suoi tempi. Bisognerà, infatti, attendere la prossima legislatura, ovvero il 2023, sempre che non ci saranno prima le elezioni anticipare. In questo arco di tempo, il Parlamento dovrà approvare una nuova legge elettorale ridisegnando i collegi elettorali entro 60 giorni dall’entrata in vigore della modifica costituzionale. Inoltre dovranno essere rivisti anche i regolamenti parlamentari, soprattutto per quanto riguarda le procedure che prevedono il quorum o la composizione delle Commissioni permanenti, per le quali è ora prevista una proporzionalità con i numeri dei gruppi. Anche per quanto riguarda l’elezione del capo dello Stato si dovrà procedere con una modifica del numero dei votanti per ridimenzionare il peso dei delegati regionali.
Un corposo SÌ dall’estero
Un deciso SÌ è giunto anche dagli italiani all’estero che si sono espressi dunque favorevolmente per il taglio dei parlamentari. I cittadini italiani iscritti all’AIRE hanno espresso il proprio voto per corrispondenza con un’affluenza attestata al 23,30% degli aventi diritto al voto, dunque un’affluenza molto bassa. Il SÌ degli italiani all’estero, con una percentuale del 78,24% supera perfino la percentuale favorevole ottenuta entro i confini, attestata al 69,6%.
In Svizzera si è attestata un’affluenza molto bassa, al 28,96%, ovvero, dei 508.847 aventi diritto al voto si sono espressi solo in 147.347. Tra questi l’80,10% si è espresso favorevolmente al taglio dei parlamentari contro il 14,90% dei NO.
[email protected]
grafico: elezioni.interno.gov.it